Iggy si è accasciato in una sorta di letargo autoindotto, asfissiato dall'afa e dal suo animo rancoroso, sempre più oppresso dalle esigenze perentorie del suo D.O.C, giace, rannicchiato in posizione fetale, in una specie di buca freschissima e buia scavata per lui, in un angolo marcito dell'antro, da Amaranta.
Finalmente domato, il killer-salamandra riposa dal suo incessante andirivieni e, concede anche a noi un' agognata tregua dalle sue sommesse e petulanti nenie.
Amaranta s'aggira seminuda cercando invano una lingua fresca di vento che lenisca l'arsura tremenda che devono pur soffrire i suoi nervi, abituati a luoghi molto più bui e molto meno caldi. La luce, gialla e liquida del sole, s'insinua fin dalle prime ore dell'alba penetrando dentro le fessure più sconnesse dell'antro e colorando gli interni di seppia e marrone, così che ci sembra di stare dentro una vecchia foto d'epoca. Dovrei permetterle di andarsene per un pò, in attesa dell'inverno e di nevrosi più grandi, ma proprio non ce la farei, in questo periodo senza il suo supporto e cazzo, si, devo ammetterlo, alla fine mi mancherebbe anche lui, Iggy, il killer salamandra, sosia perfetto di Iggy Pop. I suoi passi maniacali e metodicamente sottolineati dalla conta, scandiscono il tempo con l'esattezza di un metronomo e mi danno la misura reale del mio grado di sopportazione dei fattori esterni.
Iggy è il mio termometro umorale e se Amaranta decidesse di andare via dovrebbe andarsene anche lui perchè so perfettamente che da sola non riuscirei a gestirlo: è una creatura estremamente perversa e impenetrabile, uno sputo dell'inferno che non muove nessuna pietà eppure, stranamente, io lo comprendo.
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