endi ha chiesto: tutte donne?
Ma da oggi, endi, in virtù di quella tua domanda, c'è un personaggio (persona) nuovo che ho portato alla ribalta, un uomo di cui in breve racconto la sua storia.
Una storia priva di riferimenti identificativi, volta solo al campo delle emozioni, che quelle non abbisognano, per esser raccontate, né di nomi né di collocazioni geografiche, che come tutto ciò che è attinente alla sfera umana, trepidazioni, sensazioni e sentimenti, sempre dimora nel cuore e nella mente, seppur con la variabilità ovvia dei parametri soggettivi.
UOMO DA PARETE
Ho eseguito un gesto irreparabile, ho stabilito un legame.
(Jorge Luis Borges)
(Jorge Luis Borges)
C'è un lettore che mi commenta, con una certa regolarità, via mail.
Premetto che in tutti questi anni di blog ho capito che è meglio evitare confidenze troppo intime con i lettori, soprattutto via mail, che ogni volta che l'ho permesso, e me ne sono permessa, sempre è scoppiata una qualche grana.
Così personalmente evito di oltrepassare il confine consentito dell'onesta cortesia e, pur senza mantenere odiose distanze, m'attengo all'etica della risposta cordiale, del sorriso accennato, dell'entusiasmo contenuto, mentre, invece, nei commenti pubblici mi lascio andare, ed in maniera visibile, all'entusiasmo e alla gratitudine per chi spende un particella del proprio tempo a leggere e commentare i miei scritti.
Ma nel boxino dei commenti è tutto, nel bene e nel male, alla luce del sole cosicché, sia io che i miei interlocutori, ci atteniamo alle regole del cortese conversare e del moderato dissenso, senza oltrepassare confini leciti e scongiurando il rischio di trasbordare troppo nel privato, così come può avvenire, invece, nello scambio epistolare, sicuramente più appartato ed intimo.
Con lui, però, questa regola è saltata: pensatore non convenzionale, introverso e timido, che cova inconsapevolmente in nuce il germe dello scrittore, e che io ho più volte spronato a dar respiro a quelle sue riflessioni, che m'arrivano come matasse aggrovigliate ma pur colme di lucida ponderatezza, attraverso un suo sito personale, così da sottoporre quei suoi quesiti complessi, assolutamente non prestabiliti ed interessantissimi, ad una platea più vasta ed eterogenea in grado di fornire punti di vista diversi, soprattutto dai miei, che sempre inevitabilmente evolvono in visioni plateali di pessimismo catastrofico.
Uomo da parete, di quelli che alle feste rimangono poggiati al muro a guardare gli altri che ballano e che flirtano, segretamente desiderando di esser uno di loro, non importa se banali nei modi o nei gesti, che volentieri baratterebbe tutta la sua raffinatezza intellettuale per essere finalmente fuori da se stesso, da quella sensibilità feroce che lo inchioda a quel muro, e concretizzare così quelle emozioni che lo dilaniano ma che si nega, pensandosi inadeguato e adatto solo ad interpretare il ruolo anonimo, e senza battute, di uomo/ tappezzeria
Potrebbe scrivere, e sarebbe uno scrittore magnifico.
Potrebbe amare, e sarebbe un amante superbo.
Potrebbe convertire il mondo con la forza del suo pensiero.
Potrebbe.
Ma non lo farà.
Ho acquisito questa certezza poiché nel corso del tempo le sue mail stanno diventando sempre più amare, più distaccate, più confuse, quasi che avesse deciso che un suo coinvolgimento più intimo con il resto dell'umanità sarebbe soltanto foriero di nuove delusioni e di nuovo dolore.
Così non spallerà nessun muro, piuttosto continuerà stoicamente a sostenere, in silenzio, sulle proprie spalle il peso di quella parete.
E quello della sua ombra.
E quello delle ombre di tutta l'umanità.
Premetto che in tutti questi anni di blog ho capito che è meglio evitare confidenze troppo intime con i lettori, soprattutto via mail, che ogni volta che l'ho permesso, e me ne sono permessa, sempre è scoppiata una qualche grana.
Così personalmente evito di oltrepassare il confine consentito dell'onesta cortesia e, pur senza mantenere odiose distanze, m'attengo all'etica della risposta cordiale, del sorriso accennato, dell'entusiasmo contenuto, mentre, invece, nei commenti pubblici mi lascio andare, ed in maniera visibile, all'entusiasmo e alla gratitudine per chi spende un particella del proprio tempo a leggere e commentare i miei scritti.
