Dedico questo scritto a me stessa, come possibile ipotesi di sopravvivenza, affinché smetta di dannarmi l'anima alla ricerca di una verità e di una giustizia.
L'ALBERO LUCIFERO
Un albero cresciuto in orizzontale.
Come è potuto sviluppare così rapidamente ed assumere proporzioni ciclopiche quel rametto striminzito, senza per altro troppe possibilità di sopravvivenza in questo terreno così arido, che io stessa avevo piantato per più facilmente ritrovare l'accesso alla strettura strategica, naturalmente mimetizzata, del passaggio dentro il mio antro?
Non solo è cresciuto, ma i suoi rami strisciano come i serpenti sulle teste di Idra, dipanandosi verso i quattro punti cardinali, attorcigliati, riccioluti, o puntuti come lance, che non ce n'è uno uguale, benché tutti generati per un unico scopo: impedire l'entrata.
Un albero supino che avrebbe, invece, potuto svettare superbo verso il cielo e sfiorare, con la punta dei rami più arditi, perfino le nuvole.
Sarebbe stato, in un altro destino, l'albero più bello del mondo.
Il castigo capita sovente alla troppa bellezza, così come fu per Lucifero, plagiato, forse, dallo stesso Dio, il quale amava circondarsi di subordinati e non d'intelligenze indipendenti, e da lì la storia dell'angelo caduto, che ha un suo fascino, lo riconosco, ma è palese il monito con la proibizione ad agire di testa propria ma piuttosto accettare i diktat imposti.
Una morale cristiana in una leggenda pagana.
Lucifero non ha negoziato, ha agito di sua iniziativa, ed ha duramente pagato.
D'allora è sempre stato additato come il male.
La crudeltà vera, quella razionale, pianificata a tavolino, la trovo piuttosto in Dio, il cui scopo, è ora acclarato, sarebbe stato quello di creare automi e non uomini pensanti.
In questa strategia divina deve essersi verificato un errore, una disconnessione, cosicché nella coorte degli angeli schierati sull'attenti è uscito fuori lui, Lucifero, che gli si è avventato contro.
Quest'albero, che chiamerò Lucifero, merita di essere amato come tutti gli alberi del mondo, perché giace qui a terra in punizione ad espiare in vece mia.
Spesso sono gli innocenti a scontare pene per altri innocenti.
Perché io, lo giuro, non ho commesso peccati di rilevanza così grave da giustificare il supplizio inflitto a questo povero albero costretto a strisciare a terra quei suoi rami che mai svetteranno verso l'alto.
Avessi la forza di issarlo e sostenerlo, lo farei, novella Ercole, domerei l'Idra e sfiderei Dio.
Lucifero è talmente magnifico che oscurerebbe il sole con le sue fronde nere, compatte come ombrelli, e che d'estate si andrebbero a coprire di foglie sontuose, laccate come unghie di donna.
Ma l'albero Lucifero non sarà un intralcio, così come era predisposto nei piani di Dio.
Né per me, né per le formiche, che già s'avventurano tra gli arzigogoli dei rami, sorprese di ritrovarsi in una geografia nuova, sicché ieri era tutto monotonamente piatto ed oggi, invece, c'è la novità di questo mondo frastagliato, movimentato, un labirinto d'intrecci e di trabocchetti, che alcuni rami sono invitanti, ma insidiosi, come dita di strega.
Eppure gioiscono le formiche per questa nuova attività esplorativa, che richiede tutta l'agilità del loro piccolo corpo e quello della loro grande intelligenza, per evitare l'inganno dei rami protesi, trovare il varco dove poter accedere, pazientemente scavalcare là dove occorre, discendere dove è possibile, e mai perdersi d'animo, perché stamani la caccia è più fantasiosa per quest'attrattiva geroglifica che esalta la fantasia della sopravvivenza.
Esattamente come sarà per me.
Pubblicato il 9/9/2011 sotto l'etichetta DIARIO
RispondiEliminaun albero maestro !
RispondiEliminaMi piace questa tua definizione: un albero maestro.
EliminaCommenter la même époque, Antoine
Au revoir :)
L'albero, in gravità, sceglie formiche antiche come amiche, io credo
RispondiEliminaÈ una miseria, di luciferanti
Abbondanza di dèi
I loro templi zeppi di scaccini, sagrestani a grettume e spengimoccolo
Ciao
Miseria di luciferanti, abbondanza di dei e schiere di sagrestani: è la fotografia nitida dellla nostra società.
EliminaA presto, Andres :)
Gli alberi sono imbarazzanti, crescono verso il cielo e non chiedono nemmeno il permesso!
RispondiEliminaNon chiedono il permesso e neppure s'inchinano: sono quanto di più fiero esista nell'universo!
EliminaUn saluto, Giò
il cuore di lucifero pulsa lento, i suoi piedi sono ben piantati a terra, sicuramente difenderà dai boy scout l'entrata.
RispondiElimina......dei boy scout c'è sempre d'aver paura: portatori sani di buonismo vintage.
EliminaLucifero vigila, è già rimasto fregato una volta dal Dio degli Angeli, e la sta pagando ancora e forse per sempre :)))
à bientôt, endi
Un albero ha radici profonde nel terreno, ci fa ombra e riparo, per poi stagliarsi verso il cielo. Ha in se l'essenza del creato. E io da stregatta randagia mi ci accoccolo per riposare un poco ......
RispondiEliminaGli alberi sono tra gli elementi più belli della natura, come scrivi tu, sono l'essenza del creato.
EliminaNati per dar riparo ai viandanti e alle anime in pena, ai fuggiaschi e agli amanti, per godere l'ombra dopo una giornata di sole, per fantasticare, elucubrare, sognare.
Per questo un albero schiantato è una visione che fa male al cuore.
I gatti e i poeti e i viandanti, questo lo sanno :)