Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 24 dicembre 2011

Hotel Zeta (cap. 8)


PERCORSO A RITROSO
Una volta salite sul vecchio Wolkswagen, Edmundo Reyes percorse, tutto in retromarcia, il tragitto verso l'aeroporto. Esattamente come era stato per l'arrivo, solo che ora nessuna delle sue ospiti aveva troppa voglia di parlare. Gli innumerevoli ohhhhh di meraviglia che avevano costellato la conversazione all'arrivo ora erano tramutati in silenzio.
Ognuna, a modo suo, stava dicendo addio a quel posto meraviglioso dove mai più sarebbe stato possibile ritornare.
Amaranta Dell'Antro, trincerata dietro grandi occhiali neri, man mano che il paesaggio scorreva, andava tramutando le lacrime del distacco in scintille di ricordi, facendo bene attenzione che neppure un piccolo particolare scivolasse via dalle maglie di quella sua memoria bucherellata.
Eli Joe, forse era quella meno triste, consapevole che al suo ritorno c'era un uomo innamorato ad attenderla sulla soglia di casa econ una rosa rossa tra le mani. E sulle labbra frasi d'amore. Le stesse di quella lettera non spedita, poiché lei era già sulla via del ritorno, ma che pure le aveva scritto.
Lucy Hollywood, accarezzava un lembo del suo vestito e un rosso papavero, stampato sulla stoffa, aveva aperto all'unisono tutti i suoi petali per meglio accogliere quella coccola, mentre un ramo di glicine, in piena fioritura, s'andava allungando sull'ampia gonna per giungere alla portata delle sue dita ed omaggiarla della delicatezza dei suoi fiori viola.
Clara, da sotto la frangia piratesca, continuava a scrutare il mondo dalle sue due visuali, opposte ma non contrastanti, perché la consapevolezza non esclude la fantasia, e benissimo possono convivere, che in caso di necessità l'una potrà essere di supporto all'altra. Due visuali opposte che pure costituivano un'unica. Base da cui sarebbe partita per ricostituire l'interezza di sé stessa.
Xira, cullata dal ritmo strambo del Wolkswagen, sonnecchiava tranquilla sulle ginocchia di Clara, beandosi del contatto delle sue dita, innocentemente senza nutrire rimpianti o tristezze per le meraviglie che lasciava, che per lei il paradiso era ovunque fosse Clara, e nessuno avrebbe potuto convincerla del contrario. Nessuno.

MEMORIE DI CLARA
Il mio viaggio a Nuevo Eldorado è nato da una mia esigenza di fuga, un tentativo di rompere le catene da quell'esasperante costrizione, psicologica e sentimentale, che sta alla radice del difficile rapporto con mia madre, ma in realtà, come oggi sto scoprendo, solo l'alibi dietro il quale mi sono da sempre trincerata a giustificare quella mia volontaria mancanza di azione e reazione che mi ha trasformato in carceriera di me stessa. Il mio ritorno a casa, invece, è determinato dall'esigenza, ora preponderante, di un chiarimento con me stessa, prima ancora che con mia madre: se voglio scoprire chi è lei devo prima sapere chi sono io. Solo così potremmo trovare le motivazioni per un dialogo finalmente costruttivo. Una scelta sofferta, perché Edmundo Reyes, non so in ragione di quali particolari miei meriti, mi ha generosamente offerto la cittadinanza di questo luogo unico ed incantevole, che è Nuevo Eldorado. Un privilegio raramente concesso, perché scaduto il tempo del soggiorno si è obbligati a partire, e senza la possibilità di ritornarvi. Se mi fosse stato proposto ieri avrei, senza alcun tentennamento, accettato, perché non si rinuncia così facilmente all'offerta di cittadinanza del Paradiso. Solo qualche ora fa sarei rimasta, ma poi ho seguito Xira nella foresta, l'ho vista battersi contro un nemico grande e crudele, che aveva artigli affilati, fauci assassine e sete di vendetta, mentre lei, armata solo della sua determinazione, non ha mai indietreggiato né mostrato paura, che pur doveva averne. E tanta, Ma alla fine ha vinto. La mia piccola, grande guerriera, che mi ha indicato la strada del mio riscatto. Seppure è qui che lascio il mio cuore.

 UNA RIVELAZIONE PRIMA DELLA PARTENZA
Edmundo Reyes, consapevole che sarebbe stato fuori luogo salutare le sue ospiti con un arrivederci, perché quello era a tutti gli effetti un addio, aveva optato per la formula del baciamano. Ma quando era stata la volta di salutare Clara, quel bacio glielo aveva dato sulla guancia, e poi le aveva detto all'orecchio:-  a due sole persone è stata data l'opportunità di rimanere, una sei tu e l'altro è Vincent Van Gogh. Siamo estremamente selettivi a Nuevo Eldorado. Sii fiera di te, Clara. Sempre. -

Solo quando il piccolo aereo era decollato, Clara si era resa conto che Edmundo Reyes non le aveva però detto se Van Gogh era alla fine rimasto. Ma poi aveva guardato fuori dal finestrino: sotto il soffitto di nuvole bianche andavano fiorendo, in tempo reale, distese sconfinate di campi di girasole.
Vincent era rimasto.