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domenica 28 aprile 2013
Quanto vale la vita di un uomo?
Ci sono due categorie di uomini: quelli da proteggere e quelli che si devono esporre per proteggere.
Evidentemente la vita umana ha valore diverso secondo il posto che si occupa nella gerarchia sociale, se poi trasliamo il paragone agli stipendi percepiti, allora è davvero tutto chiaro: uomini pagati con poche migliaia di euro che, per modalità di servizio, devono esser consenzienti a mettere a rischio la propria vita per difendere quella "preziosa" di chi occupa un incarico di rilievo, oltretutto spropositatamente retribuito.
VISTO CHE QUESTO E' DAVVERO IL MASSIMO GRADO DELL'INGIUSTIZIA INVERTIAMO ALMENO LE PARTI DANDO LO STIPENDIO DEI NOTABILI AI POLIZIOTTI, PERCHE' SONO LORO A CORRERE IL RISCHIO DI FINIRE LA VITA ACCOPPATI SU UN MARCIAPIEDE!
E BASTA CON LA STOMACHEVOLE RETORICA SUGLI EROI!
domenica 17 marzo 2013
Quella sporca dozzina
Sono assolutamente solidale con la "sporca dozzina" del M5S che ha preso posizione, ottemperando al richiamo della propria testa e della propria coscienza, e ha votato il nome del senatore Pietro Grasso e, pur sapendo di rischiare la scomunica e il disonore dell'espulsione dall'esercito crociato di Oberst Kricket (Colonnello Grillo, in tedesco) non ci hanno pensato su due volte ed hanno votato così come la ragione, e la coscienza, imponevano loro di fare.
Ora, se Oberst Kricket avesse davvero le palle dovrebbe non solo chiedere pubblicamente scusa a questi suoi giovani soldatini che di coraggio pur hanno dimostrato di averne, e molto, più di tutta la retroguardia che, ha accettato senza discutere, e forse senza neppure troppa convinzione, l'imperativa consegna, ma proporli per una promozione.
Non deve essere stato facile per loro, sapendo di esporsi alle ire pubbliche, allo sberleffo e alla gogna del loro rancoroso Kapo che, esattamente, sta dimostrando di conoscere molto bene, e di avvalersi con maestria, degli stessi metodi con cui nel campo avverso, il suo antico, indomito avversario, il Cavaliere, tende a rinserrare le fila del suo belante drappello mercenario.
Nonostante tutto io continuo a fare distinzione tra i due eserciti, perchè mentre in quello del Cavaliere non c'è mai stato nessuno che abbia avuto un moto d'orgoglio e la dignità di alzare la testa, nelle fila di Oberst Kricket, invece, c'è questo sparuto manipolo ad avere avuto il coraggio di contravvenire a quell'ordine ritenuto ingiusto, e forse disonorevole per la propria coscienza, e marcare così una differenza.
Questa armata Brancaleone, targata M5S, all'inizio mi piaceva, raccoglieva le mie simpatie seppur non condividevo in toto i modi e i principi con cui era amministrata.
Mi piaceva persino quel suo condottiero scapigliato, incazzato, sudato, ma dotato di sarcasmo, seppur feroce e, a volte troppo sguaiato.
Ma, a quel tempo, sapeva egli stesso ridere prima ancora d'indurre gli altri al sorriso.
Ora non più. Così il sorriso si è congelato in un ghigno.
Ora che s'è espugnata la Fortezza ed i suoi soldatini sono penetrati nei saloni del Castello, troppo ingombri e pretenziosi, effimeri di certo, che la storia non acquista di maggior e più intensa solennità se ad accogliere un ministro c'è ancora, ai tempi nostri, un commesso mascherato da lacchè (quanto ancora durerà la stupida tradizione per cui degli uomini che si guadagnano lo stipendio devono farlo indossando anacronistiche divise d'altri tempi, segno inequivocabile di una "feudalesimo atavico" che, pur essendo da secoli decaduto, sopravvive nella forma, a ricordarci che c'è sempre chi sta un gradino sopra di noi)
I giovani crociati alla riscossa del Sacro Graal......ma a che serve un esercito liberatore se non può parlare e convincere del valore della sua causa coloro che, invece, di buon o cattivo grado, continuano ad accettare come tutela di libertà, il giogo imposto dai mercenari dell'altro esercito?
