...e allo scatto della mezzanotte un nuovo racconto appare e mi tiene compagnia, anche se solo per un brevissimo momento, perchèé io soffro d'insonnia e la notte è lunga.
E' lo stralcio di una e-mail, carinissima e densa di considerazioni, che una lettrice di Milano mi ha inviato come commento all'antologia DA MEZZANOTTE A MEZZANOTTE, dove ho riproposto alcuni miei vecchi racconti.
E d'insonnia soffro anch'io. Di nuovo.
Insonnia. E mancanza di concentrazione.
E questo caldo afoso non aiuta.
Questi ultimi quindici giorni sono stati un inferno.
Un deja vu devastante.
Invano ho invocato il ritorno della strega.
Ma la mia rabbia, questa volta, non è stata bastevole al suo ritorno.
Non era una rabbia sufficientemente violenta.
Dolorosa, piuttosto.
Malinconica.
Come quella di un cane che si lecca, in solitudine, le ferite.
Ferite nuove, inferte sulle vecchie.
Per nascondere le recenti e rendere, al contempo, il dolore ancora più insopportabile.
Un inganno.
Quel cane che non guaisce.
Addomesticato al silenzio.
Rassegnato ad essere solo un cane.
O di non poter essere, al bisogno, neppure quello.
Sono lucidamente consapevole che, per ritrovarmi, devo avere la forza di destarmi dall'incantesimo dell'addomesticamento.
Strappare il collare di smeraldi che decreta la mia appartenenza.
E mi serra la gola.
E mi strozza il respiro.
Marilena
ciao marilena,ti trovo in gran forma,brava,un bacione.
RispondiEliminaCiao achab, contraccambio il tuo affettuoso saluto.
RispondiEliminaGrazie
Marilena