Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 30 marzo 2013

Particolari secondari

PARTICOLARI SECONDARI
Quando sei qui
volutamente ignoro
i tuoi seni minuti
e  i capelli sottili
e gli occhi limpidi
e la pelle fruttata. 
Particolari secondari
di cui nulla m'importa 
Né mi appartiene 

Nella stanza buia
solo la tua voce di fumo
m'eccita
come nessun'altra carezza
saprebbe mai fare
mentre s'allunga con la mano sfacciata
di una puttana
sul mio sesso
al ritmo imposto dal tuo brano
Lenta
delicata
aggressiva
affamata
di nuovo lenta 
senza però mai struggimento
né abbandono 
a ribadire che per te è solo questione di soldi
e per me solo questione di sesso 

Particolari secondari
perché le uniche cose a cui aspiro
quelle che per me contano
sono nei gesti del tuo muto racconto
e  il mio epilogo nella tua bocca.


giovedì 21 marzo 2013

L'innocenza del male



 Nasciamo nudi, umidicci e affamati. Poi le cose peggiorano
(Anonimo)

L'INNOCENZA DEL MALE
Son tornati i miei Freaks, all'inizio quasi timorosi poi sempre più determinati a riappropriarsi degli spazi della mia casa e del mio inconscio.
Mi ero ripromessa di non scrivere più nulla di "personale e compromettente" ma come faccio a negarmi questo vis à vis con me stessa se gli interlocutori di riferimento hanno archiviato la storia, che pur ha rimesso in moto tutto il faragginoso meccanismo delle mie  paure, risvegliando persino quei fantasmi che io pensavo esser riuscita a suggellare nella loro ultima dimora.
Ho la necessità di scriverne per smaltire il dolore, e l'inevitabile disistima verso me stessa che prepotentemente si è insidiata, nonostante la riappacificazione e le conferme d'affetto.

Le mie motivazioni sono state davvero recepite nel modo più onesto?
In questa scelta ho tentennato, non è stato facile neppure per me negare l'appoggio, e questo mio  tentennamento può benissimo essere stato interpretato come segno d'ipocrisia ed egoismo.
In realtà ha giocato la paura di un futuro solitario, privo di tutele, ed un ritorno, probabile, a quel punto di partenza da cui tanti anni fa sono fuggita via.

L'innocenza del male, un'antitesi solo apparente che, al contrario, trova realizzazione nella vita reale in tutte quelle azioni in cui non c'è una vera volontà di dolo ma pure la si attua per perseguire una certezza, consolidare una teoria, giustificare un comportamento o, più semplicemente, mettere davanti ad una inequivocabilità che,  partendo da una scelta personale, t'inchioda sotto il fardello di quella responsabilità causa/effetto, per cui quella tua scelta modificherà il destino di qualcun'altro.
Scelta egoistica per me stessa che, in parte, materialmente mi salvaguarda, nella precarietà costante, e sempre più pressante, della mia vita attuale, da spettri, veri o immaginari, di un futuro che io percepisco indecifrabile, sempre più vuoto e solitario.

Questa innocenza del male non l'attribuisco unicamente alla mia controparte ma anche a me stessa, perchè se sono stati messi in moto meccanismi che era pur meglio rimanessero fermi, io ho, col mio temperamento drammatico, esasperato e dilatato e, alla fine, sceneggiato, secondo il mio stile, in un pathos epocale.
Ci sono però verità che è meglio lasciare nel dubbio, non per pavidità ma per amore.
Di questo ne sono convinta.

E' una vita da poco, questa: una giungla primitiva che non tiene conto degli affetti, delle debolezze e delle paure di chi ci sta accanto.
E, sbrigativamente poi, quando i nervi e gli equilibri son saltati, non si può ridurre il tutto a un "vabbè mettiamo un punto alla storia", "alla fine non è successo niente d'irreparabile", "lasciamo tutto come prima".
No, non è più tutto come prima e qualcosa è successo, sono tornati i miei fantasmi, risvegliati da quel dubbio che sarebbe stato più misericordioso lasciare nel suo cono d'ombra e che mi avrebbe fornito un alibi, anche se illusorio, ma salvifico per me stessa e nei miei rapporti col mondo.

L'innocenza del male, che nei miei confronti è scaturita, è stata quella di trascinarmi fuori dalla zona d'ombra del dubbio che pur paradossalmente mi dava un qualche riparo, mettermi davanti ad una situazione che io sola potevo risolvere e che se l'avessi risolta in un modo avrei lodevolmente ottemperato al mio ruolo invece, scegliendo io diversamente, mi toccherà fare i conti con la mia coscienza, proprio in virtù di quel ruolo e dello svelamento del dubbio, e con la supponenza del mondo che si basa prevalentemente sulle apparenze e non sui fatti.
Sò di certo che questa scelta io la sconterò per il resto della vita, perchè ogni volta che ci sarà un problema, una difficoltà grande, mi verrà attribuita una responsabilità, anche se non detta, di sicuro pensata.

L'innocenza del male, dal canto mio, è stata quella di non aver avuto il coraggio di rinunciare ad una tutela per ottenere qualcos'altro.