Perchè costringerli alla clausola del silenzio e dell'obbedienza più cieca se il decalogo, a cui ognuno di loro ha giurato fedeltà, si basa sulla consapevolezza di idee ragionate e non su un indottrinamento forzato e coercitivo?
Nessuna rivoluzione vera nasce dal silenzio......e una voce unica si chiama dittatura..
Una voce sola inquieta, se parla per tutti, se il silenzio e l'obbedienza sono imposti come regole su cui si basa l'appartenenza a quella sacra milizia dove sono i soldatini a rischio di morte e non il prode condottiero che dà ordini dalle retrovie, per di più bardato da un'armatura integrale, atta forse a celare il segreto inedito che Brancaleone è in realtà Hitler
Vorrei tanto che Oberst Kricket capisse di star sbagliando strategia e fare un gesto grande, da uomo e da colonnello, chiedere scusa e rendere onore a quella onorevolissima "sporca dozzina".
Forse tornerei a credere che possono esistere anche guerre giuste se, a vigilare che nessuna mano sganci un'altra bomba atomica, ci siano soldati pronti a disobbedire agli ordini.
Marilena
venerdì 6 febbraio 2009
Predatori
Predatori.
Per gusto, per gioco, per spavalderia.
Per arroganza di forza.
Per prepotenza d'istinto.
Che il chiamarli cani è mancanza di rispetto verso l'incolpevole mondo animale che pur fa, dell'istinto, un giusto e parco uso.
Predatori. E senza la fascinazione, tenebrosa e fumettistica, che ci verrebbe di dare a questo termine. S'incorrerebbe nel rischio di fornire d'anima chi mai l'ha avuta. E con l'anima una scintilla di pensiero. E, sull'ipotesi di questa labile traccia, saremmo indotti a dover riconoscere loro una rozza, seppur abominevole, ragion d'essere.
Fuori dalla trappola di un romanticismo gotico o dalle strategie di un set cinematografico, la cruda realtà ci mostrerebbe figure storpie ed incomplete. Gli occhi enormi e le bocche molli. Le voci gutturali.
Solitari, o aggregati in branco, strisciano come grandi lumache marcando il terreno con l'odore forte di sperma non trattenuto e quello rancido di piscio. Che sono gli unici elementi che li avvicinano alla razza degli uomini ma, non per questo, ne sanciscono l'appartenenza.
Anche se partoriti da donne. E con la stessa sofferenza che un parto sempre comporta. E che senza le urla e le spinte delle doglie mai sarebbero stati buttati fuori e di sicuro sarebbe stato meglio, avendone consapevolezza, abortirli.
Perché non è vero che tutte le vite sono sacre.
Uccidiamo il mastino che assale il padrone. Un animale regolato dall'istinto e che, a volte, ubbidisce ad un primitivo richiamo ancestrale o solo si ribella alle vessatorie regole imposte dalla catena.
Ma un cane non ha dovere di etica o di morale. Quindi di pensiero.
Un uomo, invece, dovrebbe.
Qualunque sia la sua estrazione sociale, il suo credo, il suo posto nel mondo.
Al di là di ogni generosa giustificazione, che la nostra ultra permissiva società concede, esistono atti che mai si potrebbero giustificare, tanto sono immondi e devastanti, per chi li subisce.
Che la bestialità degli uomini comunque trova protezione ed attenuanti nei codici e nei codicilli.
Una parola buona nella chiesa. Una mano tesa nelle istituzioni. Una notorietà nei media.
Predatori.
Una volta solo lugubri leggende. Oggi star visibilissime. Attori in nuce.
Stupratori.
Che i riflettori si accendino: il set è gremito di super star.
Marilena
Per gusto, per gioco, per spavalderia.
Per arroganza di forza.
Per prepotenza d'istinto.
Che il chiamarli cani è mancanza di rispetto verso l'incolpevole mondo animale che pur fa, dell'istinto, un giusto e parco uso.
Predatori. E senza la fascinazione, tenebrosa e fumettistica, che ci verrebbe di dare a questo termine. S'incorrerebbe nel rischio di fornire d'anima chi mai l'ha avuta. E con l'anima una scintilla di pensiero. E, sull'ipotesi di questa labile traccia, saremmo indotti a dover riconoscere loro una rozza, seppur abominevole, ragion d'essere.
