EPILOGO E CRITICA
E così bisognerà pur chiuderla questa storia, che doveva essere espletata in quattro capitoli ed invece ne sono occorsi ben dodici. L'argomento mi ha sedotta, soprattutto il lato psicologico, che più di questo si tratta che di tema di sesso. Seppur il titolo, scaltramente ammiccante, può aver tratto in inganno. Ma ecco, ora davvero siamo giunti a quel punto finale che conclude i patimenti in reiterato dolore o in letizia finale.
Per chi il castigo e per chi l'assoluzione, e per chi, in mancanza di prove testimoniali, il non luogo a procedere.
Perché è questo, alla fine, il difficile compito dello scrittore, trovare un finale in cui tutto armoniosamente converga.
Ad ogni modo è saggio ricordare che anche gli autori sono soggetti alla partigianeria, l'importante è conservarne la consapevolezza quel tanto che basta per non inquinare la storia.
QUASI TUTTE LE STORIE INIZIANO DALLA FINE
Costanza s'affacciò nel sogno inquieto del Portoghese, lo vide correre lungo la carretera che sprofondava nel baratro, appena in tempo per ghermirlo, con i pallidi artigli dell'aquila, e collocarlo su una nube limitrofa a quella dove transitava, sospinta dagli alisei, la madonnina dalla caviglia ferita.
Il turchino dell'orizzonte si andava tingendo di viola, per poi incupirsi di nero, via via che le due nubi gemelle s'allontanavano col loro carico pesante di virtù e di struggimento.
Nell'istante parallelo, il Portoghese, si mosse nel letto al suo fianco, obliato dall'amnesico profumo di loto del suo ventre, mormorò il suo nome prima di riaddormentarsi e sognare di star risalendo la parete di un burrone aggrappato ad una lunga treccia bionda. Quando poi era emerso in superficie lei lo aveva accolto con naturalezza, nel suo ventre, senza altra magia se non quella dell'amore.
Quella sera, Madame, lo aveva atteso invano al solito bistrot.
S'era arrabbiata nel modo in cui solo una strega può fare, dopo aver scoperto che Costanza era contravvenuta alle regole pattuite, usando la magia per entrare nel tumultuoso sogno del Portoghese, e trarlo in salvo.
Quest'inganno, questo oltraggio estremo ai regolamenti della disputa sarebbe costato, alla sua rivale, l'ostracismo ed il disonore, ma lei...lei aveva comunque perso.
Non c'era più in campo la bravura, la genialità della strategia, ma l'orgoglio della donna abiurata, il suo nome dimenticato, non per difetto d'amore, ma per via di un'astuzia, di quell'inganno con cui l'altra glielo aveva portato via usando la magia laddove ne era stato stabilito il divieto.
Madame s'era arrabbiata nel modo in cui solo una dea può fare, urlando nel suo mondo ed in quelli limitrofi, la sua giusta ira, con rimbombo di tuono che deflagra in fulmine e sommuove le acque, terremoto di terra e di mare, eclissi e capovolgimenti termici, l'antartide ardente come un deserto, ghiaccioli sulle gobbe dei cammelli, e Parigi..le merveilleux Paris, ridotta all'occhio cieco di un ciclope, oscurata, buia, ristretta alle dimensioni di un bistrot dove una sparuta, ed alquanto impaurita, rappresentanza della fauna umana, composta per lo più da sartine, commessi, studenti della prospiciente Académie Des Beaux-Arts, un gruppetto di militari in libera uscita, una coppia adultera, si era rifugiata al suo interno senza immaginare di cacciarsi nelle spire mortali di una pitonessa.
Che questa era la spettacolare immagine che Madame esibiva di se stessa: una pitonessa raggomitolata nelle sue spire e costretta a partorire, con dolori uterini ed in pubblico, la colomba dalle ali tarpate che testé aveva appena divorato come cena.
E così, quella notte, l'incolpevole Parigi fu in balia delle sue doglie, ostaggio circoscritto nella esigua planimetria del bistrot.
Perfino gli atei, quella notte, auspicarono l'avvento miracolistico dell'Arcangelo Michele, il guerriero redento, colui che schiaccia la testa al drago, così da salvare gli ostaggi dall'ira apocalittica della strega tradita.
QUANDO LA MATEMATICA CONFLUISCE NELLA METAFISICA
La matematica, ci è stato in questa storia ampiamente dimostrato, che non ha come scopo primario solo la risoluzione di complicati teoremi e la loro applicazione nei campi ad essa ascrivibili (quantità, spazio, strutture e calcoli) ma questa disciplina è estendibile all'intera metafisica dell'universo.
E' stata la matematica, e non la filosofia, a rivelarci la realtà dei molteplici universi paralleli:
quelli scientifici dei numeri, delle statistiche, delle equazioni. Della logica
quelli sotterranei dei sentimenti, degli amori, delle collere, dei tradimenti. Delle passioni
quelli irraggiungibili, delle streghe e delle fate.
...e quelli insondabili, dei naufraghi dall'amore obliati.
SOPRA LA SUPERFICIE DELLA CROSTA TERRESTRE
Il Portoghese destato era rimasto a contemplare la bellissima Costanza che ancora dormiva, lo splendido viso incorniciato dall'aureola diafana dei capelli, e una sua mano, ferma nel gesto di una carezza, posata sul petto di lui. Il Portoghese aveva sorriso al ricordo della notte appena trascorsa, a quel loro rincorrersi, perdersi e ritrovarsi, nei voluttuosi amplessi che l'avevano costellata, eppure...
...eppure in tutta quella luce aleggiava, in una zona del suo io più recondito, uno spazio vuoto, irrisolto. Come un ricordo malamente cancellato, che premeva per tornare alla memoria.
Il bisogno istantaneo di una sigaretta lo aveva indotto ad alzarsi, facendo attenzione a non destare la sua meravigliosa amante immersa nella soavità del sonno. Istintivamente aveva allungato la mano a cercare il portasigarette d'argento e le sue dita avevano trovato, invece, un foglietto su cui era scritto:
J'aurai peut-être encore besoin de vous.
À bientôt
M
Non avrebbe saputo spiegare perché quel breve messaggio, di cui nulla ricordava del mittente e neppure perché fosse finito sul suo tavolino, aveva suscitato in lui una sensazione così intima e profonda, di gioia dolorosa, di primitiva esaltazione, di sublime eccitazione.
Istintivamente predisponendosi all'attesa, mentre fuori la notte ardeva dell'incandescenza di miliardi di stelle che andavano illuminando il cielo come fosse mattino.