Torno a lavorare oggi dopo una chiusa di tre giorni per via del mio stato ansioso, come dichiarato dalla dottoressa sul modulo INPS.
- Quanti giorni vuole?
- Non lo so quanto può durare questo stato d'ansia. Sono in fase di diminuzione farmaci......
- Le consiglio di ricontattare il suo psicologo, forse non era il momento di diminuire.
La dottoressa è molto giovane, sostituisce il mio doc che si è ammalato (capita anche a loro), non sa nulla di me, vede solo che ho gli occhi lucidi e i capelli frettolosamente legati senza troppa cura.
Sono sudata e ho le mani che si tormentano.
- Stamane ho vomitato, roba amarissima
- La classica rosetta di bile, tipica degli stati ansiosi. Facciamo tre giorni, poi se ha bisogno io sono qua.....
La dottoressa sostituisce solo il mio dottore, non è il suo studio e io non sono una sua paziente: mi restituisce il modulo INPS con un sorriso.
IL MIO DOC NON C'E' CAZZO E LO PSICO HA DETTO CHE SIAMO ANDATI ANCHE OLTRE IL PERIODO CANONICO PER L'ASSUNZIONE DEI FARMACI CHE BISOGNA INIZIARE A DIMINUIRE ORA E DEVO RIUSCIRE A FARCELA O ALMENO A PROVARCI.
La dottoressa è estremamente gentile quindi non posso urlarle questo mio pensiero. Me lo accortoccio nella mente ed esco dallo studio con la prospettiva di questi tre giorni per tentare di risolvere il mio problema.
Tre giorni nell'antro: fuori c'è un caldo da deserto ed anche la mia testa bolle. La voragine dentro di me è smisuratamente grande, potrebbe contenere tutta la solitudine e la tristezza del mondo, ma basta anche solo la mia a colmarla.
Tre giorni nell'antro a fissare i muri e lo schermo muto del computer. Tre giorni a tenere alla catena i miei pensieri, doberman inaddomesticabili e per questo pericolosi, quindi la cosa migliore sarebbe riuscire a non pensare. Nemmeno ascoltare musica mi fa star meglio, ma anzi, percepisco infiltrazioni paranoiche che provengono dallo stereo. Ostilità. Non riesco a leggere, noia nelle parole e i pensieri ridotti in fumo nella mia testa bollente.
In un moto di rabbia ho sbattuto ripetutamente il ferro da stiro sull'asse per non darmelo sulle braccia. E' un buon ferro, fedele e solido, nonostante i miei maltrattamenti funziona ancora.
Forse garanzie simili possono dartele solo gli oggetti lungamente usati e quindi abituati al tuo modo di essere. Forse è per questo che mi rimane sempre così difficile separarmi da qualunque cosa io abbia adoperato per tanto tempo. Ho paura che il nuovo tradisca, che disattenda le mie aspettative.
Tre giorni.....ma il buco è sempre lì. Giorni in cui ho fatto davvero poco limitandoni a fissare i muri, dormicchiare sul divano e sedermi davanti al computer. Non sarei stata capace di altro. Gli unici pensieri che riuscivo a compitare nella mia testa erano: faranno bere a sufficienza mia madre? Perchè per me la vita deve essere così?
Un interrogativo molto concreto ed uno molto più astratto, pensati proprio in questo modo e in questa sequenza. Rimasticati di continuo come una cantilena nella testa, un refrain a cui però manca il resto della canzone.
C'è stato un momento in cui ho creduto davvero di aver raggiunto il traguardo della normalità, mettere ordine nella mia vita e guardare al domani, invece c'è sempre qualcosa che lo impedisce.
Tanti più sforzi faccio per proiettarmi nel futuro tanto più violentemente il passato mi trascina all'indietro.
Forse sono già nel futuro.
Forse è solo questo il domani.
Marilena
Son capitata per caso nel tuo blog... e ho letto questo post... posso solo dirti di non sentirti sola... ti comprendo nel profondo!
RispondiElimina-ametista-
Grazie infinite Ametista, è bello trovare empatia e comprensione, condividere per un momento le preoccupazioni ed i pensieri bui, gli attimi dolorosi e le riflessioni che ne conseguono.
EliminaPaure e speranze, ansia,sempre e molta, gli'ingredienti base della mia vita come di quelle di molti altri.
Grazie per questa tua solidarietà, infinitamente apprezzata
Un bacio
Marilena