- We're a couple!-
Afferma Leonard sorridendomi e sollevando, nel gesto del brindisi, la tazza di latte bollente.
Siamo scopertamente a vis a vis e, da quando Mr Nativity ha fatto la sua comparsa nell'antro, ho finalmente agio di studiarne la fisionomia nei dettagli. Solo ora noto la minuscola punta di diamante incastonata tra gli incisivi; l'occhio destro azzurro scuro e il sinistro azzurro cielo; le orecchie piccole, da gorilla, ai lati della testa che, per via del cappello a cilindro, appare sproporzionata al resto del corpo; le mani sono belle, seppur piccole, con le dita inanellate d'argento come quelle di un principe medievale. La voce è suadente, leggermente roca e nella pronuncia trascina la erre: un vezzo e non un difetto.
- Strange but true -
Rispondo io nel mio inglese analfabeta.
Forse sono anche arrossita, e non solo per via della mia inadeguatezza linguistica.
- I'm sorry, Leonard, I do not speak English -
Mi sento in dovere di confessare, come se lui non se ne fosse accorto.
-I do not even speak Italian, but it is not so important to talk. We need to stage a play silent but convincing. Words are not necessary, the public will write the script -
E' incoraggiante e, presumo, anche paziente. Quante doti vado scoprendo!
- Abbiamo bisogno di mettere in scena una recita muta ma convincente. Le parole non sono necessarie, sarà il pubblico a scrivere la sceneggiatura -
La traduzione solerte dell'Imperatrice: una conferma del progetto e una rassicurazione aggiuntiva, nel tono delle loro voci, che tutto andrà per il verso giusto.
Devo fidarmi...in realtà io mi sto già fidando, sarà veloce ed indolore, come all'inizio promesso, un gioco facile dove neppure occorre parlare, evitando così il rischio di una battuta sbagliata. Sarà il pubblico a scrivere la sceneggiatura, ammesse tutte le varianti sul tema purché si fantastichi su questa incredibile, inesistente love story, che pur decreterà il debutto in società di Mr Nativity: questo l'asso nascosto nelle impenetrabili maniche del suo pesante cappotto, che ha la duplice funzione di proteggerlo dal freddo e nasconderlo alla curiosità del mondo.
Ma io nutro il sospetto che, invece, a saperla davvero raccontare è tutta un'altra storia, che sia lui a necessitare dell'attenzione del mondo per mitigare il freddo patologico e la solitudine endemica, sospetto che in quel suo ranch di Furnace Creek non ci sia nessun lottatore di sumo ad attenderlo, ma macchinari fantascientifici, computer, monitor, sale di regia. Immagino perfino un potentissimo telescopio puntato, come una bocca minacciosa di cannone, verso il cielo, perché soltanto Dio gli è rimasto come degno antagonista col quale egli possa, con una qualche soddisfazione, misurarsi, perché per i suoi simili non nutre più, ormai da tanto tempo, né velleità e né curiosità, avendo, per esigenze esistenziali, ridotto il mondo al perimetro di una scacchiera, dove mai nessun giocatore, per quanto abile, è mai riuscito a dargli scacco matto.
Non è distogliere, dunque, da se stesso l'attenzione del mondo ma piuttosto sollecitarla, fare in modo che i riflettori, inconsapevolmente, rimangano sempre accesi su di lui: un abile mossa quel suo nascondersi nell'ombra per rifulgere, all'esterno, di fragorosa luce accecante.
Perché quella è la sola luce che riesce a riscaldarlo e mantenerlo in vita.
E' lui, quindi, ad aver bisogno di me.
Mi guardo intorno, nella fornace che è diventata questa stanza, dove oltre al fuoco del camino arde ora anche la fiammella aggiuntiva di una stufa, Camilla e Leonard, seduti sul divano, amabilmente conversano e fumano. Lei si è tolta la giacca ed è emersa nella seducente trasparenza di un top bianco, ed ecco che tutta la luce pare convergere sul suo busto, candido e tornito, come quello di una statua di Giunone. Mr Nativity, vestito di nero ed imbacuccato fino alla cima della sua teatrale tuba, è in composta adorazione di ogni gesto, di ogni parola dell'Imperatrice. Di sghembo, un raggio di luce, rivelatore, s'è posato su di lui.
