Amaranta - L'alter ego
Amaranta è sanamente impudente, decisa, eccessiva ed anche, all'occorrenza, aspra.
E' insopportabile e nello stesso tempo stimolante, come tutte le anime dotate di forte personalità.
Sa essere cattiva, vera strega, e ti rigira il mondo, cosicchè ti ritrovi ad avere sul capo la crosta terrestre e a camminare sull'umido del cielo.
Sa essere dolce, una dolcezza ruvida la sua, senza smancerie, sempre un pò da incazzata, ma con un'anima molto più sensibile di quella di tanti buoni cristiani che, sulle ferite che hanno inferto, trovano poi il coraggio di mettere cerotti.
Lei, almeno, se deve darti il colpo di grazia te lo dà senza sorridere e senza prima chiederti perdono.
Ad Amaranta devo comunque molto di questo mio percorso fuori dall'antro della depressione.
E' lei che mi ha evitato d'implodere.
E' lei che ha urlato fuori tutta la mia rabbia e la mia disperazione a modo suo, senza scegliere i termini, come avrei fatto invece io, sempre troppo educata, troppo per bene, troppo controllata.
Conflitto continuo tra me e lei, diverse ma compensative, sorelle che bisticciano ma che si amano.
Camilla (Cam o Camille) - La doppengalger
Ascolta Mari...(pausa elucubrativa)
L'esordio di Camilla (Cam o Camille) mi predispone ad uno stato di massima allerta.
Ascolta Mari...(pausa elucubrativa)
Sono consapevole che non ne verrrà fuori nulla di buono.
Camilla (Cam o Camille) ed io siamo davvero troppo simili.
Entrambe prevediamo con anticipo, e senza alcun margine di errore, i passi dell'altra.
Le strategie di attacco.
Le tecniche di difesa.
Così, le catastrofiche conseguenze che questo inizio di conversazione già reca, io ben le immagino.
Ascolta Mari...(pausa elucubrativa)
Ed io so che sulla mia testa cadrà un affastellamento, caotico e perentorio, d'ipotesi assurte a certezze incontrovertibili.
E che solo apparentemente accoglieranno il contraddittorio.
Io e Camilla (Cam o Camille).
Manipolatrici di concetti.
Sofiste dell'assurdo.
Teoretiche disinibite.
Parolaie.
La geometria diviene uno spazio cognitivo per stregonerie meccaniche e astruserie geografiche.
E la logica matematica è disinvolto empirismo rielaboratorivo, di teoremi e di assiomi.
Pur se il massimo dell'enfasi è riservato alla topologia, branca congeniale ed entrambe, per le inusitate possibilità esplorative che contempla.
Così come pure tutte le altre scienze, dalle metafisiche alle antropologiche, sono sottoposte al vaglio del nostro giudizio.
Per un ammodernamento.
Una rilettura più congeniale alla nostra epoca.
Se Amaranta è la mia alter ego, Camilla (Cam o Camille) è la mia doppelganger, spogliata però del significato più drastico del termine. Poichè nulla di maligno alberga in lei.
Se non una leggera isteria congenita.
Coltivata con arte.
Assurta a nota identificativa.
E personalissima.
Un copyright.
La rabbia spacciata per passione.
E' questo il capolavoro seduttivo di Camilla (Cam o Camille)
Doppelganger, irrequieta ed istigatrice.
Mutaforma. Paradosso temporale.
Creatura alchemica.
Alruna - La donna
Alruna.
Il mio nome gli fiorisce sulle labbra, come bava di lupo.
Ma sono le sue unghie macchiate di azzurro sbiadito, come smalto di vampiro, ad affascinarmi.
Catturata dal volo azzurro di quelle dita che mi premono sulle labbra.
Si perdono nei miei capelli.
Mi bruciano la pelle sotto il vestito.
Carezze ruvide.
Impazienti, smarriscono la tenerezza.
Sono artigli che infrangono.
Penetrano.
Esigono.
Alruna.
Il mio nome, senza voce, ripetuto dalle sue labbra.
