domenica 4 gennaio 2015
Trasformazioni
Il nuovo anno non è iniziato sotto una buona stella, ma più o meno, è così da sempre, solo stavolta un pò peggio. Ma forse è colpa delle incoerenze astrali che caratterizzano il mio segno, le cui avvisaglie si sono manifestate nel sorgere di una luna perfettamente tonda campeggiante nel cielo opalino di mezzogiorno, come un sole irragiungibile, freddo e cieco, che m'ha costretto, mio malgrado, a varcare la porta e ritrovarmi a camminare su un pavimento ricoperto di muschio, mentre le mie dita, nell'umida penombra, sfioraravano pareti fittamente tappezzate di licheni.
Nessun rumore, in quel rifugio vellutato, solo il timido squittio, subito represso, a casua della mia entrata in scena, di un topo abusivo, acquattato in qualche angolo remoto della stanza.
Sono stata via, dunque, così tanto tempo, da lasciare che questa natura da sottobosco, penetrando dalle fessure slabbrate dei muri e dalle disconnessioni profonde del pavimento, prolificasse, grassa e famelica, a divorare l'intera fragile struttura del mio antro?
E da dove sono affiorati tutto quel muschio e quell'abbondanza di licheni, se il mio rifugio ubica da sempre in una landa desolatamente arida ed inospitale, da cui intravedo, dalle basse cupole delle montagnole circostanti, i solitari resti dei bastioni della fortezza del Deserto dei Tartari?
L'unica spiegazione plausibile, per questo aggressivo quanto imprevedibile mutamento, posso solo addebitarla ad una pioggia, copiosa ed incessante, un uragano di bibliche proporzioni, caduto durante la mia assenza.
In realtà ho perso il conto dei giorni della durata della mia assenza, così potevano essere passate poche settimane come forse degli anni.
Ma la trasformazione è avvenuta, evidente al mio sguardo, e ancora non riesco a capacitarmene!
Affidandomi al mio scarso senso olfattivo, ho annusato angoli ed oggetti, divenuti d'improvviso estranei al ricordo delle fragranze inconfondibili del mio antro.
Tutto, adesso, odora di bosco e filamenti di velluto.
Ho spalancato la finestra e sono stata accecata dal mare di verde che ne pervade l'interno, e che avrebbe sigillato per sempre, ogni cosa, in una sorta d'impenetrabile membrana.
Ho iniziato, allora, a grattar via con la furia delle mie unghie, le spore già mature che tappezzavano le pareti e e che di lì a poco, sarebberogermogliati in licheni.
Incurante dell'umido che terribilmente patisco, e del gelo che implacabile penetrava dagli scuri spalancati, inginocchiata a terra, e col supporto di un attrezzo di fortuna, ho preso a sradicare le zolle di muschio che, come un tappeto in continua espansione, andavano coprendo le assi del pavimento, insinuandosi anche negli angoli più inaccessibili.
Un muschio morbido al tatto ma diffficle da estirpare, col quale ho dovuto ingaggiare una dura battaglia poichè tanta era la sua ostinazione nel permanere quanto la mia nel volerlo sradicare.
Dopo ave puntigliosamente compiuto questo mio primo, sia pure ancora incompleto lavoro di ripulitura, esausta, mi son lasciata sopraffare da un lungo sonno, profondo e ristoratore, come da tanto non mi accadeva, sognando una me stessa resuscitata nel mio antro finalmente ritrovato.
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Sai che mi fa piacere saperti di nuovo a casa, ed anche questo lavoro di "ripulitura" mi sembra molto ben riuscito... Buon tutto! :-)
RispondiEliminaGrazie Giò, sto un pò meglio, e piano piano sto uscendo fuori dal buco nero che ogni tanto s'apre dentro di me. Un rinnovamento simbolico ma che magari aiuta.
EliminaGrazie Giò.
A presto :)
UIFPW08 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Ritorno a casa":
RispondiEliminaHo atteso che entrasse la luce e la luce aspettava d'entrare sepolta dai giorni vuoti ad aspettare..
Ti seguo Mari
Maurizio
EliminaGazie Maurizio, sei davvero gentile.
Lascerò aperta quella finestra fino a che evapori l'odore dei giorni vuoti .
Un bacio. Grazie.
Buona epifania :)
Ho cancellato per distrazione il tuo commento, ma l'ho recuperato via mail :)
che bello non vedo l'ora di leggere i tuoi racconti.
RispondiEliminabentornata
Suara
Grazie, Suara, ma anche tu avevi dato prova, con quel tuo brevisssimo, ma originale racconto, di ottime capacità che scrittura, che dovesti avere la pazienza di coltivare.
EliminaScivere è faticoso, per questo ho sempre ammirato quegli scrittori, come Erri De Luca, che hanno fatto nella loro vita lavori comuni quali, nel caso di questo scrittore, operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore.
Bisogna avere pazienza, tanta, strappare il tempo ad altre faccende, ma soprattutto devi davvero nutrire una grande passione. Le soddisfazioni, anche se solo a livello dilettantistico, ti ripagheranno di ogni sforzo.
In attesa del tuo prossimo racconto,.....
A presto :)
io sul mio blog ( anzi due) addirittura ci ho trovato muri incrostati, pareti ancora da finire di una precedente e disastrosa ristrutturazione, e acqua marciscente in terra.
RispondiEliminaDi idee non ce n'erano più e avevo terminato anche l'ultima bottiglia di quello buono in cantina, giusto per parafrasare un antico detto piemontese riguardante il vino.
Da ieri ho ridato aria, ho unito i due alloggi e ne ho fatto un luogo più pulito dove metterci nuovamente le mie passioni, che sono sempre fotografia, politica e filosofia. ( no, quelle non cambieranno mai)
Quindi fiato agli strumenti e che blog sia.
Se ci si guarda intorno, anche nei momenti più bui, c'è sempre un punto da cui si può ricominciare. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare per dire: ecco, questo è il momento.
EliminaLe pause, a volte sono salvifiche, ci aiutano a valutare le nostre vere esigenze e lavorare per metterle a punto, e ridare nuovo vigore a ciò che stava languendo. Rimettersi in gioco, non arrendersi, sfidare ancora una volta se stessi, perchè le passioni sono le uniche cose che danno veramente senso alla vita.
Grazie infinite di questo commento.
A presto :)
Grazie Lorenzo di questo commento