Le rassicurazioni affettive, ed amichevoli, sono arrivate da quella mia controparte che pur amo immensamente.
Ma, intanto, si è aggiunta al fardello delle mie colpe, vere o presunte, anche quest'ultima.
......e i Freaks sono tornati.
Marilena

martedì 19 marzo 2013

La Dea

  Ti Amo.
Con questa frase iniziano e terminano tutte le mie lettere.
Nel mezzo la descrizione minuziosa della febbrile esaltazione dei miei sensi e della mia mente in un racconto solo sessuale.
Il  "Ti Amo", iniziale e conclusivo, è l'unico romanticismo che concedo alle mie missive.
Un bilanciamento strategico, un' illusione per render più reale, ed eccitante, il gioco.

"Perchè hai tardato a scrivere? Ho atteso la tua lettera come un condannato attende un verdetto di grazia che pur si augura non giunga mai, consapevole che per respirare ho bisogno del nodo scorsoio del tuo cappio"
Eternamente tuo

Lo immagino, stracciare la busta, cavarne il sottile foglio di carta velina ricoperto dai caratteri minuti della mia grafia, intriso dell'odore d'acquamarina del mio pube.
Lo annusa mentre lo stringe tra le mani, caldo e palpitante, piccolo animale lussurioso dal cuore clitorideo.

"Quell'animale femmina che nidifica nel tuo monte di venere e dalle cui labbra segrete mi giunge, ossessivo, il suo mistico richiamo. E il suo voluttuoso odore di caverna, inconfondibile ai miei sensi, di cui ho pregno il sesso, le dita e la bocca. E la mente. Così mi concedo alla tua fantasia. Coscientemente mi lascio sodomizzare da quella tua penna descrittiva, che divinamente usi come un pene di donna a penetrare i miei lombi, già umidi alle tue dita, aperti ed eccitati, pronti a soddisfare i tuoi  desideri clandestini".
Eternamente tuo

"Ti Amo".
Con questa frase iniziano e terminano tutte le mie lettere.
L'unico romanticismo che concedo alle mie missive.
Una strategia di gioco.
Al centro, parole nude e palpitanti.
Parole puttane.
Perché anche una dea ama il mascheramento, e quanto questo è più lontano dalla sua natura più le procura piacere l'oscuro desiderio che la riplasma in un'essenza di carne, affinché la finzione risulti reale, e lei possa assaporare il divino in ciò che è solo umano.

domenica 17 marzo 2013

Quella sporca dozzina


  Sono assolutamente solidale con la "sporca dozzina" del M5S che ha preso posizione, ottemperando al richiamo della propria testa e della propria coscienza, e ha votato il nome del senatore Pietro Grasso e, pur sapendo di rischiare la scomunica e il disonore dell'espulsione dall'esercito crociato di Oberst Kricket (Colonnello Grillo, in tedesco) non ci hanno pensato su due volte ed hanno votato così come la ragione, e la coscienza, imponevano loro di fare.

Ora, se Oberst Kricket avesse davvero le palle dovrebbe non solo chiedere pubblicamente scusa a questi suoi giovani soldatini che di coraggio pur hanno dimostrato di averne, e molto, più di tutta la retroguardia che, ha accettato senza discutere, e forse senza neppure troppa convinzione, l'imperativa consegna, ma proporli per una promozione.

 Non deve essere stato facile per loro, sapendo di esporsi alle ire pubbliche, allo sberleffo e alla gogna del loro rancoroso Kapo che, esattamente, sta dimostrando di conoscere molto bene, e di avvalersi con maestria, degli stessi metodi con cui nel campo avverso, il suo antico, indomito avversario, il Cavaliere, tende a rinserrare le fila del suo belante drappello mercenario.

Nonostante tutto io continuo a fare distinzione tra i due eserciti, perchè mentre in quello del Cavaliere non c'è mai stato nessuno che abbia avuto un moto d'orgoglio e la dignità di alzare la testa, nelle fila di  Oberst Kricket, invece, c'è questo sparuto manipolo ad avere avuto il coraggio di contravvenire a quell'ordine ritenuto ingiusto, e forse disonorevole per la propria coscienza, e marcare così una differenza.

Questa armata Brancaleone, targata M5S, all'inizio mi piaceva, raccoglieva le mie simpatie seppur non condividevo in toto i modi e i principi con cui era amministrata.
 Mi piaceva persino quel suo condottiero scapigliato, incazzato, sudato, ma dotato di sarcasmo, seppur feroce e, a volte troppo sguaiato.
Ma, a quel tempo, sapeva egli stesso ridere prima ancora d'indurre gli altri al sorriso.
Ora non più. Così il sorriso si è congelato in un ghigno.
Ora che s'è espugnata la Fortezza ed i suoi soldatini sono penetrati nei saloni del Castello, troppo ingombri e pretenziosi, effimeri di certo, che la storia non acquista di maggior e più intensa solennità se ad accogliere un ministro c'è ancora, ai tempi nostri, un commesso mascherato da lacchè (quanto ancora durerà la  stupida tradizione per cui degli uomini che si guadagnano lo stipendio devono farlo indossando anacronistiche divise d'altri tempi, segno inequivocabile di una "feudalesimo atavico" che, pur essendo da secoli decaduto,  sopravvive nella forma, a ricordarci che c'è sempre chi sta un gradino sopra di noi)

I giovani crociati alla riscossa del Sacro Graal......ma a che serve un esercito liberatore se non può parlare e convincere del valore della sua causa coloro che, invece, di buon o cattivo grado, continuano ad accettare come tutela di libertà, il giogo imposto dai mercenari dell'altro esercito?