Fuori dalla trappola di un romanticismo gotico o dalle strategie di un set cinematografico, la cruda realtà ci mostrerebbe figure storpie ed incomplete. Gli occhi enormi e le bocche molli. Le voci gutturali.
Solitari, o aggregati in branco, strisciano come grandi lumache marcando il terreno con l'odore forte di sperma non trattenuto e quello rancido di piscio. Che sono gli unici elementi che li avvicinano alla razza degli uomini ma, non per questo, ne sanciscono l'appartenenza.
Anche se partoriti da donne. E con la stessa sofferenza che un parto sempre comporta. E che senza le urla e le spinte delle doglie mai sarebbero stati buttati fuori e di sicuro sarebbe stato meglio, avendone consapevolezza, abortirli.
Perché non è vero che tutte le vite sono sacre.
Uccidiamo il mastino che assale il padrone. Un animale regolato dall'istinto e che, a volte, ubbidisce ad un primitivo richiamo ancestrale o solo si ribella alle vessatorie regole imposte dalla catena.
Ma un cane non ha dovere di etica o di morale. Quindi di pensiero.
Un uomo, invece, dovrebbe.
Qualunque sia la sua estrazione sociale, il suo credo, il suo posto nel mondo.
Al di là di ogni generosa giustificazione, che la nostra ultra permissiva società concede, esistono atti che mai si potrebbero giustificare, tanto sono immondi e devastanti, per chi li subisce.
Che la bestialità degli uomini comunque trova protezione ed attenuanti nei codici e nei codicilli.
Una parola buona nella chiesa. Una mano tesa nelle istituzioni. Una notorietà nei media.
Predatori.
Una volta solo lugubri leggende. Oggi star visibilissime. Attori in nuce.
Stupratori.
Che i riflettori si accendino: il set è gremito di super star.
Marilena
martedì 14 ottobre 2008
Gli spari contro
Contro quelli che parlano di lavoro e non si sono mai sporcati davvero le mani con il lavoro fisico.
Che non conoscono la pesantezza degli attrezzi della fatica. Che mai sono stati costretti ad alzarsi all'alba, col cielo ancora buio, già stanchi ancora prima d'iniziare la nuova giornata.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che parlano di democrazia ed uguaglianza e sono in cima alla piramide, privilegiati ed inutili, e dettano le regole per chi, invece, è alla base di quella piramide. Una classe politica lontana mille anni luce dalla realtà di un mondo molto più complesso e articolato. Frastornato.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che fanno informazione, prostrati ai piedi dei dinosauri dell'editoria e dei potenti di turno, asserviti ai bisogni delle multinazionali e che nascondono, invece di mostrare, tacciono, invece di denunciare.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che dovrebbero difendere i diritti dei più deboli e portare alla luce le ragioni dei giovani e di coloro che, nel lavoro e nella vita, non hanno alcuna certezza di un futuro, ma, invece, scientemente ignorano le nuove realtà e pretestuosamente esistono, solo per tutelare chi ha già garanzie accertate.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che dovrebbero mettere finalmente in atto quello che da secoli molto teatralmente vanno predicando ed imponendo, dai balconi di San Pietro e dagli altari delle chiese di tutto il mondo, ma che, alla luce della ragione si smentiscono, sputtanando il loro Dio e le sue parole. Prediche facili, ed ancora una volta, schifosissimi privilegi.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro le rock star e i divi, pianificati a tavolino, prodotti commerciali creati per arricchire le "major"e gli spacciatori di gossip, per ingannare in un sogno di facile illusione chi è troppo debole di mente, troppo stanco per pensare o, naturalmente acefalo. I "belli e dannati" che alloggiano in alberghi di lusso per consumare serate di droga (quella buona e non la roba della strada, tagliata e mortale) con le loro puttane di alto bordo, distruggendo nel colmo degli eccessi e trattando male chi per loro lavora o ne deve venire a contatto. Mentre nei testi delle loro canzoni vanno falsamente urlando di ribellione e blaterando di disagio della vita.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro tutti quelli che si lamentano e piagnucolano, ma si guardano la Tv spazzatura, credono ai Tg, comprano gossip, che continuano a ripetere tanto non cambia niente, e se c'è uno sciopero vanno comunque a lavorare o, peggio, fanno pure gli straordinari (perchè sono comunque soldi), ed ognuno salvaguarda solo la propria misera realtà individuale, propagandando poi sterile rassegnazione, senza base nè costrutto, anche ai propri figli.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
GLI SPARI CONTRO: TIRIAMO GIU' QUESTA GENTE, INUTILE, E DELETERIA, DALLA CIMA DELLA PIRAMIDE E COSTRINGIAMOLA FINALMENTE AD ASSAGGIARE LA DUREZZA DELLA REALTA' DELLA VITA VERA, CHE NON E' CERTAMENTE QUELLA DELLA LORO QUOTIDIANITA'. TENTIAMO DI RISTABILIRE LE BASI PER UN DISCORSO DI DEMOCRAZIA E DI DIRITTO. FRENIAMO SOPRATUTTO L'EPIDEMIA DILAGANTE DEL "PENSIERO OTTUSO"
IL POTERE LO ABBIAMO NOI, MA QUESTO IMPLICA UNA NOSTRA DIRETTA MESSA IN GIOCO, PER QUESTO E' MOLTO PIU' FACILE ABBRACCIARE IL FATALISMO, IL POPULISMO, LA RELIGIONE, IL QUALUNQUISMO.
