giovedì 30 gennaio 2014
Il colore viola
Non ho più idee e le ispirazioni se le è portate via Amaranta, nel disordine felice della sua valigia, e a me non resta che raccogliere le sue cose lasciate, indumenti, forcine e un rossetto, e diligentemente riporle nei cassetti.
Ha portato via gli abiti più belli ma ho trovato, appeso nel mio armadio, il suo vestito viola, quello che a me più di tutti piace, per via del colore, sensibile alla luce, racchiude le sfumature dell'alba e del tramonto.
Lo ha lasciato a me, appeso nel mio armadio a ravvivare, come un raggio d'arcobaleno, la monotonia delle mie palandrane color melanzana e dei miei crespi neri: vuole che splenda anch'io della sua stessa magnificenza.
Impresa ardua, soprattutto dopo i sogni devastanti della notte appena trascorsa, e non aiuta, poi, questa fredda mattinata grigia che trasuda inverno, tedio e tristezza.
A volte immagino che questi risvegli non siano veri, che sono parte di un sogno: io sono ancora addormentata nel mio letto ma sogno di esser già sveglia, già avviata a quelle azioni che mi sembra di compiere, determinate da cause che ignoro e di cui, all'atto stesso, non rilevo l'incongruenza.
Ed è una salvezza il non rilevarne l'incongruenza perché così tutto sembra normale: l'assurdo, il grottesco e perfino l'impossibile.
Ma questo risveglio è reale e non contempla finzioni: apro gli occhi e sono scaraventata nella mia realtà.
Posso odiarla la mia realtà, guardarla con occhi da infelice, ma quella, ostinata, permane.
Seppur le infelicità tragiche sono altre, concordo, ma quelle piccole come la mia, che troppo facilmente sono ritenute meschine, innapropriate ed inopportune, se paragonate ai drammi umanitari, sono le più devastanti perchè quasi mai la gente si suicida per un dramma mondiale, no, sono le oscure infelicità private a scaraventarci nel baratro: non occorre, per morire, essere in guerra col sistema, è sufficiente esserlo con se stessi.
Ecco spiegata, in qualche modo, la nostra fame insaziabile di droghe, il bisogno costante di un paliativo per lenire il dolore esistenziale e raccimolare quel pò di forza per tentare di rimanere, in qualche modo, aggrappati all'orlo del baratro e non precipitarvi.
Ma è solo un rimandare, che la bocca nera del pozzo reclama le sue vittime sacrificali, e non resta mai per troppo tempo a digiuno che qualcuno c'è sempre pronto ad intraprendere il salto, in crisi d'astinenza dalle droghe o dalla vita.
Ma stamani c'è la sorpresa di questo abito viola, sgargiante come un ciclamino nell'oscurità del mio armadio......
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Piccoli nulla a fare grande nulla
RispondiEliminaLa nostra grandezza è proporzionata al nostro valore esistenziale.
EliminaO a quel che noi percepiamo tale.
Un saluto, Andres :)))
Può crollare l'universo, tanto a me che me ne frega?
RispondiEliminaCerto che certi tuoi post, mi mettono un'angoscia!
Cristiana
A me personalmente interessa quel che accade nel mondo, seppur non ne parlo nel mio blog, ma esprimo qui la mia visione del mondo e, concordo, che può causare angoscia,:))))
EliminaMa l'angoscia esistenziale è in questo contesto specifico, il tema del post!
Questa etichetta, "L'antro della strega", è il racconto immaginario di una vita parallela, seppur, lo ammetto, c'è davvero "troppo" di mio :))))
Un bacio, Cri :))))))))))
è la lacrima dell'armadio, che piange perché fuori piove.
RispondiEliminapurtroppo questo oscuro armadio lo hanno sognato così.
quante fiabe che non conosco lo hanno utilizzato per far passare i protagonisti da un mondo ad un altro, e poi credo che il viola non ti doni molto. :)
Nel mio armadio è nascosto il passaggio verso l'antro, luogo incantato dove coabitano fantastiche creature, punto d'incontro tra realtà e immaginazione. Non tutti possono accedere ai mondi paralleli perché bisogna un po' crederci alla loro esistenza e alle infinite possibilità che offrono: avventurose, romantiche, terrificanti.
RispondiEliminaBisogna un po' crederci, dunque, a questa magia, per poterla raccontare e permettere anche al lettore di valicare quell'accesso ed accedere a questi mondi paralleli :))))
....e il viola, endi, è il mio colore preferito.
Un saluto
A presto:))))
Assolutamente a volte basta un qualcosa per cambiarci la giornata . E un rossetto o un vestito particolari possono fare tantissimo. Baci da labbra colorate di ciclamino che si intonano al tuo abito .
RispondiElimina
EliminaFeticci dotati di un'anima.
Buona domenica, Lucy :)))))))))
...il tuo pensiero è come un'onda di mare che frange e s'infrange e non arriva ami alla rena, perché la fantasia e l'immaginazione non hanno confini, ma in questa altalena ogni onda si spezza toccando il vertice più intimo della sua stessa anima, e l'eco che produce si riflette nell'anima di chi legge; il pretesto dell'abito viola sfiora le sensazioni individuali, soggettive di ogni essere, ma dentro l'abito pulsa e respira un cuore, il cuore di tutti, che in fondo urla sempre lo stesso urlo: amore ad ogni latitudine e longitudine...dal solito squinternato...sincero abbraccio carissima, che scrivi anche prosa poetica....
RispondiEliminaProsa poetica.....wow :))))
EliminaPiù che prosa poetica, Sergio, liberatoria.
Dare un corpo ai miei fantasmi significa renderli più umani e più alla mia portata.
La scrittura enormemente m'ha aiutata e ancora mi aiuta: uno stimolo positivo anche nell'angoscia di certi miei post.
Raccontare del mio malessere esistenziale non significa guarirne ma analizzarlo e con esso confrontarmi.
Le realtà personali, seppur travestite da fiaba, rimangono pur sempre tali.
Ed io, la mia, non intendo diiconoscerla.
Grazie Sergio
Un saluto
A presto :)