Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.
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domenica 10 novembre 2013

Mr Nativity (nona parte)

- Questa tua decisione significa la fine della nostra amicizia -
La voce di Camilla è ferma mentre pronuncia questa condanna, crudelmente coerente con quella sua ferrea intransigenza tramite la quale ha costruito la perfezione di se stessa, e del mondo che la circonda.
Un mondo che non ammette ripensamenti.
- Questa mia decisione significa un'ulteriore possibilità di salvezza per tutti noi -
Controbatto, cercando d'impostare il tono della mia voce su quello stesso suo.
- Non vedo nessuna salvezza ma solo uno spreco assoluto di risorse e di possibilità, finalizzate, con questa tua decisione sventata, al niente e, puoi crederci Mari, non ce ne saranno altre di simili nel tuo futuro. Per quel che mi concerne getto la spugna: fa quello che vuoi ma d'ora in poi non contare più su di me -
Conclude categorica.
 Riesco solo a sussurrare mi dispiace, ma lei s'è già allontanata diretta alla volta di Leonard, del quale non riesco a vedere che la sua breve ombra, baluginante ed incerta, sullo sfondo redivivo dell'antro dove, dal sottosuolo, riecheggiano di nuovo  i passi di sentinella di Iggy, lo psicotico killer salamandra, mentre dai bagliori delle ultime braci che vanno spegnendosi nel camino, emerge nitida la sagoma di Lizard, la lucertolina bionda, raggomitolata ad esse, a bearsi stupita di quel tepore aggiuntivo e fuori stagione. Sulla parete dove Kilroy, il freak graffiti writer, s'è mimetizzato, ora campeggia, cubitale e fluorescente, la sua tag, KLR666, sotto il disegno di due dita divaricate nel segno della vittoria, e un raggio di sole illumina la meravigliosa tela della maternità apocrifa del Caravaggio, dove una Madonna dagli occhi impudici, (quelli di Amaranta, la mia alter ego) ninna uno scettico Bambinello dallo sguardo disincantato (BLOG, il mio figlio obeso e nichilista)

- Stupid crazy woman -
Mi sorride Mr Nativity, porgendomi la mano, e sembra non avercela con me.
- Stupida pazza donna -
Traduce, a mio beneficio e in un italiano perfetto, sorridendomi con simpatia e commiserazione.

- Stupida pazza donna  ...davvero credi d'aver vinto tu? In realtà non è mai stata contemplata nessuna possibilità di una tua vittoria, qualunque scelta tu avessi fatto. Mi sarei dunque gratuitamente preso tanto disturbo per una persona insignificante come te? Bada bene che pur nutro nei tuoi confronti, in virtù del tuo odierno rifiuto, una qualche remota ammirazione, che pochi avrebbero resistito alle mie appetibili lusinghe e, ancor meno, si sarebbero battuti per preservare una realtà drammaticamente modesta, come la tua, a scapito di una più gloriosa e scintillante. Ma non è stato il tuo rifiuto a decretare la sorte di Camilla, la meravigliosa creatura dal cuore irremovibile, l'arcangelo dei perdenti e degli imperfetti, lei così gloriosa e fulgida che non meritava questo tuo, seppur amorevole, ko, perché alla fine è stata lei stessa a stabilire il suo destino scegliendo di credere a me e non a te. Ora è definitivamente mia. Ma non crucciarti lo è sempre stata e, se avessi voluto, fin da subito, che per me questo del possesso delle anime è un gioco da ragazzi, se non fosse che mi annoiano le conquiste facili, seppur con lei avrei voluto fare sul serio, mi è sempre piaciuta più di ogni altra, sarebbe stata una magnifica Mrs Nativity,  la mia compagna ideale, la cui natura, altera ed incorruttibile, avrebbe controbilanciato la mia, irrimediabilmente predisposta all'inganno. Si è data tanto da fare per te, una generosità commovente alla quale tu hai anteposto, invece, come priorità, la sopravvivenza di quei tuoi mostriciattoli parassiti. Rassegnati, che avrei vinto comunque, e non lo dico per consolarti, lei sarebbe stata mia in ogni caso, sia che tu avessi optato per la strada del successo, che avrei reso grandioso al di sopra delle sue stesse aspettative (le tue non le prendo neppure in considerazione, che pare tu non ne abbia), sia in previsione di un tuo rifiuto, (esattamente com'è avvenuto) cosicché lei ora svilupperà tali e tanti sensi di colpa nei miei confronti (ricordati che per mettermi in cattiva luce hai usato termini molto forti  e poco ragguardevoli) che vorrà fare ammenda e risarcirmi in tua vece -
- Avrei dovuto accettare passivamente la distruzione del mio mondo? Quello, almeno, l'ho salvato! -
- Ma dai, stai scherzando vero? E secondo te sarei stato io l'artefice della minacciosa visione dell'apocalisse in cui sarebbero periti i tuoi mostriciattoli? Hai fatto tutto tu, sono proiezioni della tua fantasia ansiogena tendente al paranoico, io non ho mosso un dito, e se non fosse stato per il freddo polare del tuo salotto, mi sarei anche divertito contribuendo a render più reale il tutto. Adrenalina alle stelle, baby, come non hai mai provato in vita tua. Ma avevo fretta di concludere e tornare al mio ranch di Fournace Creek con la mia incantevole preda tra le braccia, proprio come tu hai predetto. Ora devo andare, Camilla mi sta aspettando, credo che non la vedrai per un bel po, forse mai più, è davvero troppo arrabbiata con te, l'hai presa a pugni quando lei ti offriva il mondo. No, non ti perdonerà mai, piuttosto, però, se tu dovessi cambiare idea e avvalerti della mia consulenza, in forma assolutamente anonima, batti un colpo ed io mi farò vivo: a te la garanzia del successo e a me il 70% degli utili - 

