sabato 3 agosto 2013
L'immenso potere evocativo dell'immaginazione
Non era più giovane, ed era sola ormai da tanto tempo: spazi vuoti e silenzi assordanti laddove prima c'erano corpi e voci.
E Malinconia come unica, fedele compagna.
La sua tristezza s'accomunava a quella dell'autunno, grigio e piovoso.
Deprimente.
Avvilente come la porzione invariabilmente pallida di cielo che scorgeva dalle sue finestre, percorsa dalle fila, a ranghi serrati, di stormi di uccelli migratori, neri e minacciosi come avvoltoi in esplorazione su un campo di battaglia.
Così, per non cedere alle lacrime, pazientemente provava a ricolorare il tutto attingendo ai ricordi ed alla fantasia, ritrovandosi ad elaborare storie che poi raccontava, a voce alta a Malinconia.
Ed il tempo non era più statico, l'autunno veniva inghiottito dalle sue stesse nebbie, e davanti ai suoi occhi si spalancavano scenari vivi, di corpi e di voci.
L'immenso potere evocativo dell'immaginazione!
Si accorse che poteva, in questo modo, resuscitare i morti, terminare conversazioni interrotte, chiarire malintesi, chiedere scusa o mandare al diavolo.
Non era più sola.
E c'era un autunno nuovo, odore di castagne e di legna e di buon vino caldo, quello che accende i sensi ed entusiasma il corpo, perché dopo tanto tempo, nell'intensità dei ricordi, aveva piacevolmente riscoperto il palpito ardente del ventre.
Lo raccontava sorridendo a Malinconia, con malizia mitigata dalla consapevolezza dell'età e al felice convincimento di non essersi del tutto inaridita, di abitare un corpo ancora vivo.
Ricordi del passato e nuove ipotesi di storie riempivano la sua testa.
Il giorno diventava notte e quasi non se ne accorgeva.
Tesseva instancabile le sue trame, vagando di epoca in epoca e rendendo, col fertile humus della fantasia, sempre più rigoglioso il suo giardino delle meraviglie.
Guardava, come sempre, il suo rettangolo di cielo, ma non le sembravano più così minacciosi i neri stormi migratori ora che attendeva con impazienza di vederli sbucare dalle nebbie e planare, in cerca di riposo, sui rami spogli degli alberi, per rifocillarli.
Partivano, ma sapeva che sarebbero ritornati, e forse avrebbero di nuovo fatto sosta sul suo davanzale.
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La fantasia consola sempre la malinconia ch'è triste per il suo non accadere
RispondiEliminaGià, direi proprio che hai ragione, Andres.
EliminaMi viene però anche da riflettere che va comunque dosata perchè, che al pari di una droga potente, troppa potrebbe perfino condurre all'astrazione e alla follia.
Buona domenica, Andres, che con questo caldo, per sopravvivere, immaginerò di stare al Polo Nord :)
Bisognerebbe che l'immaginazione e la Fantasia diventassero il motore propulsore perché le cose accadino. Desiderare tanto da farci agire per viverle anche nella realtà. E' interessante il problema che poni rispondendo a "Tentare", fino a che punto è immaginare o è già follia ? comunque affascinante . miaooo
RispondiEliminaUna fantasia troppo fervida può benissimo sovrapporsi alla realtà e, talvolta, giungere a mistificarla.
RispondiEliminaPersonalmente mi piace immaginare che le psicosi mentali derivino da un eccesso di fantasia, dalla posibilità, per alcuni, di penetrare paralleli a noi oscuri e vivere storie che noi,invece, razionalmente etichettiamo come paranoie.
E, così, la follia è uno stadio non per tutti raggiungibile.
Baci liquefatti che, con questo caldo, di solido non si preserva nulla, neppure la ragione :)))))))
Bella questa cosa Marilena, bella davvero. L'immaginazione è un gioco d'azzardo, per questo è proibita, relegata tra le sottocategorie della follia... Ma il giocatore su questo tappeto verde è diverso dagli altri, è un visionario che vince la sua partita e fa sua una posta altissima: svela l'oltre e ce lo rende nelle forme eleganti e definitive della bellezza, dunque, per vertiginosa generosità, ne fa dono a chi ha conservato il desiderio del sogno realizzato! :-)
RispondiEliminaNon esiste nessun altro stimolante, nessun'altro eccitante, potente e raffinato, adrenalico, come l'immaginazione.
EliminaSalvifica e distruttiva, come tutte le droghe, di certo creativa.
L'immaginazione è il passepartout che permette l'accesso a mondi altrimenti inacessibili e ad approfondire quella sempre, troppo poco utilizzata empatia, mediante la quale penetrare e penetrarsi.
Soprattutto l'immaginazione non conosce tabù e vincoli, è pura forza anarchica, assolutamente non assoggettabile ad alcun tipo di pressione o restrizione.
E' lo stadio sublime, ed inviolabile, dell'umano sentire.
E' la libertà assoluta che nessun tiranno è riuscito mai a mettere in ceppi.
I visionari/giocatori d'azzardo che svelano l'oltre: questa tua, Giò, è un'immagine strepitosa :)