Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 25 ottobre 2008

In trappola

Tutte le mattine si svegliava sempre più esausto, col pianto pressochè ininterrotto del bambino a fare ormai da colonna sonora alla sua giornata.
E le lamentele ossessive di Betty.
Questa era diventata la sua vita.
Come aveva potuto permettere che gli accadesse questo?
In trappola.
E' così che si sentiva.
Incastrato da un figlio che non riusciva davvero ad amare, e da una donna che gli si rivelava ora nella sua interezza.
Anche se un tempo pensava di aver provato autentica passione per lei, così sexy e sfrontata, e tutti gli uomini che frequentavano il pub, dove lavorava come cameriera, che le sbavavano dietro.
Una donna, e non una delle ragazzette insipide che facevano parte del suo circuito. Incredibilmente, e contro ogni sua più rosea previsione, avevano cominciato a frequentarsi, con grande invidia dei suoi amici.
Dieci anni più grande di lui: una donna fatta e lui poco più di un ragazzo.
Dieci anni di più e lo sfacelo già in corso: con la gravidanza si era imbolsita.
Infagottata in tute informi o fasciata in jeans ormai troppo stretti, pesante e goffa, aveva perso il suo sex appeal.
Sembra mia madre, pensava con crudeltà.
E il bambino poi......cosa ci faccio con un figlio?
Per loro aveva smesso l'università e preso a lavorare nell' autofficina di sua padre.
Sposarla era stata una sua scelta.
C 'era quel figlio e lui si sentiva maturo d'assumersene la responsabilità.
Ricordava, però, le lacrime di sua madre.
E non erano lacrime di gioia.
Betty a lei non piaceva.
E non solo per la faccenda dell'età.
All'inizio le rinunce non gli erano sembrate così insopportabili.
Quell'estate i suoi amici erano partiti per la Tunisia e lui era rimasto in città ad organizzare il matrimonio e a ridipingere la casa dove sarebbero andati a vivere.
In quel periodo Betty era ancora splendida.
Appagata dalla prospettiva di mettere ordine nella sua vita e dall'attesa della nascita del bambino, era diventata, se possibile, ancora più bella, meno aggressiva.
Più dolce.
L'impeto, che la caratterizzava, ora era riservato solo alla passione notturna.
Lui non aveva avuto troppo tempo per capire davvero in che direzione stesse andando.
Era tutto così veloce.
Nuovo. Imprevisto.
Non aveva avuto il tempo di aver paura.
Paura di cosa poi?
Sposava una donna più adulta d'età, certo, ma incredibilmente sexy, e l'avrebbe avuta solo per sè, e poi diventare padre in qualche modo avrebbe accelerato il suo processo di crescita.
Fino a quel momento aveva solo giocato, ora avrebbe davvero iniziato a vivere.
Non più un ragazzo, ma un uomo.
Ed ecco, che da subito, la vita gli presentava il conto.
Un parto difficile, il bambino sopravvissuto per miracolo e la depressione di Betty.
Lei e il piccolo, due pesanti zavorre che lo stavano schiacciando.
Piangevano in continuazione, uno per le devastanti coliche, l'altra, per l'abbrutimento del fisico e della mente.
Aveva iniziato così a sentirsi sempre più solo.
Dormiva poco e male, a casa ci stava il meno possibile, benediceva il lavoro dell'autofficina che lo teneva occupato e, lontano da loro, la vita gli sembrava ancora sopportabile.
Usciva prestissimo e tornava a casa sempre più tardi.
Vagava fino a notte fonda, da solo, troppo orgoglioso per mostrarsi nel suo penoso stato agli amici di un tempo.
A casa lo avrebbero accolto le invettive di lei o, infinitamente peggio, il suo mutismo accusatorio.
Si chiedeva se mai l'avesse davvero amata o se era tutto riducibile ad una pura questione di sesso.
Forse lei gli aveva astutamente teso un tranello, come diceva sua madre, per chiuderlo in trappola.
Non amava nemmeno suo figlio, quel piccolo essere furioso, rattrappito su se stesso, che piangeva da mattina a sera, squarciandosi i polmoni, incapace di rassegnarsi al suo destino.
Invece, lui, il suo destino l'avrebbe cambiato.
Quella sera stessa avrebbe parlato con Betty, le avrebbe lasciato la casa e provveduto al loro mantenimento, ma sarebbe andato via.
Fuori dalla trappola ce l'avrebbe sicuramente fatta a riprendersi la sua vita.

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