venerdì 8 novembre 2013

Mr Nativity (ottava parte)

Chi sono io?
Una donna che si diletta della finzione, una scrittrice e di modeste pretese, ma se accettassi, in nome del successo e della popolarità, i benefici derivanti dalla messinscena, diventerei io stessa una finzione, una marionetta che per agire ha bisogno del suo burattinaio. Parlerei con la sua voce di ventriloquo e, senza la guida dei suoi fili ad organizzare i miei movimenti, come una cieca mi agrapperei all'aria.
Non avrei più nemmeno diritto alla mia quota di errori, condannata per l'eternità ad evitare quei passi falsi che svelerebbero l'imbroglio. Ma io quel mio tutto lo sto già perdendo: il mio universo metafisico popolato di creature fantastiche, paranoiche, assurde e sensuali, in cambio della mia integrazione in un mondo altrettanto fittizio, ma estraneo.
Se non accetto il baratto forse salvo, oltre me stessa anche Leonard, offrendogli, con la sua prima sconfitta, il passaporto per quel mondo reale a cui, infondo, aspira appartenere.

- Non se ne fa più nulla -
Affermo a voce alta dal mio angolo di stanza.
- Non se ne fa più nulla -
Ribadisco.
Camilla alza la testa dal computer, mi fissa incredula.
- Non se ne fa più nulla -
Ripeto.

Lei ora mi è vicina, pallida, incapace di parlare, mi afferra per le braccia, senza un vero intento aggressivo m'inchioda alla sedia per evitare una mia uscita di scena. Ma io non ho nessuna intenzione di fuggir via, voglio spiegare le ragioni del mio rifiuto, soprattutto a lei, anche se già so che sarà impossibile l'intesa, come già altre volte è accaduto, che scontrarsi con la sua anima intransigente è finire ko prima ancora d'aver indossato i guantoni.
Ma io non voglio boxare, soprattutto non voglio che questa volta, la prima nella storia della nostra amicizia, sia lei a finire al tappeto. Un' umiliazione che non merita.

La prima sconfitta per l'Imperatrice Camilla, la mia biografa, rappresenterebbe per lei una fine.
La prima sconfitta per Leonard Nativity, il creativo più grande del pianeta, rappresenterebbe per lui un inizio.
Per me stessa, invece, una questione di sopravvivenza.

- Mettiamola così: non sarò il predellino che farà guadagnare al tuo amico centimetri in altezza e in stima, per elevarsi fino a te. Non gli permetterò di far nulla per me così non potrà esigere nulla da te. -
- Stai delirando, Mari. Sei la persona più instabile, e paranoica, che io conosca. Soprattutto non ti concedo lo strampalato alibi del rifiuto con intento salvifico. Conosco Leonard da moltissimi anni, abbiamo collaborato altre volte e non mi ha mai chiesto niente in cambio. E' un abile costruttore di verità apparenti, ma tutto quello che produce ha il consenso finale di chi a lui si rivolge, certificato nero su bianco. E nessuno s'è mai lamentato -
- Ovvio, se vendi l'anima al diavolo sai già che non puoi riaverla indietro -
- Leonard, dunque, sarebbe Mefistofele? Hai letto troppi libri e passi troppo tempo da sola in questo caravanserraglio popolato di "presenze", come tu le chiami, una più malata dell'altra. Hai sempre avuto l'attitudine di mutare in fantastico anche le cose più banali, hai trasformato perfino me in un personaggio. Ma io ti voglio bene e mi sono prestata al gioco intuendo in te potenzialità che avrebbero prodotto nel tempo qualcosa di grandioso, se solo la tua abnegazione fosse stata pari alla tua immaginazione. Non conosco nessun altro con una vita così vuota e una mente così affollata -
- Lui ha cominciato a costruire questa storia nel momento stesso in cui ti ha vista. Quelle collaborazioni, che tu vanti, e per le quali non t'ha chiesto nulla in cambio, erano già scritte nel suo copione. Ha materializzato per te questa sua realtà parallela: il ranch pieno di trappole di Furnace Creek, la sua incurabile anemia, la sua relazione con un lottatore di sumo. Non è vero niente. Non esiste niente. Lo ha realizzato perché tu lo credessi vero, stravagante ed unico, e t'innamorassi di lui, perchè l'unica cosa vera di tutta questa storia, Camilla, è il suo amore per te. Io sono solo un mezzo di cui lui si sta servendo per giungere a te, e non importa se questo comporterà la distruzione del mio mondo, un cataclisma in cui io stessa, esaurita la mia funzione, sarò condannata, al pari delle mie creature, a morire. Non una morte fisica, certo, ma quella forse più crudele dell'amnesia irreversibile. Insieme a me moriresti anche tu, definitivamente cancellata dalla mia memoria e da quella del mondo, senonché, puoi scommetterci, l'attimo prima della fine si materializzerà, tra le nebbie della tua incoscienza, Mr Nativity, che cavallerescamente ti prenderà  tra le sue braccia per portarti in salvo nel suo ranch -