CREDERE E' PIU' FACILE CHE PENSARE.
SPEGNIAMO LA TV, NON LEGGIAMO I LORO GIORNALI, NON CREDIAMO ALLA LORO DEMAGOGIA, NON COMPRIAMO I LORO DISCHI, NON ANDIAMO AI LORO CONCERTI, NON ASCOLTIAMO I LORO SERMONI, NON APPLAUDIAMO PIU' AL CIRCO OSCENO DEI LORO NANI E DELLE LORO BALLERINE.
QUANDO SMETTEREMO DI ESSERE SOLO CONSUMATORI E MENTI PASSIVE, AUTOCONVINTI ALLA RASSEGNAZIONE, TORNEREMO A SCOPRIRCI UOMINI PENSANTI E AVREMO DI NUOVO QUALCHE SPERANZA.
I NANI E LE BALLERINE SPARIRANNO COME PER MAGIA. PRODOTTI CHE PERDONO CONSENSI E SHARE, INAPPETIBILI COSI' A QUALSIASI SPONSOR, SARA' LA LORO STESSA LEGGE DI MERCATO A FOTTERLI.
IL CIRCO VA IN SCENA SOLO SE HA UN PUBBLICO CHE LO GUARDA.
Che non conoscono la pesantezza degli attrezzi della fatica. Che mai sono stati costretti ad alzarsi all'alba, col cielo ancora buio, già stanchi ancora prima d'iniziare la nuova giornata.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che parlano di democrazia ed uguaglianza e sono in cima alla piramide, privilegiati ed inutili, e dettano le regole per chi, invece, è alla base di quella piramide. Una classe politica lontana mille anni luce dalla realtà di un mondo molto più complesso e articolato. Frastornato.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che fanno informazione, prostrati ai piedi dei dinosauri dell'editoria e dei potenti di turno, asserviti ai bisogni delle multinazionali e che nascondono, invece di mostrare, tacciono, invece di denunciare.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che dovrebbero difendere i diritti dei più deboli e portare alla luce le ragioni dei giovani e di coloro che, nel lavoro e nella vita, non hanno alcuna certezza di un futuro, ma, invece, scientemente ignorano le nuove realtà e pretestuosamente esistono, solo per tutelare chi ha già garanzie accertate.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro quelli che dovrebbero mettere finalmente in atto quello che da secoli molto teatralmente vanno predicando ed imponendo, dai balconi di San Pietro e dagli altari delle chiese di tutto il mondo, ma che, alla luce della ragione si smentiscono, sputtanando il loro Dio e le sue parole. Prediche facili, ed ancora una volta, schifosissimi privilegi.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro le rock star e i divi, pianificati a tavolino, prodotti commerciali creati per arricchire le "major"e gli spacciatori di gossip, per ingannare in un sogno di facile illusione chi è troppo debole di mente, troppo stanco per pensare o, naturalmente acefalo. I "belli e dannati" che alloggiano in alberghi di lusso per consumare serate di droga (quella buona e non la roba della strada, tagliata e mortale) con le loro puttane di alto bordo, distruggendo nel colmo degli eccessi e trattando male chi per loro lavora o ne deve venire a contatto. Mentre nei testi delle loro canzoni vanno falsamente urlando di ribellione e blaterando di disagio della vita.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
Contro tutti quelli che si lamentano e piagnucolano, ma si guardano la Tv spazzatura, credono ai Tg, comprano gossip, che continuano a ripetere tanto non cambia niente, e se c'è uno sciopero vanno comunque a lavorare o, peggio, fanno pure gli straordinari (perchè sono comunque soldi), ed ognuno salvaguarda solo la propria misera realtà individuale, propagandando poi sterile rassegnazione, senza base nè costrutto, anche ai propri figli.
