Ancora una volta mi ritrovo a dover fare i conti con le parole.
Da quello che traspare dai miei scritti.
E da ciò che se ne evince.
Raccontarsi non è certo facile.
Semmai a qualcuno interessi davvero il racconto della mia vita.
E raccontare di cosa, poi?
Della noia. Della solitudine.
Dell'inappagamento.
Del mio pessimismo congenito.
Delle mie notti buie.
Degli incubi ricorrenti.
Dei pensieri di morte.
Raccontare la realtà, così come la vivo, annoierebbe molti.
Ed inquieterebbe qualcuno.
Se tenessi questo diario come un brogliaccio di bordo, nel quale narrare le mie giornate, sarebbe il resoconto ripetitivo, e malinconico, di una vita consapevolmente incentrata sul niente.
Ed un recriminare continuo.
Corredato di maledizioni.
Ma qui spurgo la mia anima malata.
Ed inquieta.
Qui resuscito con una nuova pelle.
E nuovi intenti.
Non sono più solo quella dei fallimenti.
Ma quella che dai fallimenti ne trae spunto per racconti.
E mi piace immaginare di costruire, con i legni difettosi del mio esistenzialismo, una minuscola zattera con la quale coraggiosamente avventurarmi nell'esplorazione del mondo reale.
Di quel mondo di cui, per pochezza d'animo e scarsa fiducia nelle mie capacità, ho avuto paura d'avventurarmi.
Io che non amo viaggiare.
Che odio preparare le valigie.
Perchè tutto non posso portare.
E niente vorrei lasciare.
Che ogni oggetto mi sembra indispensabile alla mia sopravvivenza.
E, se mi fosse possibile mi trascinerei dietro, come una gigantesca lumaca, tutto il mio mondo minimo. Fatto di piccole cose.
Dettagli, più che altro.
Ma di cui, sono cosciente, non posso farne a meno. Dei miei feticci.
Come dei miei punti di riferimento.
Che se ho scarso senso dell'olfatto, altrettanto limitato è il mio senso dell'orientamento.
E solo dentro me stessa riesco a non smarrirmi.
Ed è questo un viaggio che devo fare da sola.
Senza altra zavorra.
Che la mia zattera è fragile.
Spesso precaria.
E già oberata del mio stesso peso.
Per cui chiedo, a chi mi conosce e ha la volontà di leggermi, di non vivisezionare le mie frasi.
Di non rapportarle ai termini di una propria valutazione personale.
Ma di riconoscermi la piena libertà di espressione.
Farneticazione. O saggezza.
Di lasciare che la mia minuscola zattera vaghi, anarchica ed imprevedibile, nel subbuglio degli oceani. E delle parole.
Dei concetti.
Delle astruserie.
Dell'immaginifico.
E del reale.
E' questo il senso del mio diario.
Un viaggio introspettivo.
Necessariamente solitario.
Falsh back.
Scansioni temporali.
Assemblaggi. Intuizioni.
Tutto, pazientemente fissato, attraverso i vapori di mercurio di un dagherrotipo.
Marilena
Dal mio alter ego al tuo alter ego:
RispondiEliminaPerchè motivare il giudizio altrui?
Le tue molteplici immagini sono individualmente affascinanti!
E la tua zattera una grande piattoforma di racconti e sensazioni, vere o irreli, cosa importa, solo emozioni!
Io che il mondo l'ho girato con Google Earth e una casa intera nella valigia!
Uno stregabacio.
P.S.: La tua zattera può anche volare, non dimenticarlo!
Elisena, colei che condivide il tuo DNA da sempre. Beh, la formula dei "geni" poteva combinarsi anche un pò meglio, ma...........
AriPS.:Quei puntini di sospensione finali, sono specialissimi, li ho "presi in prestito" dal Capitano Achab! Sono caduti dal suo blog sulla tastiera del mio PC e sono segni di punteggiatura "paralleli" perchè giungono da altri mondi!
RispondiEliminaCustodiscili con cura ed usali solo per scrivere i tuoi racconti!
Aristregabacissimi.
Elisena, quella che dimentica anche di tornare!
Se tutti tenessimo un diaro della nostra vita giornaliera finiremmo con l'annoiarci da soli semplicemente scrivendolo. Il senso di inutilità che ci assale è prprio della routine, che beffarda ci accende la fantasia illuminandoci la strada che ci sarebbe piaciuto percorrere e negandoci la realtà che anche percorrendola ci avrebbe regalato la stessa grigia noia. Siamo tutti dei nuotatori di noia.
RispondiEliminaIl blog è bello proprio per ciò che dici, è l'espressione della parte migliore del nostro io, a volte triste, altre fantasioso, altre volte ancora ironico.
