Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 20 novembre 2022

Un universo sentimentale, dove anche gli oggetti hanno un'anima


Guardo fuori la finestra, le foglie azzurre si disegnano nitide sullo sfondo turchino di questa notte invernale, mite come una primavera, innocente come una serenata, rassicurante come una carezza.
Notte di bianche farfalle che volteggiano lievi come tiepidi fiocchi di neve, mentre i lupi dormono rintanati negli incavi della montagna, e un gufo illumina il buio con le lune gemelle dei suoi occhi aranciati.

Poesia e prosa si compenetrano nella notte metafisica degli insonni, dei poeti e dei vagabondi.
E degli innamorati respinti, che raccontano il loro amore impossibile con liriche appassionate, scritte sui vetri appannati di un balcone.
Versi ammalianti.
Sensuali e agri.
Coercitivi, come un incantesimo d'amore.

Una notte, questa, dove pace e disperazione si compenetrano come la luce con l'acqua, il fuoco con la terra, il respiro con l'argilla.
Una notte ibrida.
Una notte eretica.
Una notte trascendentale.

Di una notte così non ne serbo il ricordo nel tempo, sia pur limitato, della mia memoria, e in quello delle mie quotidiane, solitarie veglie, trascorse a scrivere immaginifiche trame al computer, con la diligenza di una scolaretta e l'arroganza di un romanziere, per scoprirmi, stanotte, analfabeta e muta davanti alla realtà di questo universo mentale, capovolto e paradossale: lo spazio metafisico di Escher.
La rivelazione di un mondo che non ruota su un unico sistema binario ma si perde negli aggrovigliamenti di linea, nei sottoboschi delle alternanze multiple e complesse, nelle rientranze intersecanti, nelle protuberanze circolari.
Un universo fantastico che prescinde dalla natura, dal tempo e dalle stagioni, dalle leggi fisiche e dai teoremi fino ad oggi propugnati.
Un universo sentimentale, dove anche gli oggetti hanno un'anima.

mercoledì 2 novembre 2022

Elucubrazioni di un'anima in fiamme.

 


Fuoco cammina con me 
(David Linch)

Le cose nuove mi attraggono, desidero possederle, ma anche mi spaventano. Poco rassicuranti ed estranee. Ho difficoltà a toccarle. Farle mie. Personalizzarle.
Le cose nuove hanno un'anima di cellophane, fragile e crepitante, inganno trasparente ed impermeabile alle emozioni.  E troppo spesso bugiardo. Le cose nuove, scartate dal loro involucro, potrebbero rivelarsi deludenti, fallaci. Imperfette. Un buchino nascosto, un orlo sgranato, una trama disomogenea. E non hanno odore. Il mio odore. Così mantengo con esse le distanze. Le ammiro. Le desidero. Le spio. Le sorveglio. Le adagio in un cassetto socchiuso, consentendo il passaggio di una presa d'aria, quel soffio vitale necessario fino a quando sarò pronta a fare un primo passo a sfiorarle.
Semmai quel mio primo passo ci sarà.

Ma, in realtà, ho cassetti pieni di cose nuove che non sono mai diventate mie. Che pure avendole non ho mai posseduto. Giacciono nella loro bara di cellophane, virtuose ed intatte. Condannate all'eternità nelle loro urne odorose di gelsomino e di lavanda. Anche se non sarà l'eternità il loro ultimo destino, poiché ogni cosa in natura deve avere un termine. La morte. E la purificazione del fuoco. Nel giorno dei morti, in una pira funebre, nel giardino di casa mia.
Un modo per liberare le loro innocenti anime prigioniere dei miei fasulli desideri.
E liberare me stessa dai miei spergiuri esistenziali.