Alice - L'adolescente
C'è il mare tranquillo di Salerno ed Alice, che ancora non è Alice ma solo una ipotesi d'identità, corre lungo la battigia.
Indossa un vestito bianco e celeste.
Deliziosamente corto.
Perchè lei sta crescendo.
Lo dicono le sue ossa che s'allungano.
Lo confermano gli orli che diventano corti.
Ed il primo mestruo.
Che un pò sconvolge.
Ma molto inorgoglisce.
Corre, Alice, con i capelli che le svolazzano disordinati sul viso.
Capelli inquieti, quelli di un'adolescente.
Che, con dita graziosamente civette, se li scosta di continuo dagli occhi.
Una meraviglia quei capelli che stanno allungandosi in maniera selvaggia.
Senza traiettoria di forbice.
E senza punto di fine.
Un atto d'indipendenza.
La sua prima ribellione.
La sua prima conquista.
Capriccio di bambina.
Vanità di donna.
Alice, che ancora non è Alice, ma solo una ipotesi d'identità, non ha coscienza di questi sofismi elucubrativi, mentre corre a perdifiato lungo la larga striscia di sabbia umida.
A fior d'acqua.
Scansando, a saltelli, le onde che arrivano già smorzate dell'impeto di piena che le ha generate.
Si sente entusiasticamente viva in quel suo corpo che sale in verticale.
Di anni. E di centimentri.
Si avvia ad esser donna.
Le ossa ed i capelli che si allungano, come tratto deciso di matita, ignorando i bordi.
La primizia acerba dei seni.
I fianchi, che dolcemente si vanno modellano.
Le gambe, che intuisce belle perchè, pur qualcuno, ha già espresso apprezzamento.
Il resto è ancora ombra.
Non emerge il colore degli occhi.
Una tinta permalosa di verde.
Che lei sembra non rilevare, intenta ad impiastricciarsi il viso di nascosto.
Specchi provvisori. E mezze luci.
Che nessuno si accorga di quel maldestro maquillage. Ombretto naif.
Profuso, con magnificenza, sulle palpebre.
E le labbra dipinte di rosso.
Come quelle di Lolita. E delle attrici.
E delle donne che sono già donne.
Alice, che non è ancora Alice, ma solo una ipotesi d'identità, ha tredici anni e adora un feticcio a cui rimarrà fedelmente devota per tutta la vita: il rossetto.
Amerilna - La strega
Arrivò dall'eternità, trasportata da una folata dell'ardente vento del deserto. Un lungo viaggio: i capelli scarmigliati e le unghie sguainate, nascosto sotto il corsetto lo scapolare di Santa Maria Giudea l'Impenitente e, ciondolante da una treccia come un gioiello primordiale, un opale barocco.
Mi ha donato il suo coltellino messicano, la profondità della sua voce e lo sguardo di smeraldo dei suoi occhi.
Ha dormito con me, superba amante, cattiva e persuasiva.
Mai dolce.
Compagna, e mai sorella.
Maestra, e mai complice.
Mi ha insegnato il mimetismo del geco, la trasparenza dell'acqua, l'invisibilità degli spiriti, l'ubiquità dell' ipnosi e la preveggenza delle streghe.
Da lei ho appreso i rimedi per fronteggiare o alimentare, secondo il bisogno, le febbri del corpo, la peste dell'anima e i deliri della mente.
Ad essere disinibita e cruda.
Volgare e poetica.
Persuasiva.
Mai dolce, nel senso univoco del termine, se dolcezza è sinonimo di soavità e mitezza.
Escura - La casualità
In origine doveva essere una O, tonda, pienotta, soddisfatta di se stessa.
Una O assolutamente appagata.
Un cerchio perfetto, circoscritto e definito che, dal tuo computer, Lucy, sarebbe dovuto rotolare fino al mio trascinandosi dietro tutto il resto della parola che così avrebbe dovuto essere compitata: O scura.