... sul muro dove prima c'era l'ombra di Kilroy, il freak gaffiti writer, è rimasta impressa solo un'umida striatura verticale.
Lizard, la lucertolina bionda, affascinata dalle fiammelle danzanti, sta concertando l'auto immolazione sulla pira.
Nella tela del Caravaggio, gli occhi verdi di Amaranta, la mia alter ego, e quelli bui di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, scolorano, appannati dall'ombra prematura della morte.
Solo i passi di Iggy, lo psicotico killer salamandra, riecheggiano ancora, furiosi e vitali, sul piancito del sotterraneo dove è stato preventivamente rinchiuso.
L'unico, tra noi, rimasto al riparo dalla voracità predatoria di quest' uomo diabolico, affamato d'un amore impossibile.
Occhi bicromatici, come la sua creatura Bowie... Non so perché mi viene in mente anche Lou tra le sue possibili scoperte. Certe atmosfere che legano Nativity e l'antro sembrano proprio i suoi ultimi dischi, in particolare quello dedicato a Poe potrebbe essere perfeta colonna sonora di questo racconto. :-)
RispondiEliminaIl meraviglioso Lou........
EliminaGrazie Giò di aver completato con la magnificenza di una simile colonna sonora questo film muto dove c'è davvero poca azione e molta elucubrazione.
Lou Reed e David Bowie, personaggi fantastici, le leggende che ci hanno fatto sognare: trasgressione, ribellione, anarchia e.......buone vibrazioni.
E dietro le quinte, a render tutto credibile, agivano manager del calibro di Malcolm Mc Laren, creatore dei Sex Pistols, rivelatore poi de "La grande truffa del rock'n'roll".
Una Hollywood parallela, truffaldina e poetica: paradiso per scrittori e manager, e menti agitate :))))))))
Temo che si preannunci una tragedia.
RispondiEliminaQuando esploderanno i desideri di ognuno, conterà il sangue freddo, ma penso che quello di Nativity andrà in ebollizione, suo malgrado; lo vedo debole e ingenuo al cospetto di queste due donne.
Cristiana
Mr Nativity si rivela, in ultimo, essere un martire dell'amore.
EliminaUn uomo che apparentemente possiede tutto tranne quell'unica cosa che davvero desidera è un uomo che, in realtà, non possiede nulla.
Grazie,Cri :)
Se esci dagli schemi e non ci sei abituato può succedere di tutto ...... fuori dall'antro siamo in attesa .....
RispondiEliminaEh già, il pericolo è in agguato: rischiar si deve. ma a quale prezzo?
EliminaLe nostre scelte, spesso, in maniera più o meno diretta possono coinvolgere, condizionare e modificare, profondamente incidere, nella vita di chi ci sta vicino.
Responsabilità mica da poco!
Giusti, quindi, i dubbi esistenziali.
Il finale ce l'ho nella testa, Lucy, a meno che Mr Nativity non sia così abile da farmi cambiare idea :)))))))))
io non mi esprimo fino alla fine.
RispondiEliminaa parte che poi me lo rileggo tutto insieme
ciao
Ma grazie, Suara.
EliminaUn tempo dormivo di più e scrivevo di meno: questi miei racconti lunghi sono un effetto collaterale dell'insonnia :)))))))))
Buon inizio settimana :)
Mi hai ricordato i tempi di 'DJ'... trilogia fantastica!!! Acquistai 'Lodger', un pomeriggio in centro, con Lucy. Le ore seguenti, nella stazione della funicolare 'Zecca-Righi', a contemplare la copertina e lasciare il segno del nostro passaggio sul muro. Strano, per noi... eravamo cucciole adulte! Un bacio
RispondiEliminaNoi umani amiamo lasciare tracce del nostro passaggio, a volte anche inconsapevolmente: una scritta sul muro, un brano sottolineato all'interno di un libro, un rossetto ad arte dimenticato......tracce che raccontano di noi.
EliminaLa memoria non è soltanto interna, ma soprattutto esterna e chiede visibilità.
TVB