lunedì 4 novembre 2013

Mr Nativity (settima parte)

La mia consapevolezza in cambio del successo: la cancellazione del mio mondo a favore di un fuorviante fondale scenico che, seppur temporaneo, stà già sbiadendo la realtà del mio antro.
Questo il diabolico baratto che io dovrei accettare.
Ora, alla luce della verità appena emersa, la scoperta dell'amore folle di Mr Nativity per la mia biografa, la sublime Camilla, sono costretta a rivedere, e in fretta, la mia posizione e la mia disponibilità al riguardo di quest'affare.
 Sulle mie spalle grava la responsabilità delle creature dell'antro da cui, esclusivamente da me, dipende la loro sorte, come ora anche quella della mia biografa che non ha visto, o sconsideratamente sottovalutato, ciò a cui mira Mr Nativity: l'accesso alla sua anima.
E' quello il rifugio ultimo a cui lui aspira.
Null'altro gl'interessa.
Null'altro vale la pena.

Da quando è arrivato non s'è mai tolto il cappotto nè quel suo ridicolo cappello.
Non credo che sia solo per via del freddo patologico di cui soffre ma, piuttosto, per acquisire accanto alla statuaria Camilla, volume, peso ed altezza, cosicché gli strati di pesante panno servono a nascondere un corpo inconsistente e l'anacronistica tuba a ripristinare un'equità d'altezza, che l'essenza di Mr Nativity è volatile, simile a quella di un gas la cui temperatura d'ebollizione è molto al di sotto della temperatura ambiente, e che se non fosse per l'odore acre, neppure ci si accorgerebbe della sua presenza.

Dalla mia postazione strategica, al centro della stanza, osservo Leonard e Camilla chini sul portatile di lei, le lunghe, pallide dita dell'Imperatrice e quelle inanellate d'argento di Leonard, sfiorarsi come per caso, ritrarsi e poi cercarsi di nuovo, complici sulla tastiera condivisa del computer.
E' iniziata la caccia.

Dal dipinto del Caravaggio il colore sta diluendo in rigagnoli filamentosi e sottili che traboccano, dalla sontuosa cornice barocca, come acqua di piena da un dirupo, dove galleggiano, trasportati dai marosi, i corpi senza vita di Amaranta, la mia alter ego, e di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista.
Di Kilroy, il freak graffiti writer, è sparita ogni traccia, inghiottito dal muro.
Lizard, la lucertolina bionda, intontita dal calore cerca ristoro nelle fiamme del camino, come fossero onde di un mare in tempesta, mentre dal sottosuolo non giunge più l'eco minacciosa dei passi di Iggy, il killer salamandra.

Come in un racconto dell'orrore, quando non c'è più scampo ed il destino è ormai segnato, la verità, nella sua interezza, s'affaccia limpida alla mia mente.
L'ultima verità del condannato a morte, quella che si vorrebbe gridare se la voce non fosse stata inghiottita della paura, e allora non rimane altro che rimettersi nelle mani del boia, sperando che concluda in fretta il suo triste lavoro così da evitarci un supplemento d'agonia, e l'umiliazione di pisciarci addosso.

...Dunque tu chi sei?
Una parte di quella forza che vuole sempre il male e crea sempre il bene...Io sono una parte della Tenebra che generò la luce.
(Citazione dal "Faust" di Goethe  
Incipit de "il Maestro e Margherita" di Bulgakov)

Però io ho pena per quest'uomo solitario, preda del delirio dell'amore, una febbre di cui non sa nulla ma che pur vorrebbe sperimentare nella sua interezza, lacrime comprese, seppur egli non ha pianto mai in vita sua ma piuttosto ha fatto piangere, spesso senza neppure averne consapevolezza, con la cattiveria innocente di un bambino.
Ma nonostante tutto il male che egli possa aver prodotto sarà sempre il mondo ad essere in debito con lui, il costruttore di sogni,  quella parte di tenebra che genera la luce, anche se questa verità non verrà mai riconosciuta perché l'arroganza impenitente degli uomini è pari, se non superiore, a quella di quel Dio che, dopo avergli concesso il dono di una mente prodigiosa, gli ha inflitto lo sberleffo di un corpo inadeguato, condannandolo per sempre alla solitudine.
Il martirio della croce è durato una sola notte, il suo, invece, tutta la vita.
Ne avrebbe, dunque, di motivi validi per odiare Dio e la razza degli uomini, ma non odia nessuno e lo dimostra svolgendo in maniera impeccabile il suo lavoro (a differenza di Dio che troppo spesso si diletta dell'incompiuto) sfruttando al meglio il suo genio per materializzare sogni per conto terzi, un proficuo divertissement in attesa di vivere il suo proprio sogno che mai, però, vorrebbe illusorio, costruito ad arte: il prodotto di una combine.
Rifiuterebbe tutte le scorciatoie, ben disposto a pagare il suo tributo in patimenti, sconfitte e delusioni, pur di svegliarsi un mattino e non essere più lui.
Felicemente anonimo.
Felicemente non più Leonard.

