Images by Victor Rolf |
giovedì 9 ottobre 2008
Passerella notturna
Ho questa cesta tonda di vimini, stipata all'inverosimile di scampoli di tessuti accumulati nel corso degli ultimi 30 anni. In realtà molti ritagli di queste mie stoffe sono deteriorate nel tempo, avevo già iniziato ad accumularle nel periodo delle scuole elementari ma di quelle, ormai, non mi resta più nulla se non il ricordo. Pezzettini di cotone giallo e lilla, piccole pezze di tela bianca con ricami di fiori e farfalle, il ritaglio di un tessuto, piuttosto pesante, a quadretti bianco e verde e, un'altro più leggero, in bianco e rosa, tutto ordinatamente riposto nei cassetti della memoria, e romanticamente profumato all'odore di lavanda e gelsomino. E' la cesta di una stilista, senza griffe nè copyright, moda da strada, suscettibile agli umori suoi e della folla. Consenso silenzioso o nessun consenso, non importa se quello che necessita è creare. E così, con un angolo di broccato verde scuro, ho confezionato l'abito sacerdotale della protagonista del racconto "L'unghia della strega", e mi sono avvalsa, invece, di sottile garza dai colori dell'arcobaleno, per le lolite di "Streghe". Ottimi tessuti, vecchi di circa 30 anni, quando allora ero anche io una giovane strega, ma non ne avevo minimamente la consapevolezza e poi, allora, strega era sinonimo di donna brutta ed arcigna. Mi colpisce il pensiero che le streghe teenager di quando ho scritto quel racconto oggi hanno superato la trentina, più grandi di mio figlio. Ogni volta che sono triste frugo nella mia cesta delle meraviglie e sempre riscopro tesori solo momentaneamente dimenticati, pronti a rifulgere nello splendore intatto del ricordo.Vecchio fustagno, robusto anche se ormai scolorito, ma ancora buono però per confezionare la veste scura, e audacemente scollata, dell' epilettica "Nel peccaminoso solco dei seni di una Maria Maddalena". Panni retrò per eroine moderne, il "vintange" furoreggia, e quel che conta è la verve con cui s'indossa un capo, ed Amanda, la coprotagonista di "Amanda & Jeremy" di verve ne ha da vendere, soprattutto se fasciata nella tela lisa, d'azzurro stinto e macchiato ad hoc nella candeggina, dei miei adorati, e mai dimenticati, jeans a campana anni 70. Ipnotica seta rossa per la dark lady di "Una donna di talento" e solo lunghi guanti di raso color glicine per la bellissima puttana de "La stanza rosa" e, per finire, strati di tulle di fulgido viola, come strascico di sposa, per la stilista, senza griffe nè copyright, ma sinceramente appassionata della sua piccola arte, che rispettosamente ringrazia, e fa un inchino, sul palcoscenico, a quest'ora deserto, di questo blog.
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