Ho rimosso la barriera, amore mio, mi è costato farlo perchè parlava del disagio della mia anima e lo faceva tramite le sensazioni di quel momento: cattive, nevrotiche, esasperate. Mi costa togliere ciò che scrivo anche se sono cose poi superate nel tempo perchè per me hanno valore di testimonianza e di ricerca introspettiva, mi aiutano a capirmi meglio e ad analizzare l'evolversi delle situazioni. Sono pietre miliari lungo il mio percorso e lo so che è difficile da capire l'amore ostinato che nutro per qualunque cosa io scriva e la mia ritrosia poi nel rimuovere, ma sono, nel bene e nel male, realissime sensazioni dei miei sentimenti trascritte nel momento stesso in cui le provo.
Stanotte ho rimosso una barriera che di certo ti feriva, perchè sono consapevole che niente fa più male che continuare a leggere di dolore o d'incomprensione dal momento in cui questo è stato superato e ci si appresta, con animo nuovo e più ben disposto a riscrivere, con termini più leggeri, i futuri passaggi della nostra storia.
Eppure io ostinatamente amo ogni frase da me scritta, anche la più ostile, perchè nasce monda da ogni subdolo tentativo di ricatto morale o dal voler far prevalere ad ogni costo le mie ragioni: qui, è ovvio, viene comunque espresso il mio modo di sentire e di vivere le situazioni e i sentimenti senza contradittorio. Egocentrica e colpevole di smodato protagonismo...... solo in apparenza, in realtà io ausculto il mio mondo interiore e lo confronto con quello di superficie attraverso un crudo processo di analisi che è caratterizzato, ovviamente, dalla mia personalità e dai miei punti di vista che qui emergono incontrastati, ma che appartengono comunque alla logica di questo blog, autobiografico ed intimo e, quindi, niente affatto neutro.
Ma, in ultima analisi, non mi sembra di descrivere neppure me stessa troppo benevolmente, convinta come sono che scrivere di se stessi è come farsi un autoritratto in cui non si dovrebbero mai correggere e, tantomeno, cancellare le proprie imperfezioni, ridisegnandole attraverso un sapiente gioco di luci e di ombre, mediante il quale si vanno ad abbellire i caratteri marcati del viso, si ammorbidisce la linea dura della bocca o si alleggerisce la pesantezza degli occhi.
Accettare l'inganno da noi stessi costruito è infantilmente barare.
Marilena
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