NON AVETE IL DIRITTO DI PARLARE!
GLI SPARI CONTRO: TIRIAMO GIU' QUESTA GENTE, INUTILE, E DELETERIA, DALLA CIMA DELLA PIRAMIDE E COSTRINGIAMOLA FINALMENTE AD ASSAGGIARE LA DUREZZA DELLA REALTA' DELLA VITA VERA, CHE NON E' CERTAMENTE QUELLA DELLA LORO QUOTIDIANITA'. TENTIAMO DI RISTABILIRE LE BASI PER UN DISCORSO DI DEMOCRAZIA E DI DIRITTO. FRENIAMO SOPRATUTTO L'EPIDEMIA DILAGANTE DEL "PENSIERO OTTUSO"
IL POTERE LO ABBIAMO NOI, MA QUESTO IMPLICA UNA NOSTRA DIRETTA MESSA IN GIOCO, PER QUESTO E' MOLTO PIU' FACILE ABBRACCIARE IL FATALISMO, IL POPULISMO, LA RELIGIONE, IL QUALUNQUISMO.
CREDERE E' PIU' FACILE CHE PENSARE.
SPEGNIAMO LA TV, NON LEGGIAMO I LORO GIORNALI, NON CREDIAMO ALLA LORO DEMAGOGIA, NON COMPRIAMO I LORO DISCHI, NON ANDIAMO AI LORO CONCERTI, NON ASCOLTIAMO I LORO SERMONI, NON APPLAUDIAMO PIU' AL CIRCO OSCENO DEI LORO NANI E DELLE LORO BALLERINE.
QUANDO SMETTEREMO DI ESSERE SOLO CONSUMATORI E MENTI PASSIVE, AUTOCONVINTI ALLA RASSEGNAZIONE, TORNEREMO A SCOPRIRCI UOMINI PENSANTI E AVREMO DI NUOVO QUALCHE SPERANZA.
I NANI E LE BALLERINE SPARIRANNO COME PER MAGIA. PRODOTTI CHE PERDONO CONSENSI E SHARE, INAPPETIBILI COSI' A QUALSIASI SPONSOR, SARA' LA LORO STESSA LEGGE DI MERCATO A FOTTERLI.
IL CIRCO VA IN SCENA SOLO SE HA UN PUBBLICO CHE LO GUARDA.
lunedì 29 settembre 2008
Eluana
L' hanno messa in croce e, mentre lei agonizza ormai da un tempo interminabile, ai piedi del Monte Sinai i Dottori della Chiesa e gli Onorevoli e Senatori di questa Repubblica, discutono dotte diatribe sulla sacralità della vita. Ovviamente di vite a loro totalmente estranee e lontane.
Quanti anni dura il suo martirio?
Una Chiesa più umana le avrebbe già concesso la pietà della morte, ed uno Stato di diritto avrebbe, dignitosamente, rispettato il suo volere.
Ho sempre pensato che il martirio, come l'eroismo, sia una scelta e non una imposizione: Dio HA SCELTO la croce, Eluana, invece, non ha mai avuto nessuna possibilità di scelta, le è stata arrogantemente imposta, ma da chi? da un Dio Cannibale con tendenze al sadismo, la bocca sporca di sangue e l'eccitazione per il dolore?
Io che sono atea rifiuto comunque questa immagine perchè nonostante tutto continuo a credere nella coscienza e nel buon senso degli uomini, quelli comuni, quelli che vivono in questo mondo a contatto con le difficoltà, le ingiustizie e gli orrori della quotidianeità, e che non sono di certo coloro che fanno i loro proclami dall'alto degli scranni di un palazzo o dal balcone di una cattedrale.
