M'imbarcherò in quest'avventura e lo farò per Camilla, perchè lei è stata l'unica a credere in me, a mantenere vivo un sogno che io coltivo ormai solo per disperata inerzia esistenziale.
Ecco perchè non posso tirarmi indietro, lei ci ha investito così tanto in questo progetto, molto più di me che già da qualche tempo, guardandomi prima dentro e poi attorno, ho deciso che non vale la pena scalare le Ande con le mani nude per arrivare agli Appennini, perchè nonostante google maps e gli aerei veloci, per quelli come me continueranno ad essere irraggiungibili.
Ma accetterò il gioco: che almeno una di noi due possa ancora continuare a credere alla possibilità di un traguardo.
- Va bene. Cosa vuoi che faccia? -
La mia voce ha il tono della resa mentre un sorriso luminoso illumina il volto dell'Imperatrice.
- Non te ne pentirai, Mari, te lo giuro. Sei in buone mani. Lui è assolutamente un genio: alla fine lo adorerai.
Lascia che lo informi della tua decisione e... sai, neppure per lui è così semplice, venir fin qui è stato un gesto grande di amicizia nei miei confronti, la stessa immensa amicizia che mi lega a te. Per questo sono così convinta che questa nostra sinergia produrrà ottimi risultati, perché ha come fondamento il perseguimento del bene comune -
Detto questo Camilla s'appresta a tradurre al suo amico, in uno scorrevolissimo inglese, l'epilogo del nostro dialogo mentre, dal dipinto della Maternità Blasfema del Caravaggio, gli occhi verdi della Vergine (in realtà quelli di Amaranta, che guardano attraverso la tela) irridono scintillando, redivivi e maliziosi, la scena casalinga con Camilla e Mr Nativity seduti sul divano a conversare e fumare cigarilli Moods, mentre io sono intenta ad alimentare le fiamme nel camino affinché il mio prezioso ospite non senta troppo freddo anche se, a onor del vero, la stanza ha ormai raggiunto, per i nostri standard umani, temperature da forno crematorio e, sul muro, l'ombra scenica di Kilroy, il piccolo freak graffiti writer, s'è del tutto liquefatta in una striatura d'umido simile alla lacrima scura di un clown.
L'unica a godere di questo caldo infernale è Lizard Monna/Lisa, la lucertolina bionda che, perdendo ogni ritegno, si è fatta lascivamente irretire dalle lusinghe del fuoco ed ora, come ipnotizzata, si protende tutta verso le fiamme nella fanatica offerta di un'ancella sacrificale.
Devo proprio esser folle o, peggio ancora, sentirmi nella situazione in cui non ho più nulla da perdere, per accettare questo intrigo mediatico: una biografia inventata di sana pianta con lo scopo di costruire una leggenda atta a creare aspettative alla vigilia della pubblicazione di questo mio ipotetico libro, con una strategia di marketing già ampiamente collaudata e quasi sempre con successo.
La novità, però, è che questa volta Leonard Nativity, l'uomo più immaginifico del pianeta, non si limiterà ad una regia occulta ma, addirittura, interpreterà il ruolo principale.
Veloce ed indolore: così, l'Imperatrice, ha prospettato questa operazione.
Veloce ed indolore: ma per chi?
Per il rifiuto della mia biografa ad accettare quello che lei definisce "il suo unico fallimento", quello che deturperebbe il suo sfavillante, perfetto, curriculum professionale.
Per la mia propensione, invece, ad accumularli i fallimenti, e che forse anche un successo improvviso lo vivrei con la stessa identica, caotica drammaticità: quindi ha ragione lei nel volerlo programmare, per rendermene consapevole ed evitare che io ne rimanga schiacciata, trasformandolo in un danno.
Chiari i vantaggi che da questa operazione ne ricaveremmo l'Imperatrice ed io, ma non ne vedo alcuno per Mr Nativity, in questo progetto che prevede la sua partecipazione attiva a scapito della sua leggendaria invisibilità.
Ma il successo è sempre la conseguenza bislacca d'una decisione eterodiretta, presa “a tavolino”... Dunque, poi, finisce per non appartenere del tutto a chi lo consegue. Le eminenze grigie lavorano nell'ombra, lontano da sguardi indiscreti per non dovere giustificare le proprie azioni, e tessono le loro intricatissime tele. Il punto è se vale la pena lasciarsene invischiare! Rimaniamo in trepidante attesa di sviluppi in tal senso. :-)
RispondiEliminaMa esistono anche libri che decollano unicamente per il valore dello scrittore più che per la bravura di qualche "immaginifico editor".
EliminaSono i casi editoriali, quelli che non sono stati collaudati a tavolino, e che spiazzano l'editore stesso, che magari non aveva nemmeno previsto un successo eclatante, principalmente decretato dai lettori.
Convengo anche con te, però, che la maggior parte dei successi letterari son accuratamente preparati a tavolino: campagne pubblicitarie, inviti nei salotti letterari televisivi, dibattiti ad hoc e...... qualche malizia che mai guasta.
Un libro subisce la stessa sorte di uno stracchino o di una lavatrice!
Non per niente sugli scaffali del supermarket oggi facilmente trovi anche l'immancabile bestsellers.
