Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 28 gennaio 2012

Il fine ultimo


Qual é il fine ultimo che giustifica l'affanno di tutta una vita?
Tutto questo gran chiasso, questo roboante bisogno di essere, senza davvero mai riuscirci, e consumare le energie in compiti assolutamente inutili, di repertorio, che nulla lasceranno dopo la nostra morte.
La verità è che c'è uno spreco incoerente d'energie e d'intelligenze che, a lungo andare e, soggiacendo agli imperativi societari, sono inevitabilmente soggette, dopo la reiterazione di una ripetitività ossessiva delle funzioni a cui sono preposte, alla rassegnazione e alla cancellazione, per sopravvivenza, degli interrogativi esistenziali.
Il fine ultimo non esiste.
Siamo condannati a vivificare il non senso esistenziale e, perfino, a solennizzarlo con enfasi, in attesa della morte e del suo dimenticatoio.
Marilena

6 commenti:

  1. Ti risponderò con le parole di Woody Allen
    "La cosa più ingiusta della vita è come finisce.

    Voglio dire: la vita è dura e impiega la maggior parte del nostro tempo... Cosa ottieni alla fine? La morte. Che significa! Che cos'è la morte? Una specie di bonus per aver vissuto?

    Credo che il ciclo vitale dovrebbe essere del tutto rovesciato.

    Bisognerebbe iniziare morendo, così ci si leva il pensiero.

    Poi, in un ospizio dal quale si viene buttati fuori perché troppo giovani.

    Ti danno una gratifica e quindi cominci a lavorare per quarant'anni, fino a che sarai sufficientemente giovane per goderti la pensione. Seguono feste, alcool, erba e il liceo.

    Finalmente cominciano le elementari, diventi bambino, giochi e non hai responsabilità, diventi un neonato, ritorni nel ventre di tua madre, passi i tuoi ultimi nove mesi galleggiando e finisci il tutto con un bell'orgasmo"!

    Uno strabacio
    Elisena

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    1. Concordo assolutamente con la teoria di Woody: rovesciamo il ciclo vitale!
      Un bacio, Eli
      Marilena

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    2. Oppure cerchiamo di non sprecare questo che abbiamo, cercando almeno di "godere" delle nostre emozioni.
      Un miracolo? Noooooo, un prender in giro la vita :)))))))
      Elisena

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    3. Porsi degli interrogativi non significa negarsi alle emozioni e, questo, a parer mio, è l'interrogativo per eccellenza.
      Ovvio, che poi, si vive la vita in base a ciò che si ha e al meglio che si può......ma non sempre, questo, è sufficiente.

      Il postivismo, o il negativismo, per me, non sono solo fattori caratteriali ma anche contingenti alla realtà individuale

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  2. Marilena hai posto la domanda numero uno dell'esistere umano : perchè siamo qui e dove andiamo. Sherlock Holmes ti direbbe " che se non c'è una ricompensa dopo la morte la vita è una atroce beffa", molti filosofi ti troverebbero una sfilza di teorie, le religioni una sfilza di soluzioni, io non lo so, forse dei cicli di esistenze avrebbero più senso perchè in una non credo possiamo assolvere granchè, e certe vite poi sono talmente brevi o talmente stupide che spero viviamente ci sia una alternativa, ma intanto cerco di non sprecarla sta vita poi si vedrà.
    Comunque ti abbraccio per l'eternità qualsiasi sia ...........

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    1. Il mio nichilismo congenito, Lucy, sarà quello che, alla fine, mi perderà, o mi salverà (secondo i punti di vista) ma asssolutamente concordo con le teorie di Holmes ed Allen (primo commento di Eli).

      Ovvio, cerchiamo di non sprecare niente ma, credimi, lo spreco c'è ed è assolutamente superiore ai nostri sforzi di contenimento.

      Un bacio, per l'eternità, con le mie labbra gelate :)
      Marilena
      Marilena

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