Loro, nel momento della verità, magari rifiuteranno quella croce, così facilmente imposta al resto del mondo, perchè sicuramente avranno talmente ben lavorato per se stessi che non vedranno mai le stanze squallide di un hospice, e non proveranno mai la disperazione di un corpo senza più speranza. Di sicuro, dopo una vita privilegiata avranno, se occorre, una morte privilegiata.
E un biglietto per il paradiso.
I Dottori della Chiesa e gli Onorevoli e Senatori della nostra Repubblica hanno di diritto aquisito l'onore di sedere alla destra di Dio Padre.
Marilena
Quanti anni dura il suo martirio?
Una Chiesa più umana le avrebbe già concesso la pietà della morte, ed uno Stato di diritto avrebbe, dignitosamente, rispettato il suo volere.
Ho sempre pensato che il martirio, come l'eroismo, sia una scelta e non una imposizione: Dio HA SCELTO la croce, Eluana, invece, non ha mai avuto nessuna possibilità di scelta, le è stata arrogantemente imposta, ma da chi? da un Dio Cannibale con tendenze al sadismo, la bocca sporca di sangue e l'eccitazione per il dolore?
Io che sono atea rifiuto comunque questa immagine perchè nonostante tutto continuo a credere nella coscienza e nel buon senso degli uomini, quelli comuni, quelli che vivono in questo mondo a contatto con le difficoltà, le ingiustizie e gli orrori della quotidianeità, e che non sono di certo coloro che fanno i loro proclami dall'alto degli scranni di un palazzo o dal balcone di una cattedrale.
Loro, nel momento della verità, magari rifiuteranno quella croce, così facilmente imposta al resto del mondo, perchè sicuramente avranno talmente ben lavorato per se stessi che non vedranno mai le stanze squallide di un hospice, e non proveranno mai la disperazione di un corpo senza più speranza. Di sicuro, dopo una vita privilegiata avranno, se occorre, una morte privilegiata.
E un biglietto per il paradiso.
I Dottori della Chiesa e gli Onorevoli e Senatori della nostra Repubblica hanno di diritto aquisito l'onore di sedere alla destra di Dio Padre.
Marilena
martedì 29 luglio 2008
Maledetto biglietto per il paradiso
Amaranta trasporta Iggy, il Killer salamandra, attaccato ai capelli come un macabro orpello, io mi porto sulle spalle la pesante croce con su inchiodati gli occhi di mia madre.
Vorrei che Iggy, con un colpo di pistola, centrasse la tempia proprio sotto la scritta INRI, per chiudere quegli occhi imploranti e darle finalmente un sonno vero.
FOTTETEVI TUTTI VOI CHE SANTIFICATE IL DOLORE E LA SOFFERENZA, SE PER VOI QUESTO E' IL GIUSTO PREZZO PER IL PARADISO PAGATELO PURE MA NON COSTRINGETE CHI DISSENTE A METTERSI IN FILA PER L'ENTRATA.
QUALE ESALTAZIONE C'E' NEL MARTIRIO?
LO STRAZIO DELIRANTE DEL CORPO E LA DEVASTAZIONE DELLA MENTE E LA SOFFERENZA DELLE FERITE DEGLI STRUMENTI CHE MANTENGONO IN VITA, QUELLA VITA CHE SCORRE VIA TROPPO LENTAMENTE, COME POLVERE IN UNA CLESSIDRA E TI CONDANNA, NEI MOMENTI DI LUCIDITA', ALL'ETERNITA' DELL'ATTESA DI UNA MORTE PIETOSA ED INVANO IMPLORATA.
PAGATELO VOI, IPOCRITI DI MERDA, QUESTO VOSTRO MALEDETTO BIGLIETTO PER IL PARADISO MA NON IMPONETE LA VOSTRA BIBBIA A CHI HA VISIONI DIVERSE E FERMAMENTE CREDE NEL LIBERO ARBITRIO
Marilena
Vorrei che Iggy, con un colpo di pistola, centrasse la tempia proprio sotto la scritta INRI, per chiudere quegli occhi imploranti e darle finalmente un sonno vero.
FOTTETEVI TUTTI VOI CHE SANTIFICATE IL DOLORE E LA SOFFERENZA, SE PER VOI QUESTO E' IL GIUSTO PREZZO PER IL PARADISO PAGATELO PURE MA NON COSTRINGETE CHI DISSENTE A METTERSI IN FILA PER L'ENTRATA.