- Who are you?-


venerdì 1 novembre 2013

Mr Nativity (sesta parte)

- We're a couple!-
Afferma Leonard sorridendomi e sollevando, nel gesto del brindisi, la tazza di latte bollente.
Siamo scopertamente a vis a vis e, da quando Mr Nativity ha fatto la sua comparsa nell'antro, ho finalmente agio di studiarne la fisionomia nei dettagli. Solo ora noto la minuscola punta di diamante incastonata tra gli incisivi; l'occhio destro azzurro scuro e il sinistro azzurro cielo; le orecchie piccole, da gorilla, ai lati della testa che, per via del cappello a cilindro, appare sproporzionata al resto del corpo; le mani sono belle, seppur piccole, con le dita inanellate d'argento come quelle di un principe medievale. La voce è suadente, leggermente roca e nella pronuncia trascina la erre: un vezzo e non un difetto.

 - Strange but true -
Rispondo io nel mio  inglese analfabeta. 
Forse sono anche arrossita, e non solo per via della mia inadeguatezza linguistica.
- I'm sorry, Leonard, I do not speak English -
Mi sento in dovere di confessare, come se lui non se ne fosse accorto.
  
-I do not even  speak Italian, but it is not so important to talk. We need to stage a play silent but convincing. Words are not necessary, the public will write the script -
E' incoraggiante e, presumo, anche paziente. Quante doti vado scoprendo!

- Abbiamo bisogno di mettere in scena una recita muta ma convincente. Le parole non sono necessarie, sarà il pubblico a scrivere la sceneggiatura - 
La traduzione solerte dell'Imperatrice: una conferma del progetto e una rassicurazione aggiuntiva, nel tono delle loro voci, che tutto andrà per il verso giusto.

Devo fidarmi...in realtà io mi sto già fidando, sarà veloce ed indolore, come all'inizio promesso, un gioco facile  dove neppure occorre parlare, evitando così il rischio di una battuta sbagliata. Sarà il pubblico a scrivere la sceneggiatura, ammesse tutte le varianti sul tema purché si fantastichi su questa incredibile, inesistente love story, che pur decreterà il debutto in società di Mr Nativity: questo l'asso nascosto nelle impenetrabili maniche del  suo pesante cappotto, che ha la duplice funzione di proteggerlo dal freddo e nasconderlo alla curiosità del mondo.
Ma io nutro il sospetto che, invece, a saperla davvero raccontare è tutta un'altra storia, che sia lui a necessitare dell'attenzione del mondo per mitigare il freddo patologico e la solitudine endemica, sospetto che in quel suo ranch di Furnace Creek non ci sia nessun lottatore di sumo ad attenderlo, ma macchinari fantascientifici, computer, monitor, sale di regia. Immagino perfino un potentissimo telescopio puntato, come una bocca minacciosa di cannone, verso il cielo, perché soltanto Dio gli è rimasto come degno antagonista col quale egli possa, con una qualche soddisfazione, misurarsi, perché per i suoi simili non nutre più, ormai da tanto tempo, né velleità e né curiosità, avendo, per esigenze esistenziali, ridotto il mondo al perimetro di una scacchiera, dove mai nessun giocatore, per quanto abile, è mai riuscito a dargli scacco matto.
Non è distogliere, dunque, da se stesso l'attenzione del mondo ma piuttosto sollecitarla, fare in modo che i riflettori, inconsapevolmente, rimangano sempre accesi su di lui: un abile mossa quel suo nascondersi nell'ombra per rifulgere, all'esterno, di fragorosa luce accecante.
Perché quella è la sola luce che riesce a riscaldarlo e mantenerlo in vita.
E' lui, quindi, ad aver bisogno di me.

Mi guardo intorno, nella fornace che è diventata questa stanza, dove oltre al fuoco del camino arde ora anche la fiammella aggiuntiva di una stufa, Camilla e Leonard, seduti sul divano, amabilmente conversano e fumano. Lei si è tolta la giacca ed è emersa nella seducente trasparenza di un top bianco, ed ecco che tutta la luce pare convergere sul suo busto, candido e tornito, come quello di una statua di Giunone. Mr Nativity, vestito di  nero ed imbacuccato fino alla cima della sua teatrale tuba, è in composta adorazione di ogni gesto, di ogni parola dell'Imperatrice. Di sghembo, un raggio di luce, rivelatore, s'è posato su di lui.