Perchè costringerli alla clausola del silenzio e dell'obbedienza più cieca se il decalogo, a cui ognuno di loro ha giurato fedeltà, si basa sulla consapevolezza di idee ragionate e non su  un indottrinamento forzato e coercitivo?

 Nessuna rivoluzione vera nasce dal silenzio......e una voce unica si chiama dittatura..
Una voce sola inquieta, se parla per tutti,  se il silenzio e l'obbedienza sono imposti come regole su cui si basa l'appartenenza a quella sacra milizia dove sono i soldatini a rischio di morte e non il prode condottiero che dà ordini dalle retrovie, per di più bardato da un'armatura integrale, atta forse a celare il segreto inedito che Brancaleone è in realtà Hitler

Vorrei tanto che Oberst Kricket capisse di star sbagliando strategia e fare un gesto grande, da uomo e da colonnello, chiedere scusa e rendere onore a quella onorevolissima "sporca dozzina".
Forse tornerei a credere che possono esistere anche guerre giuste se, a vigilare che nessuna mano sganci un'altra bomba atomica, ci siano soldati pronti a disobbedire agli ordini.
Marilena

martedì 5 marzo 2013

Nel romanzo di chi vorreste comparisse il vostro nome?




NEL ROMANZO DI CHI VORRESTE COMPARISSE IL VOSTRO NOME?
Cosi titolava il post del 14 dicembre 2012, di Pupy, con al seguito questi due sfiziosi quesiti:

Voi, vi siete mai chiesti in quale libro vorreste che comparisse il vostro nome?

Quale scrittore o scrittrice vi piacerebbe inserisse il vostro nome in uno dei suoi romanzi?


 QUESTO IL MIO COMMENTO
Ovviamente dalla mia scrittrice preferita cioè, me medesima stessa.
Se vuoi inserisco il tuo nome in una delle mie storie, non sono ancora famosa ma prevedo un giorno di esserlo quindi... approfittane :)))))))
Ovviamente scherzo.

 OVVIAMENTE SCHERZO
...mi sono schernita sulla possibilità di essere un giorno famosa (confesso di essere, prima ancora che una scrittrice/blogger, una lettrice famelica ed adorante, assolutamente consapevole della distanza siderale che intercorre tra me e le stelle...non stelle, ma pianeti irraggiungibili che hanno il nome di Gabriel Garcia Marquez e Josè Saramago, Elsa Morante e Jean Paul Sartre, solo per citarne alcuni), anche se la speranza di una fama pur sempre la si coltiva, sia pure che giunga post mortem...insomma, meglio tardi che mai!
Nonostante questa distanza incolmabile perduro ostinata nel gioco della scrittrice, gioco che vivo come un completamento della mia educazione letteraria e da cui traggo spunti immaginifici per improbabili racconti, che hanno lo scopo primario di soddisfare la mia eccentricità di parolaia/autodidatta.

MI SONO SCHERNITA
...mi sono schernita decidendo però di mettermi in gioco.

 L'ISPIRAZIONE
...perché l'ispirazione, riguardo il blog di Pupy, mi aveva già contagiata, e da subito, cosicché all'inizio s'era configurata nei contorni geografici dell'Isola di Atlantide, poi di un megastore, fluorescente ed avveniristico, quindi di una vetrina glamour, ubicata  nell'esclusivo quartiere newyorkese di Soho e poi, in ultimo, nella Cattedrale mimetizzata tra le rocce di un' isola sconosciuta, all'interno della quale si andavano materializzando strabilianti realtà parallele.

REALTA' PARALLELE
 ...ma sono queste che danno vita all'ispirazione, che scatenano la fantasia, che fomentano la voracità dello scrittore a volersene appropriare, personalizzare, redigere con un linguaggio inedito ed originale, attraverso il quale forgiare il proprio marchio d'autore.
...perché nulla s'inventa ma tutto si ricrea.
Una collaudata sinergia questa del dare e dell'avere, anche se chi dà non sempre sa di aver dato e chi prende non sempre rende doveroso omaggio a colui a cui ha preso.
...così tutto sembra nuovo.

COSI TUTTO SEMBRA NUOVO 
 ...come questo mio post, originato dal racconto precedente ed ancor prima da un mio commento ed ancora, alla fonte dell'ispirazione, dal post di Pupy.
Una condivisione, questa.

SENZA QUEL POST DI PUPOTTINA AVREI  MAI SCRITTO UNA STORIA SU UN NAUFRAGIO?
...probabilmente si, ma forse non sarebbe stato un naufragio simile a questo: felice