Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

lunedì 14 gennaio 2013

La storia di Andres Rubio, cerusico, sperimentatore ed ipnotista (cap 4)

LA STORIA DI ANDRES RUBIO, CERUSICO, SPERIMENTATORE ED IPNOTISTA
Tra le lacrime asciutte dell'impotenza la giovane donna rivela di chiamarsi Maria Engracia Naveros e la giovane in agonia è Catilina, sua sorella, entrambe medichesse formatesi alla prestigiosa Scuola di Salerno, allieve della leggendaria Trotula di Ruggiero, e fondatrici di quella struttura ospitaliera.
Quel luogo, dunque, è un ospedale, e la donna che gli sta di fronte una medichessa, come ella stessa si è definita nell'accurata scelta del termine.
Non guaritrice e neppure ostetrica, ma dottoressa in medicina, un ordine superiore al suo, che egli non è che un oscuro segaossa come ce ne sono centinaia di altri in tutta la Spagna, seppur lui è il solo, fra tutti, dotato del particolare talento di saper piegare la mente alle esigenze del corpo: una corrispondenza, però, che solo un cervello vivo può rendere possibile, mentre quello di Catilina è già oscurato dal buio del coma.
Un  prodigio che lui non può compiere.
Come avesse letto questo suo pensiero, Maria Engracia Naveros dice, non è un miracolo quello che vi chiedo, Andres, ma un compassionevole oblio in cui lei, affrancata dai tormenti di quel suo corpo così martirizzato, possa sostare nell'attesa della morte o della resurrezione.


Andres Rubio aveva visto così  tante volte piangere che col tempo il dolore si era fatto nebbia ai suoi occhi.
Una frequentazione crudele, questa, che lo avrebbe alla fine ridotto all'insensibilità, se non si fosse imbattuto in Galeno, un nano mendicante, suonatore di sacabuche, che conduceva legato ad una corda un enorme fagiano, suo compare nell'arte del controcanto e del borseggio.
La bizzarra coppia, godeva di una discreta notorietà nelle piazze di Madrid, soprattutto in virtù di quest'ultima prerogativa, motivo per cui era stato loro precluso l'accesso nelle botteghe sempre molto affollate nei giorni di fiera, divieto che non includeva, però, i luoghi all'aperto, come portici e logge, dove si praticavano i giochi d'azzardo e dove più facile era porre mano nelle tasche altrui, quando gli sguardi erano tutti concentrati sui dadi e sulle pedine.
Galeno, con paziente maestria, aveva addestrato il suo fagiano a sciogliere, col suo becco ad uncino, nodi e legacci di scarselle e tascapani che lui poi alleggeriva delle monete. Per il nano era un gioco facile, favorito dalla piccola statura e dall'esercizio del saltimbanco, riusciva ad insinuarsi nella folla, portare a termine la ribalderia sgusciando poi via tra le gambe, come un gatto.
Ma quel giorno qualcosa nel così ben collaudato marchingegno non aveva funzionato, che un brutto ceffo, armato di daga, accortosi delle manovre ladresche lo stava ora inseguendo e, di sicuro lo avrebbe acciuffato, che il nano correva sbilanciato col fagiano che gli starnazzava tra le braccia, se non fosse stato per il provvidenziale attraversamento del carretto di Andres Rubio che per schivarlo s'era andato a ribaltare. Galeno, approfittando dello scompiglio, s'era eclissato e così  il brutto ceffo se l'era rifatta sul cerusico, esigendo da lui il risarcimento per il furto subito. Ma fu sulla via del ritorno che Andres incrociò di nuovo il fuggitivo, che col fagiano al seguito, arrancava zoppicando sulla strada disagevole. Quando Galeno vide Andres era ormai tardi per nascondersi e la gamba gli doleva troppo per tentare la fuga, così aveva continuato a camminare fingendo indifferenza: lui davanti e il carretto dietro. Al crocevia s'erano entrambi fermati, e allora il nano, senza scomporsi, aveva proposto, compare se voi prendete a destra volentieri accetterei un passaggio. 
Divertito da quella sfacciataggine fuori dal comune, Andres era scoppiato a ridere, e lo aveva accolto a bordo.
Fu quello l'inizio di una grande amicizia e di un fortunato sodalizio.

4 commenti:

  1. Le mille cose che incontriamo per strada sul nostro cammino...... anche nelle strade del web... i percorsi non hanno parametri fissi.
    Baci e fusa ffffffrrrrrrrrrrrr

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    1. ......e i racconti, anche quelli di fantasia, iniziano sempre da quelle strade.

      La streghessa se ne stava solitaria ad elucubrare, malinconica e scettica (che la strega in questione appartiene a tale genia) nel calduccio del suo antro, leggendo nelle allegre fiammelle, rosse ed azzurre, del fuocherello, sempre più tetri auspici quando sulla soglia, discreta e signorile, si materializzò la sagoma, pellicciosa e nera, di una gatta, molto chic e molto english, che educatamente chiese, disturbo se entro a scaldarmi?
      Fu quello l'inizio di una bella amicizia.

      Per te, Fel, baciotti zuccherosi

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  2. Ricordo mia cara, ed è stata un'accoglienza adorabile che scaldava veramente il cuore ... e continua ............ Un bacio gattoso

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    1. Continua, Lucy, e continuerà per sempre, perchè l'affetto e la stima sono alla base di quest'amicizia.
      Oltrechè personalmente adoro la tua ironia e la tua solarità :)

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