La Tua analisi introspettiva è bella proprio per questo, perchè la regali a tutti e molte volte, senza che Tu lo sappia, descrivi sensazioni e pensieri che molti come Te hanno.
Credimi è bello leggerTi.
Un abbraccio
Francesca
Una zattera di parole alla deriva che porta con se storie personali e un po' di tutti noi, solitudini affollate, dolori coltivati,silenzi parlanti, una zattera libera di navigare controvento. Continua a raccontare, noi saremo qui sulla soglia del tuo antro cercando di carpire una frase, un sussurro, una suggestione. Un bacio incantatora.
RispondiEliminaps. ho sempre amato le lumache con tutto quel mondo dietro strisciando piano piano piano
Elisena, colei che condivide il tuo DNA da sempre. Beh, la formula dei "geni" poteva combinarsi anche un pò meglio, ma...........
RispondiEliminaCiao Eli, questa frase è davvero molto carina.
Ironica. Ridimensionatrice.
Scanzonata.
Condividere lo stesso DNA è esaltante.
E molto sorellesco.
Custodirò con cura i puntini sospensivi del principe achab, piovuti dal felice incontro di meridiani e paralleli, sulla tastiera del tuo pc. Un giorno ci scriverò il racconto dello straordinario destino in cui possono incorrere anche le vite ordinarie.
Perchè qui, in blogosphere, tutto può accadere.
Un bacio davvero grande
Marilena
E' vero Francy, che le vite ordinarie un pò tutte si rassomigliano. Al di là degli eventi personali, positivi o negativi, scanditi dal nostro tempo privato, spesso ci ritroviamo le stesse eterne attese. Un viaggio mancato. Un amore non capito. Il delirio di una passione. La rabbia per un sopruso. Il dolore per una tragedia. La gioia per un successo.
RispondiEliminaPiccole vicende raccontate con parole e toni diversi, perchè pur varia il temperamento della voce narrante.
Ma le vite ordinarie di questo sono fatte.
Degli stessi affanni.
Delle stesse delizie.
Un pò romanzo.
Un pò storia.
Senza troppo strafare, per non guastare la trama, che perderebbe in veridicità.
Un bacio, Francy
Grazie davvero di questo commento
Marilena
Eh si, Lucy, una zattera precaria ed annaspante, in un oceano tentatore.
RispondiEliminaSconfinato. E sconosciuto.
Un puntino tra le onde.
Un caparbio affastellamento di legni scuri. Ed una vela sdrucita.
Lo strappo di una sottana di cotonina.
Issata di furia perchè pur la donna si è ricordata che, senza una vela, il vento le soffierà solo nei capelli. E nelle orecchie.
Una donna che di strategia nautica non sa nulla. E nemmeno di bussole s'intende.
Eppure ha preso il largo, in un gennaio ormai remoto, ed ancora annanspa tra i flutti e le correnti.
A volte girando in tondo.
A volte giungendo fino alle colonne d'Ercole.
Cavalcando l'onda, su quella zattera esistenziale.
Un bacio, Lucy
Marilena
mica poco ...
RispondiElimina............................................
RispondiEliminaOnda su onda
il mare mi porterà
alla deriva,
in balia di una sorte bizzarra e cattiva...
onda su onda,
mi sto allontanando ormai...
la nave è una lucciola persa nel blu...
mai più mi salverò...
(Onda su onda - Paolo Conte)
Dedicata ad Antonio che, con i suoi commenti molto mirati e, meravigliosamente laconici, bilancia la mia irriducibile logorrea.
One kiss, Antonio
Marilena
Ciao Marilena,sono arrivato,per la zattera posso aiutarti,in mare sono bravo.
RispondiEliminaBello il post,capisco bene quello che vuoi dire,ma mai fermarsi,non è sempre facile,ma forse aiuta il fatto che in certe battaglie non siamo soli,cerca di avere coraggio e fiducia,per il resto vai avanti con i tuoi racconti.
Buon fine settimana.
Un bacio.
Con questo post, Massimo, chiedo solo comprensione da parte di chi mi conosce.
RispondiEliminaSimpatia. Indulgenza.
Anche critiche.
Vorrei che fosse riconosciuto come uno spazio di libera espressione.
Uno spazio conquistato.
E difeso con le unghie.
E' l'unica cosa di cui reclamo il pieno diritto di possesso.
E' la mia zattera.
Con la quale vago. da circa due anni, in mari troppo spesso burrascosi.
Grazie Massimo, per il tuo incoraggiamento.
Buon fine settimana anche per te
Un bacio
Marilena