... sul muro dove prima c'era l'ombra di Kilroy, il freak gaffiti writer, è rimasta impressa solo un'umida striatura verticale.
 Lizard, la lucertolina bionda, affascinata dalle fiammelle danzanti, sta concertando l'auto immolazione sulla pira.
Nella tela del Caravaggio, gli occhi verdi di Amaranta, la mia alter ego, e quelli bui di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, scolorano, appannati dall'ombra prematura della morte.

Solo i passi di Iggy, lo psicotico killer salamandra, riecheggiano ancora, furiosi e vitali, sul piancito del sotterraneo dove è stato preventivamente rinchiuso.
L'unico, tra noi, rimasto al riparo dalla voracità  predatoria di quest' uomo diabolico, affamato d'un amore impossibile.

mercoledì 30 ottobre 2013

Mr Nativity (quinta parte)

Camilla - Il progetto è semplice, Mari: dovete mostrarvi insieme ad un evento importante, alla luce del sole e non come clandestini. Il clamore sarà immediato, poiché Leonard, seppur sconosciuto alla massa è assolutamente noto agli addetti ai lavori, quelli che davvero contano, quelli che manovrano da dietro le quinte il mondo dell'editoria e i destini di un autore: editori, manager, pubblic relations, agenti letterari, direttori e consulenti, grafici e correttori di bozze.
Il mondo dell'editoria si divide in due settori: quelli che hanno lavorato con o per lui, e quelli che aspirano lavorarci, anche gratis. Nota è la sua ritrosia a mostrarsi in pubblico e, le pochissime volte che è accaduto, lo si è visto sempre solo. E' gay, il suo compagno è un giapponese, lottatore di sumo. Questa è la verità condivisa con gli amici più  intimi. Forse è vero, forse no, D'altronde questo suo Rikishi nessuno di noi  lo ha mai conosciuto di persona. Magari non esiste, ma Leonard lo si ama anche per questo. Ed è proprio in virtù di questa sua  riservatezza esacerbata che possiamo giocare sulla credibilità dei ruoli.
 Mr Nativity che si mostra per la prima volta in pubblico, in veste privata e in compagnia di una donna misteriosa, sarà una vera notizia bomba. La sua vita reale, comunque, sarà al sicuro, perché nessuno oserà entrare in quel suo ranch super riscaldato e, a quanto si mormora, pieno di pericolosi trabocchetti, e con forse in agguato un lottatore di sumo. Tu, al contrario, dovrai far emergere il tuo antro, renderlo rintracciabile e penetrabile, non troppo facilmente, ovvio, che altrimenti la trama di questa love story fasulla verrebbe scoperta. Non sono così stupidi, né così  ingenui, neppure dall'altra parte e, di certo, come prima cosa si domanderebbero come mai un uomo inaccessibile come Mr Nativity non abbia messo in atto tutte le precauzioni possibili a protezione della privacy della sua donna. E' già una storia questa, Mari, pronta per essere trasformata in mito: l'uomo potente che abita un ranch/fornace in California e la donna sconosciuta che vive nell'antro/frigo in Blogosphere, due mondi assolutamente opposti e, a prima vista, inconciliabili. Così partiranno alla caccia dei vostri punti d'incontro, fiumi di parole, articoli ed illazioni, soprattutto si parlerà di te, ci si ricorderà della tua liaison con Cristiano Diogo De Santos, verranno resuscitati i fatti di Parigi, tu stessa assurgerai a nuovo splendore, sarai la donna di cuori, quella che ha sbaragliato le due splendidi amanti nel cuore de Il Portoghese, e l'unica che ha penetrato quello inviolabile di Mr Nativity. Il fine è quello di sguinzagliare i cacciatori sulle tracce di una ipotetica preda, che non ha nulla di predestinato ma tutto di progettato, e il trucco è che nessuno s'avvede del paradosso sconcertante di quella lepre che mal si nasconde, maldestramente palesandosi con improvvidi capolini per poi rituffarsi nel folto della vegetazione e pochi passi dopo riaffiorare di nuovo alla vista, che basterebbe allungare una mano e acciuffarla per la coda. La magia è che nessuno dei predatori potrà vedere, attraverso i cespugli ad arte disseminati, lo sberleffo, il maramao, l'inchino irridente del gatto con gli stivali nel ruolo della lepre, e anche se il trucco venisse scoperto, saranno loro stessi a non smentire il gioco per non passare alla storia nella veste dei turlupinati. I primi fruitori di notizie sono quelli che le scrivono, sia pure fosse un articoletto di gossip, un fondo pagina, una notiziola di categoria B, purché sia materiale da dilatare, trasformare, evolvere, manipolare, gestire. Perciò preparati, Mari, a contemplare, senza batter ciglio, la menzogna sbandierata come verità, consapevole dello scopo del gioco e del ruolo dei giocatori, perché noi qui li stiamo fornendo del materiale più pregiato alla stesura di una leggenda, concedendo campo illimitato alle stravaganze e all'assurdo, che questo è ciò che accade quando ying e yang si fondono, il ghiaccio e il fuoco, il maschile e il femminile, la mente e il cuore, la fredda logica e la passione istintiva: la creazione ultima di una personalità androgina, ermetica, insondabile, che non scioglie dubbi ma ne alimenta  (il divino Bowie è una creatura di Mr Nativity). Così rasperanno la terra con unghie di mastino e annuseranno rapaci  il tuo odore, convinti di poterti ghermire, e quando alla fine crederanno di aver violato l'impenetrabilità del tuo antro, Mr Nativity, dal suo ranch in California, semplicemente schioccherà le dita, e loro, gli inseguitori, si ritroveranno scaraventati nella realtà parallela di una camera oscura.

