Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 30 dicembre 2008

Connessione fallita



Connessione fallita: è la scritta rossa che lampeggia costantemente nella mia vita.
Sono infallibile, invece, nello scegliere le persone, le situazioni, i momenti, sempre inesorabilmente sbagliati.
Sono malfidata per le troppe fregature prese, anche se l'essere costantemente all'erta non mi ha preservato dal continuare a prenderle. E questo rompermi l'osso del collo, in stato vigile e in assetto di guerra, ha fatto si che le mie inevitabili incazzature durassero molto più del dovuto e fossero molto più pesanti da digerire.
Da un po', comunque, ho dismesso l'uso della corazza integrale, e non perché abbia acquistato fiducia nel mondo o sia diventata un tantino più ottimista...naaaaaa, ma per la semplice esperienza sul campo che mi ha insegnato che è inutile proteggere le zone a rischio di frattura perché basta un piede allungato per farti cadere con la faccia nella polvere.
Appartengo a quella categoria di persone che se deve scegliere tra due opzioni di sicuro opterà per la più complicata o la più improbabile. Comunque non fattibile.
Senza parlare del mio senso dell'orientamento che è zero assoluto: senza l'ausilio dell'alzheimer, riesco a perdermi nel perimetro della mia casa.
E, oltretutto, sono anche una pessima fisionomista.
Mi salvano i miei occhiali da sole che indosso anche in giornate di fitta nebbia o di pioggia intensa, così posso spudoratamente dar la colpa alle lenti scure se non riconosco qualcuno che, invece, dovrei conoscere.
E quasi mai ricordo i nomi.
In questi casi mi attengo sempre sul vago, sull'ovvio. Ho una parlantina piuttosto sciolta (sono un'appassionata cultrice dell'arte oratoria) e la conoscenza di un vasto repertorio di frasi convenzionali, adattabili ad ogni situazione e, nonostante sia piuttosto timida, riesco a propinarle con discreta naturalezza, anche se dopo passo tutto il tempo a rompermi la testa per ricordarmi almeno il nome del tizio.

Connessione fallita: per il mio rapporto conflittuale con gli oggetti e la tecnologia in particolare.
Sono maldestra con tutto quello che richiede una qualsiasi manualità, dallo svitamento dei tappi di sicurezza delle medicine a quelli dei detersivi (ho una piccola collezione di flaconi orrendamente decapitati o rozzamente forati nelle segrete del mio sotto lavello), senza trascurare tutti gli altri arnesi di uso comune quali apriscatole, apribottiglie, frullatori, spremiagrumi elettrici, ferri da stiro, phon ed affini. Ho ingaggiato memorabili ed estenuanti match all'ultimo round con vari tipi di elettrodomestici, di vecchia e nuova generazione. Ho un rapporto paritario solo col cellulare quando alla fine ne capisco il meccanismo, e per questo lo cambio solo quando ormai, malandato e terminale, implora l'eutanasia. Molto controverso, invece, è quello instaurato col computer (adoro il pc ma parliamo linguaggi HTML diversi).
Non cambio più le lampadine da quando, tempo fa, ho mandato in tilt, in una banalissima operazione di avvitamento, l'impianto elettrico di casa. Così come sto lontana dal timer della caldaia (ho dormito in pieno inverno con le finestre spalancate!)
Purtroppo sono tenace, non mi arrendo facilmente e desisto solo quando ormai ho deformato o reso inservibile l'utensile.
("Tu sembri una persona normale ma in realtà sei l'angelo della morte". Così mi ha detto una volta un amico citando una battuta del film "Harry ti presento Sally")

Connessione fallita: per la mia totale incapacità a guidare qualsiasi altra cosa che non siano i miei piedi.
Riesco, ad esempio, con la macchina a zig-zagare ma non ad andare dritta.
Zig-zago in modo spettacolare, ma non riesco a guidare in maniera convenzionale: per questo non guido. Il codice della strada non contempla l'andatura a zig-zag, ma immagino che neppure gli altri automobilisti sarebbero felici d'incontrarmi sulla loro strada, soprattutto nell'eventualità di un incolonnamento. Così, dopo tenaci ma falliti tentativi (crisi di pianto da parte mia e crisi isteriche da parte di chi, coraggiosamente, era salito sulla mia auto), ho gettato la spugna. E' questa, però, una rinuncia che ancora oggi brucia, ed invidio ed ammiro perfino l'automobilista più insufficiente, quello che fa grattare le marce e prende le curve troppo larghe o troppo strette, ma che comunque riesce ad andare dritto.
Ad ogni buon conto non va meglio nemmeno con la bici o con il motorino. La moto, poi, non la prendo nemmeno in considerazione.
Devo essere nata sprovvista del baricentro o di qualsiasi altra cosa serva a dare un equilibrio: su un mezzo a due ruote pencolo a destra o a sinistra con molte probabilità di capottarmi da ferma.
Marilena

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