Rebecca è seduta nell'angolo più fresco della mia cucina, in attesa che io riprenda a scrivere di lei.
Sono giorni strani questi, ho iniziato di nuovo a fare pensieri di morte, quasi che questa fosse per me l'unica possibilità di sopravvivenza (di nuovo un paradosso), la risoluzione ad ogni problema, crisi ed incongruenze, e la fine a questa solitudine grande e devastante.
Incredibile come la solitudine si evidenzi, viva e tagliente come una ferita di coltello, nel momento stesso in cui sono circondata da presenze e voci a cui, però, mi sento dolorosamente estranea, non per stupido orgoglio o vano principio, ma per ragioni esistenziali.
M'impongo così di andare avanti, assumermi le responsabilità delle mie scelte e delle mie parole, ed in definitiva continuare a fare quello che da un bel po' di anni sto facendo: sopravvivere.
...e per sopravvivere ho bisogno di Rebecca
Rebecca è seduta nell'angolo più fresco della mia cucina, in attesa che io riprenda a scrivere di lei.
Indossa un abitino chiaro e il sole s'infiamma, come un aureola, sul rosso vivo dei suoi capelli.
Mi sorride coi suoi denti imprecisi.
Non è venuta per mettermi fretta, né a sollecitare colpi di scena inerenti la sua storia.
Non è qui a spronarmi perché io prosegua il racconto, ultimamente interrotto, della sua vita ma, piuttosto, per darmi una motivazione, seppur fittizia, per continuare a vivere la mia.
....e questo suo nobile proposito non può lasciarmi indifferente.
Rebecca sa che tra un po' questa casa tornerà di nuovo ad essere silenziosa, abitata solo da me e dai miei fantasmi (gli antichi e i contemporanei) e senza troppe possibilità di cambiamento, così generosamente si propone come una presenza alternativa e, ponendo la sua vita nelle mie mani, si affida completamente a me perché io abbia l'impressione salvifica di portare a termine qualcosa di concreto, anche se si tratta solo di una storia di carta, e dare un senso alla mia esistenza che, a ben guardare, non ne ha poi troppa.
Marilena
Incredibile come la solitudine si evidenzi, viva e tagliente come una ferita di coltello, nel momento stesso in cui sono circondata da presenze e voci a cui, però, mi sento dolorosamente estranea, non per stupido orgoglio o vano principio, ma per ragioni esistenziali.
M'impongo così di andare avanti, assumermi le responsabilità delle mie scelte e delle mie parole, ed in definitiva continuare a fare quello che da un bel po' di anni sto facendo: sopravvivere.
...e per sopravvivere ho bisogno di Rebecca
Rebecca è seduta nell'angolo più fresco della mia cucina, in attesa che io riprenda a scrivere di lei.
Indossa un abitino chiaro e il sole s'infiamma, come un aureola, sul rosso vivo dei suoi capelli.
Mi sorride coi suoi denti imprecisi.
Non è venuta per mettermi fretta, né a sollecitare colpi di scena inerenti la sua storia.
Non è qui a spronarmi perché io prosegua il racconto, ultimamente interrotto, della sua vita ma, piuttosto, per darmi una motivazione, seppur fittizia, per continuare a vivere la mia.
....e questo suo nobile proposito non può lasciarmi indifferente.
Rebecca sa che tra un po' questa casa tornerà di nuovo ad essere silenziosa, abitata solo da me e dai miei fantasmi (gli antichi e i contemporanei) e senza troppe possibilità di cambiamento, così generosamente si propone come una presenza alternativa e, ponendo la sua vita nelle mie mani, si affida completamente a me perché io abbia l'impressione salvifica di portare a termine qualcosa di concreto, anche se si tratta solo di una storia di carta, e dare un senso alla mia esistenza che, a ben guardare, non ne ha poi troppa.
Marilena
Nessun commento:
Posta un commento