lunedì 28 ottobre 2013

Mr Nativity (quarta parte)

M'imbarcherò in quest'avventura e lo farò per Camilla, perchè lei è stata l'unica a credere in me, a  mantenere vivo un sogno che io coltivo ormai solo per disperata inerzia esistenziale.
Ecco perchè non posso tirarmi indietro, lei ci ha investito così tanto in questo progetto, molto più di me che già da qualche tempo, guardandomi prima dentro e poi attorno, ho deciso che non vale la pena scalare le Ande con le mani nude per arrivare agli Appennini, perchè nonostante google maps e gli aerei veloci, per quelli come me continueranno ad essere irraggiungibili.
Ma accetterò il gioco: che almeno una di noi due possa ancora continuare a credere alla possibilità di un traguardo.

- Va bene. Cosa vuoi che faccia? -
La mia voce ha il tono della resa mentre un sorriso luminoso illumina il volto dell'Imperatrice.
- Non te ne pentirai, Mari, te lo giuro. Sei in buone mani. Lui è assolutamente un genio: alla fine lo adorerai.
Lascia che lo informi della tua decisione e... sai, neppure per lui è così semplice, venir fin qui è stato un gesto grande di amicizia nei miei confronti, la stessa immensa amicizia che mi lega a te. Per questo sono così convinta che questa nostra sinergia produrrà ottimi risultati, perché ha come fondamento il perseguimento del bene comune -
Detto questo Camilla s'appresta a tradurre al suo amico, in uno scorrevolissimo inglese, l'epilogo del nostro dialogo mentre, dal dipinto della Maternità Blasfema del Caravaggio, gli occhi verdi della Vergine (in realtà quelli di Amaranta, che guardano attraverso la tela) irridono scintillando, redivivi e maliziosi, la scena casalinga con Camilla e Mr Nativity seduti sul divano a conversare e fumare cigarilli Moods, mentre io sono intenta ad alimentare le fiamme nel camino affinché il mio prezioso ospite non senta troppo freddo anche se, a onor del vero, la stanza ha ormai raggiunto, per i nostri standard umani, temperature da forno crematorio e, sul muro, l'ombra scenica di Kilroy, il piccolo freak graffiti writer, s'è del tutto liquefatta in una striatura d'umido simile alla lacrima scura di un clown.
L'unica a godere di questo caldo infernale è Lizard Monna/Lisa, la lucertolina bionda che, perdendo ogni ritegno, si è fatta lascivamente irretire dalle lusinghe del fuoco ed ora, come ipnotizzata, si protende tutta verso le fiamme nella fanatica offerta di un'ancella sacrificale.

Devo proprio esser folle o, peggio ancora, sentirmi nella situazione in cui non ho più nulla da perdere, per accettare questo intrigo mediatico: una biografia inventata di sana pianta con lo scopo di costruire una leggenda atta a creare aspettative alla vigilia della pubblicazione di questo mio ipotetico libro, con una strategia di marketing già ampiamente collaudata e quasi sempre con successo.
La novità, però, è che questa volta Leonard Nativity, l'uomo più immaginifico del pianeta, non si limiterà ad una regia occulta ma, addirittura, interpreterà il ruolo principale.

Veloce ed indolore: così, l'Imperatrice, ha prospettato questa operazione.
Veloce ed indolore: ma per chi?

Per il rifiuto della mia biografa ad accettare quello che lei definisce "il suo unico  fallimento", quello che deturperebbe il suo sfavillante, perfetto, curriculum professionale.
Per la mia propensione, invece, ad accumularli i fallimenti, e che forse anche un successo improvviso lo vivrei con la stessa identica, caotica drammaticità: quindi ha ragione lei nel volerlo programmare, per rendermene consapevole ed evitare che io ne rimanga schiacciata, trasformandolo in un danno.

