Donna Laura |
Rebecca |
Amaranta |
Questa sera si recita a soggetto. Ciascuno a modo suo.
(Sei personaggi in cerca d'autore - Luigi Pirandello)
Antefatto.
Già in passato raccontai di Amaranta, la mia alter ego, che vive la sua esistenza compiuta al di fuori della mia, che pur tutto ho tentato, e niente m'è riuscito, per indurla ad accettare le ragioni delle motivazioni esistenziali in virtù delle quali è stata concepita e senza le quali non avrebbe ragione d'essere.
Ma ogni logica, in tal senso, è stata da lei sempre respinta e rifiutata, tanto che la mia alter ego vive una sua vita autonoma, slegata ed assolutamente in aperto dissenso con quella mia reale, talmente indipendente che, invece di favorirmi, spesso pare venirmi contro, incastrarmi in un angolo, prendere il sopravvento, relegare la mia vita in un abbozzo di racconto e far passare per vera quella sua, con tale convincimento, e tale verve recitativa, che io stessa, più di una volta, ho confuso i paralleli, oggettivi e soggettivi, della realtà e della fantasia, e talmente mi sono immedesimata in lei da diventarlo veramente.
Così, allo stesso modo, capita coi personaggi dei miei racconti che non sono io a scriverne la trama ma loro stessi, imponendomi il ruolo della scrivana anzichè quello dell'autrice.
Giornalisticamente prendo nota dei loro fatti e fatterelli, che arrivano alle mie orecchie già gonfiati, a volte a dismisura che, è ovvio, ognuno le proprie intime vicende le racconta dal punto di vista personale e con l'enfasi che più gli aggrada, con la tentazione di trasformare in epica quel che è solo la normalità dell'esistenza (il dramma, la commedia e il surreale, sono patrimonio dell'umanità e non mero gioco delle parti) è sempre molto presente in tutto quello che riguarda l'uomo, sia di carta che di carne, che ora, attraversando il campo della filosofia antropologica, mi toccherebbe parlare di quell'aspirazione sublimata nel corso dei millenni, appassionata e generazionale, all'immortalità e all'eternità.
Rivendicazione d'autonomia esistenziale e affrancamento dalla patria potestà dell'autore.
Amaranta è stata la prima, tra i miei personaggi, a rivendicare il suo affrancamento dalla mia patria potestà, reclamando il diritto alla propria autonomia esistenziale e la necessità di svincolarsi dalle mie esigenze a favore delle proprie.
Un'anarchia esasperata, e da me tollerata, che ha coinvolto poi tutti gli altri miei personaggi a cui io, lo riconosco, mi sono opposta troppo debolmente, soggiacendo, con curiosità e piacere, al fascino subliminale di ognuno di loro, abiurando così alla mia missione di scrittrice a favore del ruolo secondario e subordinato di portavoce di teorie bislacche e di supporto a vicende strampalate, arrivando perfino a crederci davvero, in modo da stare sempre spudoratamente dalla loro parte, nell'impegno di convincere il lettore/spettatore della veridicità di certe storie, talvolta al limite del lecito e del credibile, e alle quali sconsideratamente, ma con entusiasmo ed assumendomene piena responsabilità, appongo ancora oggi la mia firma d'autrice, con tanto di sigillo in ceralacca.
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