L'isteria repressa: è questa l'oscura madre.
Sempre più debole il costante autocontrollo imposto affinche lo specchio rimandi sempre la stessa immagine, rassicurante e nota, ed ignori la fisionomia prepotente che tenta di sovrapporvisi.
Occhi predatori, vivi e attenti che ti scrutano dall'altra parte del vetro.
Sei sempre tu ma incredibilmente diversa.
Sconcerto. E' l'oscura madre che si palesa.
La tua immagine riflessa è sempre più sfumata, sempre più in ombra, mentre il nitore dell'altra si sovrappone perfettamente ai tuoi tratti, appropriandosene.
Paura: l'autocontrollo va a farsi fottere, saltano tutti i meccanismi di mimetizazzione che hai messo in opera nel corso della tua vita con la pazienza certosina del miniaturista.
Sei tu nella tua immagine nuda.
Nitida, smagliante, quasi fosforescente. Visibilissima e carnale. Finalmente reale.
Come in un effetto speciale cinematografico l'identità predefinita si scioglie dalla tua faccia e cola in brandelli di materia in un ammasso confuso e impastoiato.
L'oscura madre, ora finalmente visibile, ti sorride beffarda: ma sei tu che scopri i denti.
Marilena
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