Chiari i vantaggi che da questa operazione ne ricaveremmo l'Imperatrice ed io, ma non ne vedo alcuno per Mr Nativity, in questo progetto che prevede la sua partecipazione attiva a scapito della sua leggendaria invisibilità.

sabato 26 ottobre 2013

Mr Nativity (terza parte)

- Dobbiamo metterci al lavoro, Mari, costruire una storia, la tua, fantastica ma credibile al tempo stesso -
L'Imperatrice mi parla con voce suadente e scandendo le parole, come se non  fossi del tutto in grado di capire il senso del discorso.
- Ma guarda...pensavo che la scrittrice fossi io, ma ora scopro che, essendo a tuo parere inadeguata al ruolo, per riabilitarmi sarai tu a scrivere su di me: incredibile!-
- Fantastic -
Traduco acida, rivolta a Mr Nativity che mi ricambia con uno sguardo interrogativo.
- Preferisci rimanere senza contratto? Quello che ti sto proponendo è solo un piccolo restyling, una innocua operazione di facciata, veloce ed indolore, ma necessaria per risollevare le tue quotazioni ormai a livello di suolo, creare attesa per l'uscita del tuo libro (prima o poi lo terminerai, vero?) far circolare il tuo nome nel settore dell'editoria, tra gli addetti ai lavori ma, soprattutto, tra i possibili lettori. Le mie indagini di mercato hanno rivelato un vero disastro per quel che ti riguarda: assolutamente sconosciuta alla platea, qualcuno si ricorda di te solo perché hai clandestinamente ospitato, dopo i fatti di Parigi, il filosofo e matematico Cristiano Diogo De Santos, conosciuto alle cronache come Il Portoghese. Un'occasione mancata, quella, avremmo potuto lavorarci sopra, trarne fuori addirittura il soggetto di un film perché avresti avuto materiale in abbondanza per un best seller e, invece...vai sempre ad infatuarti degli uomini sbagliati, e di conseguenza ci abbiamo rimesso tutti. Che fine ha fatto lui? Perso le tracce? Credo che ci sia una lunga fila di donne che lo stanno rincorrendo. Sei almeno in pole position? -
Evito di rispondere alle sue domande cattive che, in realtà, non hanno intento di ferirmi ma di riportarmi alla realtà: Camilla è la mia migliore amica e ha sempre fatto il tifo per me. C'era lei a consolarmi quando Il Portoghese s'è eclissato lasciando sul mio cuscino una rosa screziata ed un frettoloso foglietto con scritto:
Eu te amo
até breve.
Cristiano.
 - Mr Nativity, che ruolo avrebbe in questo...restyling?-
Sottolineando con ironia sferzante, di cui l'Imperatrice però non s'avvede, il termine restyling.
- Quello del tuo boy friend -
La sua risposta, Camilla, la spara a freddo, senza nessun preambolo: è tipico suo di quando vuol ottenere qualcosa senza stare a discutere troppo. La polpa è questa, il resto lo possiamo anche decidere insieme, ma la polpa è questa e non si cambia: è ciò che imperativamente sottintende.
- Stai scherzando vero?-
- No, e non farlo nemmeno tu, perché è un favore immenso quello che Mr Nativity ci sta facendo. Tu non hai idea dell'uomo che hai davanti e, d'altronde, come potresti? Leonard, proprio perché è una personalità davvero potente, rifugge i riflettori e conduce una vita invisibile. Nessuna telecamera, nessun giornalista, hanno mai varcato la soglia del suo ranch; nessuna indiscrezione trapela circa la sua vita privata, assolutamente inaccessibile ai media. Il suo raggio d'azione spazia da Hollywood al Web, cinema, editoria, major, internet: deus ex machina del mondo reale e di quello virtuale. Perfino la politica s'avvale della sua straordinaria capacità di costruire eventi: il Nobel per la pace a Barack Obama, chi credi lo abbia reso possibile? Non è straordinariamente fuori da ogni logica quel Nobel per la pace ad un presidente che ha impunemente permesso continuassero le missioni di guerra in Iraq e in Afghanistan e poi in Siria? Lo stesso Leonard, dopo aver realizzato questa inaudita impresa, lo ha definito un "Nobel bizzarro e post moderno". E' un uomo magnifico, fuori dal comune, l'unico in grado di rendere accettabili anche le stravaganze più madornali. Attenta, però, a non innamorartene: è gay-

venerdì 25 ottobre 2013

Mr Nativity (seconda parte)

Mr Nativity, che se ne sta seduto rigido sul bordo del divano, ha ingollato d'un sorso il mio caffè, nero e bollente, ed un po di colore è finalmente apparso sul suo viso.
- Tank you -
Mi sorride, restituendo la tazzina
Devo riconoscere che il mio salotto non è tra i luoghi più caldi del mondo ma nemmeno una cella frigorifera, e il tepore del primo mattino promette una giornata quasi estiva.