Ma le tue dita nella fretta di rincorrere quella O che rotolava così di fretta dimenticandosi il resto delle lettere,(quella tua O, Lucy, una deliziosa testolina ordinata, ben pettinata e con un cappellino a modo, legato sotto il mento...e non importa se il resto di se non ce la fa a seguirla perché lei, come capita alle avanguardie, è già un pezzo avanti, quasi arrivata al mio computer, trafelata ma in ordine).
Ma sul confine ecco che tu la riacchiappi con l'intento di assemblarla al resto della parola per darle un senso compiuto.
Cosa se ne fa Amaranta di una testolina di bambola a cui manca il corpo? avrai pensato avvedendoti dell'errore.
L'hai riacciuffata e, nel timore che quella ti sfuggisse di nuovo,(che è noto il rotolamento acrobatico della vocale O) hai accentuato la presa e forse stretto troppo, ma data l'ora già buia ed il nero delle pagine e l'urgenza del recapito, non ti sei accorta che, nel frattempo, la tua stretta aveva plasmato quella faccina paffutta nella elegante E di un profilo ESPAÑOL.
Così, quella sera, invece di Oscura le tue dita hanno digitato Escura che, di sicuro, quella simmetria della lettera E, spigolosa e puntuta, è molto più confacente al mio carattere di una rassicurante e paffuta O.
Così, da un errore di digitazione è nata Escura, come accade alle nascite vere che a volte sono casuali...eppure quanto amore riserviamo per questi nostri figli nati da un incidente amoroso.
Kindred - L'incognita
Di lei non racconto
Marilena - L'autrice
A chi dice che il vero sia la virtù dei giusti io appassionatamente mi oppongo e dico no, non è la banalità del vero a fare di noi persone migliori e peroro, con convinzione, per il caos intellettivo.
Parteggio per le dimensioni parallele, dove non c'è confine tra il reale ed il fantastico.
Disconosco l'equilibrio di quel mondo di pietra che grava immane sulle spalle di Atlante, eroe già sconfitto.
Sono per gli inganni teatrali.
Per le costruzioni scenografiche.
Per il brutto, o il bello, ad arte organizzati.
Sono per gli incarti bizzarri.
Per i miraggi da caleidoscopio.
E le finte prospettive.
Sto dalla parte di chi veste le proprie bambole con carta di caramelle.
Collage di racconti pubblicati dall'11/09/2008 al 03/02/2013
RispondiEliminasotto l'etichetta LE IDENTITA' DELLA STREGA
A proposito di certi personaggi, prima fra tutte Amaranta, e del loro non nascondersi dietro le mezze misure, mi viene inmente una vecchia canzone di Gaber, "Io se fossi Dio", ed in particolare un verso di quella canzone: "Io, se fossi Dio, preferirei il secolo passato, dove si amava e poi si odiava e si ammazzava il nemico". Bella carrellata, esplicativa.
EliminaIn realtà Amaranta m'ha strappato di mano un rasoio e c'ha messo una penna; e poi è arrivata la strega e m'ha insegnato ad urlare, che se il dolore non lo manifesti per il mondo non esiste (ma non esiste comunque, anche se urli e imprechi e ti strappi i capelli, se non si vuol vedere non si vede: se non si vuol sentire non si sente) ma mi ha impedito d'implodere, salvadomi.
RispondiEliminaLe identità......alcune sono già dentro di noi, altre le incontriamo sul nostro cammino, altre, invece, sono frutto di un dono o di un caso.
Alice, l'adolescente, che non è infantilismo ma, piuttosto, il desiderio di ogni donna di non voler invecchiare, così, quando c'è lei mi guardo allo specchio e rivedo la ragazza di un tempo e sono attimi di pace, perchè mi ricarico e dimentico la pesantezza e la noia della vita: i miei capelli, i miei occhi, la mia pelle, splendono di una luce che sà ancora di futuro, di speranza.
Alla fine è stato un lavoro di gruppo, che ognuno ha fatto la sua parte, con amore e dedizione, cosa che credimi non sempre avviene nel consorzio delle persone reali.
Nei momenti disperati ci si ritrova sempre soli: io con tutte loro lo sono stata un pò meno.