Ma nel boxino dei commenti è tutto, nel bene e nel male, alla luce del sole cosicché, sia io che i miei interlocutori, ci atteniamo alle regole del cortese conversare e del moderato dissenso, senza oltrepassare confini leciti e scongiurando il rischio di trasbordare troppo nel privato, così come può avvenire, invece, nello scambio epistolare, sicuramente più appartato ed intimo.
Con lui, però, questa regola è saltata: pensatore non convenzionale, introverso e timido, che cova inconsapevolmente in nuce il germe dello scrittore, e che io ho più volte spronato a dar respiro a quelle sue riflessioni, che m'arrivano come matasse aggrovigliate ma pur colme di lucida ponderatezza, attraverso un suo sito personale, così da sottoporre quei suoi quesiti complessi, assolutamente non prestabiliti ed interessantissimi, ad una platea più vasta ed eterogenea in grado di fornire punti di vista diversi, soprattutto dai miei, che sempre inevitabilmente evolvono in visioni plateali di pessimismo catastrofico.
Uomo da parete, di quelli che alle feste rimangono poggiati al muro a guardare gli altri che ballano e che flirtano, segretamente desiderando di esser uno di loro, non importa se banali nei modi o nei gesti, che volentieri baratterebbe tutta la sua raffinatezza intellettuale per essere finalmente fuori da se stesso, da quella sensibilità feroce che lo inchioda a quel muro, e concretizzare così quelle emozioni che lo dilaniano ma che si nega, pensandosi inadeguato e adatto solo ad interpretare il ruolo anonimo, e senza battute, di uomo/ tappezzeria
Potrebbe scrivere, e sarebbe uno scrittore magnifico.
Potrebbe amare, e sarebbe un amante superbo.
Potrebbe convertire il mondo con la forza del suo pensiero.
Potrebbe.
Ma non lo farà.
Ho acquisito questa certezza poiché nel corso del tempo le sue mail stanno diventando sempre più amare, più distaccate, più confuse, quasi che avesse deciso che un suo coinvolgimento più intimo con il resto dell'umanità sarebbe soltanto foriero di nuove delusioni e di nuovo dolore.
Così non spallerà nessun muro, piuttosto continuerà stoicamente a sostenere, in silenzio, sulle proprie spalle il peso di quella parete.
E quello della sua ombra.
E quello delle ombre di tutta l'umanità.
RispondiEliminaA volte un uomo è da solo perché ha intesta strani tarli,
perché ha paura del sesso o per la smania di successo.
Per scrivere il romanzo che ha di dentro,
perché la vita l'ha già messo al muro,
o perché in un mondo falso è un uomo vero.
e questo lo dicono i pooh. :)
molto onorato e grazie della menzione.
chapeau
......non sono solo canzonette :)
EliminaEd è straordinariamente vero quell'elenco delle inadempienze esistenziali che tu hai estrapolato dal testo dei Pooh, soprattutto l'ultima strofa, perchè io nutro per lui la profonda convinzione di un suo valore personale.
Un valore che va sempre più occultando nel bozzolo serrato della propria depressione, fino a renderlo sempre più inacessibile ed inviolabile.
E' un peccato e uno spreco.
Personalmente credo che valga sempre la pena tentare la realizzazione di un progetto o di un sogno.
E se questo significa scalare pareti di vetro bè, dal mio punto di vista, bisogna pur farlo.
Rimanere addossati ad un muro alla fine significa mimetizzarsi col disegno del parato fino ad esserne inghiottiti, e scomparire allo sguardo del mondo: un programmato suicidio esistenziale.
Grazie endi :))))
La tentazione di confondersi con il nulla ci attanaglia, ma così non c'è vita solo apparente pace prossima alla morte. meglio combattere, gridare, ridere, soccombere e rialzarsi, ma vivere comunque. Baci in movimento cara.
RispondiEliminaLa rassegnazione supina è l'abiura alla vita.
EliminaQuante energie, quante intelligenze si sono lasciate inghiottire passivamente dal vuoto esistenziale senza opporre resistenza perchè mancanti del convincimento in se stessi. E nel mondo.
Strabacio