- Accendilo, Mari, per favore -
Interviene Camilla indicandomi il camino.
- Mr Nativity non sopporta il freddo poichè soffre di una rarissima forma di anemia, per cui vive e lavora a Furnace Creek, nella Death Valley in California, una delle regioni più calde del mondo, e se stamani è qui è solo per via della grande amicizia che ci lega. T'assicuro che a nessun'altro sarebbe riuscita l'impresa di trascinarlo oltre confine ed io stessa, in virtù dell'affetto che gli  porto, mai lo avrei fatto se non fossi stata così disperata. -
- Mi spiace davvero...-
- E fai bene a dispiacerti, che la causa della mia disperazione sei proprio tu. E' colpa tua se Mr Nativity sta gelando ora nel tuo salotto -
- Mia?  E perchè? -
- Perchè le tue quotazioni nel borsino dell'editoria sono al ribasso, il tuo nome non vende nè fa notizia, hai già riscosso dall'editore fiducia ed accrediti per un libro che forse non scriverai mai. Vogliono rescindere il  tuo contratto per inadempienza e la restituzione dei compensi erogati. Non posso dargli torto, e t'assicuro che volentieri ti mollerei anch'io, ma non riesco d'accettare questo macroscopico fallimento: il mio primo capitombolo in campo professionale.-
- La faccenda riguarda me, Camilla, e tu, invece, come al solito ne stai facendo un affare personale, così tanto da strappare il tuo amico dalla sua calda incubatrice nel deserto per scaraventarlo dentro uno scomparto del ghiaccio -
- E' anche un mio affare, Mari, e se non ho nulla da rivelare in questa tua biografia, la colpa è esclusivamente tua -
- E lui cosa c'entra? -
Chiedo io ormai fuori di me
- Lui sistemerà tutto! -
La risposta laconica di Camilla.

- Non posso crederci che tu stia dicendo sul serio! -
- Fai uno sforzo e credici -
Controbatte mentre è intenta ad estrarre una cartellina dall'elegante borsa da viaggio Vuitton.
- Non siamo arrivati fin qui per discutere con te ma per avere la tua collaborazione -

Dal divano, Mr Nativity, s'è intanto spostato nei pressi del camino verso il quale  tende le mani avido, con una espressione se non beata almeno più distesa (che immagino quella fiammella sia solo una patetica imitazione dei più confortevoli gettiti di calore a cui deve esser abituato il più grande creativo del pianeta)
Dal bordo della pietra, dove s'è perfettamente mimetizzata, gli occhi smeraldini di Lizard, la lucertolina bionda, non lo perdono di vista un istante, mentre, per via del calore, l'ombra sul muro di Kilroy, il freak graffiti writer, inizia a liquefarsi in una languida scia.

mercoledì 23 ottobre 2013

Mr. Nativity (prima parte)

 Preannunciata dalla scia profumata dello Chanel n° 5, l'Imperatrice Camilla, la mia biografa, l'unica autorizzata a trattare i miei dati sensibili, sfolgorante in un sofisticato tailleur pantaloni bianco, varca la soglia dell' antro al braccio di un uomo che a mala pena le arriva alle spalle, completamente intabarrato, nonostante la temperatura ancora estiva, in un cappottone nero dal quale a stento emerge la cima di un teatrale cappello a cilindro, anch'esso nero.
Camilla lo guida a passo sicuro: di certo sa che li stiamo osservando, da dietro le tende e dagli spiragli, e così è già predisposta al sorriso mentre graziosamente saluta con la mano le invisibili presenze.
Avanza, trascinandosi dietro quello che sembra un grosso gnomo, facendo attenzione a misurare il suo passo col suo che, altrimenti, se fosse troppo veloce rischierebbe di sollevarlo da terra, che s'intuisce, sotto il voluminoso cappotto, esser di peso leggero.
Così mi decido ad andar loro incontro, seppure confesso che dopo la notte completamente insonne avrei preferito non ricever visite, ancor meno da Camilla accompagnata da uno sconosciuto.
Mi affaccio sulla soglia: baci ed abbracci e il muto rimprovero negli occhi di lei per i miei capelli in disordine e gli abiti provvisori.
Fingo di non cogliere e porgo, cordiale, la mano all'uomo che l'accompagna e che lei, raggiante, mi presenta come Mr. Nativity.
- Mari, ho l'immenso piacere di presentarti  Mr. Nativity, il più grande creativo del pianeta -
Mr Nativity mi stringe la mano e dice: spellbound.

Spellbound, colgo il lampo negli occhi di Camilla, e così mi verrebbe di protestare che non s'irrompe nelle case al primo risveglio e in compagnia di uno sconosciuto, fosse anche il più grande creativo del pianeta e pretendere di trovare tutto in ordine, tutto perfetto, e... dove diavolo l'avrà pescato questo Mr. Nativity?
E' l'interrogativo che soprassiede tutti gli altri che, in sequenza logica, s'affacciano alla mia mente.

Al loro ingresso le creature dell'antro si sono apparentemente eclissate, ma non al mio sguardo: Lizard Monna/Lisa, la lucertolina bionda, s'è acquattata sotto il bordo del camino; Iggy, il killer salamandra, è in agguato sotto la botola da cui s'accede al passaggio segreto, nascosta dal presuntuoso tappeto del salotto, armato del suo fucile giocattolo; Kilroy, il freak graffiti writer, mimetizzato sul muro, completamente immobile, nella riuscitissima imitazione di un'ombra; dal dipinto apocrifo del Caravaggio, (una meravigliosa maternità definita blasfema perché troppo realistica, raffigurante  una Madonna in preda alla depressione post partum, per questo ripudiata dalla Chiesa e perfino dai moderni  fans club del grande pittore)  campeggiante sulla parete di fronte al divano, con gli occhi vivi di Amaranta, la mia alter ego, e di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, infissi in quelli della Vergine e del Bambinello, a seguire ogni nostro movimento.