......se fossi Dio darei a tutti la possibilità di poter riscrivere la propria storia.
Buona domenica, Giò, e grazie :)
Non finirai mai di stupirmi.
RispondiEliminaSei riuscita ad individuare tutte queste personalità, perchè ti appartengono veramente e mi hai invogliata a scoprire quante donne ci sono in me.
Grazie, Cristiana
Cri, ma se perfino Dio è trino, vuoi che non lo siamo anche noi che da lui discendiamo?????
EliminaLa propensione agli alter ego, quindi, è da lui che l'abbiamo ereditata :)
Noi siamo composti di tante piccole tessere di puzzle, lati che combaciano e altri, invece, no.
Trovare l'omogeneità è davvero difficile eppoi, serve davvero?
Essere un blocco unico e compatto: un solo cuore, una sola mente, un'unica visione delle cose......no, lo rifiuto, meglio essere abitati da spiritelli di diversa natura che stimolano dubbi e curiosità e, seppur talvolta ci trascinano nella loro stessa inquietudine, ci coinvolgono di sicuro in un mondo vivo, mai piatto, effervescente, in continua evoluzione.
Un mondo che va oltre le pareti domiciliari e quelle esistenziali.
Un mondo che a volte beneficamente prende il sopravvento e ci salva.
E' un viaggio dentro noi stessi, Cri, di cui non dobbiamo aver paura ma affrontare, invece, con coraggio e determinazione.
Ed entusiasmo.
Un bacio, Cri, che le tue identità le intuisco positive, tenaci e combattive:))))))
A quando, a lista, l'altre più di cento?
RispondiEliminaIo penso che ce n'ho s'un cinquecento, che mi contano
Non stento a crederci, Andres, la tua sola personalità di superficie è molto intrigante: si evince complessa e poliedrica, niente affatto banale.
EliminaO sei abitato da un esercito di spiritelli o sei tu stesso a cappeggiare le insubordinazioni nelle menti altrui, una sorta di capitano di ventura al comando di un esercito di alter ego, distribuiti secondo necessità.
Già te lo dissi in tempi non sospetti, quella virgola, tra il tentare e il nuoce, è uno spadino, un vessillo, un simbolo di una qualche rivoluzione.......ovviamente benefica.
Buona domenica, Andres :)
Mai benefica e mai rivoluzione, amica mia
EliminaSolo un andar per colline, gli al di là di confini ben precisi e ben marcati; a cercar di non segni, d'altra lingua
E non è
Beccati un haiku, mai una metamorfosi
EliminaNon ha mai seta
Quest'uomo appeso al niente
Alle sue ali
Dunque un viaggiatore, un testimone oculare della storia e in prima linea, appeso al niente, alle sue ali.
EliminaLe rivoluzioni si fanno in tanti modi, Andres, non necessariamente serve sparare.
Le rivoluzioni si fanno anche con gli haiku.
Le mie identità tutte ti salutano, perfino Kindred, dal suo mondo buio.
Pirandello, un altro cancerino avrebbe detto "Uno , nessuno, centomila" .... e io adoro ognuna di queste tue mirabolanti personalità ..... mia Escura .....
RispondiEliminaEscura, Lucy, è un tuo dono!
EliminaEd io immensamente te ne sono grata.
TVB
... e che dono...!
RispondiEliminaMetamosfosi (altro cancerino...) Fantastiche. Imprevedibili, assurde.
Magiche, realiste.
Avvolgenti.
Prodigiose.
Un bacio
Cla
Claudiotta, altra cancerina anzi, la regina dei cancerini, eh si, nelle nostre converszioni c'è tutto quello che tu qui sopra elenchi solo che, spesso, è alla rinfusa :)))))))
RispondiEliminaSi spazia, come dici tu, e ci si perde, conversazioni, elucubrazioni e la tua pazienza nell'ascoltare: cancerina doc.
Un bacio Claudiotta
(scaduta l'opzione vodafone in cambio ho avuto una leggera influenza :(