Personalmente, se fossi un scrittrice vera, punterei al "longsellers", con la qualità del libro ad imporsi.
La differenza?
Ci sono libri che scalano le classifiche perchè vendono molto e libri, invece, che vendono molto perchè sono andati in classifica.
Una differenza mica da poco!
Lasciarsene invischiare vale la pena solo sei bravo,se hai vero talento, tanto da non dover sottostare, vita natural durante, a condizionamenti e ricatti e stravolgimenti: Devi creder alla tua opera così come la concepisci tu e non come la vuole il mercato: ma sai, alla fine mica è così facile resistere alla tentazione della notorietà a costo di una qualche svendita personale.
Io sarò famosa, Giò, ma post mortem: tanto, se poi non accade, non lo verrei a sapere:))))))
Beh... intanto grazie per i “bravo” che fioccano. Poi, Marilena, mi sa che con queste tue risposte non hai aperto una discussione, hai aperto letteralmente una voragine di possibilità giacché quello del libro come oggetto di consumo, una merce che passa di moda come un telefono cellulare è davvero un tema su cui discutere, e lungamente. Comunque condivido ciò che dici, ma porrei la questione della contestualizzazione temprale: ho la sensazione che oggi sia più difficile di un tempo che una cosa scritta bene e profonda emerga. Il mercato editoriale è troppo complesso e segue leggi proprie che non sempre coincidono con la qualità che rimane. Ma, ripeto, è un argomento che andrebbe trattato in modo ampio ed aprofondito, ma ho pochi dubbi circa il fatto che ci torneremo su. :-)
EliminaP.S. Famosa post mortem? perché aspettare tanto? :-)
Hai assolutamente ragione, Giò, quando scrivi che oggi è più difficile che nel passato, che una cosa scritta bene e profonda emerga.
EliminaHai ragione da vendere.
Son cambiati i tempi e le aspettative e i traguardi, soprattutto si cercano le scorciatoie per giungere al podio.
E non sono sempre, a salirci sono i migliori, ma la colpa non è dei "creativi" che inventano talenti laddove non ce ne sono, ma è di quella "cultura di plastica" che ha preso il sopravvento su quella vera, fatta di libri e di studi e d'interesse verso la storia e le leggende, il fantastico e il reale, la capacità di discenernimento e di giudizio, il senso della critica non faziosa ma fondata su argomentazioni: il piacere della discussione e del confronto che oggi viene sbrigativamente sintetitzzato con un clik di approvazione, o disaprrovazione, sui social network.
Noi, della generazione dei Baby Boomer, gli ingordi che hanno fagocitato il mondo nell'impresa epica di volerlo cambiare, quanta colpa abbiamo, invece, di averne creato uno, per i nostri figli di cartapesta, un fondale scenografico privo di attrattive e di poesia, dove si muovono figure mute ed indistinte, gli eroi del passato, i mitologici e quelli della storia, di carne e di carta, ma tutti di spessore e di pensiero, per lasciar il posto a figurine patetiche e fragili: le veline che fanno politica, i miliardari al potere sostenuti dalle masse affamate, i cantori della democrazia a spartirsi le poltrone o, addirittura esser passati dall'altra parte, i diritti faticosamente acquisiti uccisi insieme al futuro e alla voglia di sognare.
Noi che abbiamo avuto così tanto alla fine abbiamo davvero lasciato così poco.
Abbiamo grandi colpe, noi adulti, di questo sfacelo generale che è oggi la cultura ma anche i giovani non ne sono esenti, anzi, di più, credo che l'addossare le colpe (e con mio figlio ho lunghe interminabili discussioni) unicamente alla nostra incapacità, puntarci il dito contro senza cercare, loro, alternative valide o motivi di rinascita, sia un errore immenso, attestante mancanza d'idee, di voglia d'agire, e di necessità vera di un riscatto.
Il riconoscimento del valore di un libro è decretato, in ultimo, dalla platea dei lettori e dal loro grado di cultura: siamo messi male :)
Atlantide sarà forse, irrimedibalmente, e per sempre,inghiottita dalle nebbie!
Post mortem, Giò, perchè sono d'indole assolutamente pigra eppoi, con gli anni è subentrato il disincanto e la stanchezza.
Insomma, ho scelto anch'io, nonostante le invettive di questo post, la mia scorciatoia.
Bravo Giò !!!
RispondiEliminaBravo davvero!
Elimina:))))))))))))))
EliminaBuon week end
Tutto fa ..... macchiavellicamente , ma il talento se c'è va oltre ogni strategia di mercato. E tu ne ha da " vendere".
RispondiEliminaLo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta, venne rifiutato da ben 121 editori, per diventare poi un libro cult.
EliminaCentoventuno editori non hanno riconosciuto il talento di uno scrittore che, dello stesso libro, ha venduto in seguito 5 milioni di copie (siamo nel 74)
Ho citato questo libro perchè è quello che detiene, a quanto pare, il record di rifiuti, e perchè ben risponde al tema:
.....ma il talento se c'è va oltre ogni strategia di mercato.
Il mio sogno è quello di realizzare un blog longsellers :)))))))))