QUALE ESALTAZIONE C'E' NEL MARTIRIO?
LO STRAZIO DELIRANTE DEL CORPO E LA DEVASTAZIONE DELLA MENTE E LA SOFFERENZA DELLE FERITE DEGLI STRUMENTI CHE MANTENGONO IN VITA, QUELLA VITA CHE SCORRE VIA TROPPO LENTAMENTE, COME POLVERE IN UNA CLESSIDRA E TI CONDANNA, NEI MOMENTI DI LUCIDITA', ALL'ETERNITA' DELL'ATTESA DI UNA MORTE PIETOSA ED INVANO IMPLORATA.
PAGATELO VOI, IPOCRITI DI MERDA, QUESTO VOSTRO MALEDETTO BIGLIETTO PER IL PARADISO MA NON IMPONETE LA VOSTRA BIBBIA A CHI HA VISIONI DIVERSE E FERMAMENTE CREDE NEL LIBERO ARBITRIO
Marilena
domenica 30 marzo 2008
Quanto dolore bisogna sopportare per aver diritto al vostro paradiso?
Oggi proprio non ce la faccio. Non riesco a sentire il sole. Non riesco a liberarmi del buio.
Inutile la mia serata di ieri con gli amici, come inutile il mio sfaccendare inconcludente per la casa.
Nemmeno la voce, calda e rassicurante, del mio amore riesce a distogliermi da questo stato d'inquietudine impotente che ormai mi sta travolgendo.
Ma oggi riesco a piangere e questo aiuta.
C'è il sole ma non lo sento, mamma, così come non lo senti tu.
Non siamo mai state davvero vicine eppure oggi, anche se tu non puoi capirlo, ti confesso un'amore incondizionato ed eterno.
Cosa è stata la vita per te?
Tante lenzuola da lavare, bocche da sfamare, incomprensioni e incertezze per il domani, desideri (ma ne hai avuti davvero?) inappagati e sogni forse nemmeno mai immaginati.
Eri davvero bella e questo lo ricordano ancora in molti perchè era indiscutibilmente visibile la tua bellezza. Che ne hai fatto? L'hai consumata sulla pietra della vasca di una terrazza, tra i fornelli di una cucina, nel barcamenarti quotidiano per far quadrare conti che altrimenti non avrebbero coinciso.
Vorrei farti un regalo, mamma, un grande regalo se questo stato confessionale me lo permettesse. Mi prenderei una giornata solo per noi due, ti porterei sulla tua traballante carrozzina nel giardinetto verde della struttura che ti ospita. Sentiresti di nuovo quell'aria che da anni ormai non respiri più. Aria inquinata, ma pur sempre aria libera, e non trasudo di pareti o spifferi di finestra. Le tue mani inquiete cercherebbero di afferrare il vento o i miei capelli o qualunque cosa tu possa intravedere. Finalmete soffi d'aria nella tua bocca sdentata e nella tua gola arida. Aria come acqua. Mormoreresti frasi incomprensibili per me, come quando levavi il "malocchio" e recitavi quella tua formula segreta che non hai mai voluto rivelare a nessuna di noi. Forse avresti paura, dopo tanto tempo, dello spazio aperto, come io avrei paura che un colpo di vento ti farebbe volar lontano.
Ti racconterei di tutti questi anni e del mio malessere così minimo in confronto alla devastazione del tuo male. Ti parlerei di cose e persone che tu hai da tempo ormai dimenticato. Una vita mai davvero vissuta la tua ma alla quale io ora mi ostino di dare un senso per giustificare, in qualche modo, questa fine ingiusta ed impietosa.
Una giornata di aria, di sole e di vento e di parole. Una giornata di confidenze.
Torneremmo poi di nuovo in camera. Ti metterei a letto con vesti fresche di bucato che sanno ancora di aria e di luce, ti stringerei cullandoti tra le mie braccia e ti racconterei una favola bellissima a cui mi sforzerei di credere anche io: c'era una volta la città dell'Eden........
Accarezzerei il tuo braccio-osso cercando la corda grossa e nervosa delle tue vene e con tutta la dolcezza possibile c'infilerei quell'ago che forse ti darebbe davvero la pace.
