Piccola, bruna e dura come una noce.
La bocca tonda come una o serrata e la ruga, con il disegno di una v capovolta, impressa tra i due sopraccigli, solco severo di un'espressione perennemente accigliata.
Piccola, bruna e dura come un pugno chiuso, vibrante di tensione, già pronto ad essere sferrato nella certezza di una incombente provocazione.
In lotta eterna con il mondo, sapeva dire cose cattive con la medesima scioltezza con la quale poi, la sera, sciorinava tra le agili dita i grani del suo rosario.
Prezioso rosario di granato antico dal quale non si separava mai e che con civetteria portava al collo, con il crocefisso che le ballonzolava tra i seni lussuriosi.
Piccola, bruna e dura, con quei seni prosperosi che ingolosivano gli uomini e ingelosivano le donne.
Nella magrezza di quel suo corpo di adolescente tardiva i seni esplodevano, invece, nella pienezza dello splendore della loro maturità.
Camminava leggermente incurvata dalla forza di gravità subita dalle mammelle, e dal pesante crocefisso che le ciondolava nella scollatura generosa del vestito.
I ragazzini le urlavano dietro complimenti osceni che lei ricambiava con bestemmie, e maledizioni, che provocavano una nuova bordata d'insulti.
Si arrestava, traballando sui tacchi instabili, chinandosi a raccattare sassi da lanciare alla banda oltraggiosa che le rideva dietro.
Nel chinarsi a raccogliere il pietrisco il crocefisso proiettava a terra un ombra perpendicolare di meridiana, mentre il peso dei seni la sbilanciava ulteriormente come se fosse sul punto di cadere in avanti.
Ma non cadeva e, con scatto aggressivo, si girava agile come un guerriero ninja scagliando contro la marmaglia chiassosa la sua gragnola di sassi, urlando in una lingua sconosciuta oscure minacce.
Il tondo scolorito della bocca si spalancava sull'antro buio del palato, e gli occhi, già grandi, sembravano dilatarsi a dismisura.
Roteava poi su stessa come una marionetta a cui avessero reciso i fili, prima di accasciarsi al suolo con le braccia e le gambe scomposte, e una bava spessa che le insozzava il mento.
La banda impaurita allora scappava, e lei rimaneva a terra,convulsa e sussultante, come ghermita da una violenta scarica elettrica
Scosse che andavano poi lentamente placandosi lasciandola stordita e confusa nel suo torpore da epilettica.
Penzolante dal filo prezioso dell'antico rosario, il Gesù crocefisso voluttuosamente agonizzava nel peccaminoso solco dei seni di quella Maria Maddalena.
Carissima Marilena, per me è stato un periodo faticoso ed intenso..ma ora sono qui, tra le righe del tuo blog,a leggere... il mio pensiero è per te...che con il mio passaggio ti sto accanto...
RispondiEliminacon affetto sincero
Altraepoca
Bentornata!!!!! Sono sempre felice di sapere che ci sei, anche un pò egoisticamente, perchè amo la tua positività che trovo sempre per me stimolante
RispondiEliminaUn abbraccio sincerissimo
Marilena