Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 18 ottobre 2008

Accettare la metamorfosi

Come un maglione di lana grezza che prude sulla pelle, è questa la tristezza. Avevo dimenticato il suo tepore ispido perchè la disperazione di questo lunghissimo periodo aveva cancellato tutto, anche lei. Finalmente oggi, dopo un tempo infinito, ancora la ritrovo, intatta ed immutata, col suo profumo morbido di castagne. Se sto riappropriandomi della tristezza significa che sto guarendo. Significa che la disperazione sta dileguando. E' realmente da un pò che che mi lascio consapevolmente sopraffare da tutta la vasta gamma di sensazioni riscoperte, piacevoli o meno, che prima avevo rinnegato in nome della sola tirannica disperazione. Non mi ci avvoltolo più nelle sue maglie di ferro, come un baco impazzito che non sarà mai farfalla. Ora sono pronta ad accettare la metamorfosi. Con gioia, quindi, mi riapproprio della tristezza, perché è il primo colore dell'arcobaleno, meno intenso degli altri ma non per questo meno bello: madreperla che si confonde negli strati del cielo, per apparire a tratti occhieggiato di sole, a volte invece, ombreggiato di nubi.
E' un colore incredibile.
Non si mostra, ma si fa sentire.
Per un tempo lunghissimo ne avevo perso la memoria.
Per un tempo lunghissimo.
Marilena


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