Ma viviamo in uno stato di merda dove si è costretti a non decidere niente, a sottostare ai credi e alle superstizioni e alle insulse regole di chi decide per noi quanto dolore dobbiamo essere in grado di sopportare prima di aver diritto alla pace della morte.
Stato di merda asservito ad una Chiesa di merda.
Sono atea e in quanto tale disconosco ogni propensione all'inutile martirio se non cercato e, soprattutto, se imposto in nome di una fede che non mi appartiene e di un'etica che sinceramente non riesco a comprendere nella sua mancanza totale di umanità.
Quanto dolore bisogna dover sopportare per avere diritto al vostro paradiso?
Marilena
Inutile la mia serata di ieri con gli amici, come inutile il mio sfaccendare inconcludente per la casa.
Nemmeno la voce, calda e rassicurante, del mio amore riesce a distogliermi da questo stato d'inquietudine impotente che ormai mi sta travolgendo.
Ma oggi riesco a piangere e questo aiuta.
C'è il sole ma non lo sento, mamma, così come non lo senti tu.
Non siamo mai state davvero vicine eppure oggi, anche se tu non puoi capirlo, ti confesso un'amore incondizionato ed eterno.
Cosa è stata la vita per te?
Tante lenzuola da lavare, bocche da sfamare, incomprensioni e incertezze per il domani, desideri (ma ne hai avuti davvero?) inappagati e sogni forse nemmeno mai immaginati.
Eri davvero bella e questo lo ricordano ancora in molti perchè era indiscutibilmente visibile la tua bellezza. Che ne hai fatto? L'hai consumata sulla pietra della vasca di una terrazza, tra i fornelli di una cucina, nel barcamenarti quotidiano per far quadrare conti che altrimenti non avrebbero coinciso.
Vorrei farti un regalo, mamma, un grande regalo se questo stato confessionale me lo permettesse. Mi prenderei una giornata solo per noi due, ti porterei sulla tua traballante carrozzina nel giardinetto verde della struttura che ti ospita. Sentiresti di nuovo quell'aria che da anni ormai non respiri più. Aria inquinata, ma pur sempre aria libera, e non trasudo di pareti o spifferi di finestra. Le tue mani inquiete cercherebbero di afferrare il vento o i miei capelli o qualunque cosa tu possa intravedere. Finalmete soffi d'aria nella tua bocca sdentata e nella tua gola arida. Aria come acqua. Mormoreresti frasi incomprensibili per me, come quando levavi il "malocchio" e recitavi quella tua formula segreta che non hai mai voluto rivelare a nessuna di noi. Forse avresti paura, dopo tanto tempo, dello spazio aperto, come io avrei paura che un colpo di vento ti farebbe volar lontano.
Ti racconterei di tutti questi anni e del mio malessere così minimo in confronto alla devastazione del tuo male. Ti parlerei di cose e persone che tu hai da tempo ormai dimenticato. Una vita mai davvero vissuta la tua ma alla quale io ora mi ostino di dare un senso per giustificare, in qualche modo, questa fine ingiusta ed impietosa.
Una giornata di aria, di sole e di vento e di parole. Una giornata di confidenze.
Torneremmo poi di nuovo in camera. Ti metterei a letto con vesti fresche di bucato che sanno ancora di aria e di luce, ti stringerei cullandoti tra le mie braccia e ti racconterei una favola bellissima a cui mi sforzerei di credere anche io: c'era una volta la città dell'Eden........
Accarezzerei il tuo braccio-osso cercando la corda grossa e nervosa delle tue vene e con tutta la dolcezza possibile c'infilerei quell'ago che forse ti darebbe davvero la pace.
Ma viviamo in uno stato di merda dove si è costretti a non decidere niente, a sottostare ai credi e alle superstizioni e alle insulse regole di chi decide per noi quanto dolore dobbiamo essere in grado di sopportare prima di aver diritto alla pace della morte.
Stato di merda asservito ad una Chiesa di merda.
Sono atea e in quanto tale disconosco ogni propensione all'inutile martirio se non cercato e, soprattutto, se imposto in nome di una fede che non mi appartiene e di un'etica che sinceramente non riesco a comprendere nella sua mancanza totale di umanità.
Quanto dolore bisogna dover sopportare per avere diritto al vostro paradiso?
Marilena
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