Tenere a bada se stessi è quanto di più faticoso, e frustrante, possa esserci.
Questo compito ingrato lo sto esplicando nei miei confronti, con poca convinzione ma molto puntiglio, in virtù di quel "forte senso del dovere e della responsabilità" da cui, invano, ho cercato per tutta la vita d'affrancarmi, come da una catena troppo corta e troppo pesante, che da sempre mi limita nelle azioni e mi circoscrive nei movimenti.Quel "forte senso di dovere e di responsabilità" lo esplico nei riguardi di me stessa per mettere al sicuro chi amo dalle mie tentazioni autodistruttrici, seppur convengo che parlare di morte è facile ed anche romantico, ma il metterla in atto non lo è poi così tanto perchè occorre un coraggio immenso, e quella disperazione estrema che io, forse, ancora non ho toccato.
Cosa mi farebbe star bene?
Cosa mi darebbe sollievo?
Non mi viene in mente nessuna risposta.
Sto bene solo qui e così, ecco, se potessi ridurmi ad un semplice punto e posizionarmi in una parte qualsiasi di questo spazio virtuale, forse troverei finalmente una mia più convincente funzione.
La parola depressione, ad un certo punto della storia, e dopo averne così tanto parlato, ha perso perfino di significato. All'inizio è stato l'urlo liberatorio, il vaffanculo, esibito e gridato, ora, invece, c'è solo questa apatia subdola ed intontita, questo balbettamento incoerente di pensieri e di parole.
E nuovi, funesti, sensi di colpa.
E' una storia sbagliata, questa mia, almeno nei tempi cronologici, dal momento che la deflagrazione è già avvenuta tempo fa quando lo spettacolo pirotecnico s'è esaurito davanti ad una platea semivuota e, forse, perfino perplessa sulla sincerità della mia esibizione.
Recitare dal vivo è sempre difficile perchè l'improvvisazione è una tentazione ed una risorsa, puntando, l'attore, sulla certezza che lo spettatore non può sapere se si tratti di una battuta dettata dal copione o di un suo pensiero delirante.
La conferma la si potrebbe avere alla recita successiva, solo che lo spettacolo non è mai lo stesso.
La deflagrazione, quindi, c'è già stata, ed ora c'è solo questa oscillazione, isocronica, quieta e silenziosa, puro meccanismo fisico soggetto alle leggi gravitazionali e, per quel che mi riguarda, a quelle della sopravvivenza.
Marilena
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