Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 17 gennaio 2014

Esistenzialismo predatorio


Il viaggio non richiede una spiegazione ma solo dei passeggeri
(Waking Life)

Prendo spunto, per questo scritto, dalla mia risposta al commento di Lucy, nel post "Il bacio del vampiro"

Se raccontassi che la mia alter ego, e tutta la banda dell'antro, personaggi di carta inclusi, vogliono che io rimanga in Blogosphere perchè consapevoli che la mia defezione comporterebbe la loro morte, non sarebbe vero, perchè è esattamente il contrario: sono io a temere di non esistere senza di loro.

Esistenzialismo predatorio 
Qualcun altro, più compassionevole di me, questo esistenzialismo predatorio lo definirebbe "istinto di sopravvivenza", benevolmente modificandone il senso, che è notorio che l'istinto di sopravvivenza è da sempre un'efficace attenuante, invocata, e spesso ammessa, come giustificazione a discarico anche nei delitti più efferrati.
E' concedere al cannibale, colto nell'atto di banchettare coi resti sanguinolenti del corpo appena smembrato, di potersi giustificare con un banale, stavo morendo di fame e questo disgraziato era, al momento, l'unica cosa commestibile di cui potessi disporre.

Ma il mostro vero, invece, non intende avvalersi di alcuna attenuante strategica, che è insito nella sua natura il rifiuto a non voler essere rimpicciolito alle dimensioni di un topolino, conscio che la sua grandezza consiste nell'affermazione esclusiva delle sue inique necessità, aspirando, orgogliosamente e senza pentimento, ad esser condannato per i suoi osceni peccati piuttosto che accettarne il declassamento a piccole nefandezze.

Lo stesso orgoglio con cui anch'io rivendico la veridicità delle imputazioni ascrittimi, di cui non intendo sminuirne nè la portata nè la gravità.
Esistenzialismo predatorio, è il capo d'accusa di cui mi fregio, con l'aggravante della recidiva.
Imputazione infamante per qualsiasi scrittore, eppure me ne faccio un pregio, che se nella vita non si ha niente altro di cui menar vanto, va bene anche il male.

Uno di quei paradossi che tanto ami, direbbe Camilla, ex biografa, ex agente letterario, ex amica, ed oggi testimone principale per l'accusa, che pur lei lo aveva intravisto quel mio buio interiore, ed una volta ebbe a dirmi: gli assassini seriali si nascondono dietro identità anonime, e tu, Mari, con la tua aria da brava ragazza,  compunta e metodica, perfino timida, potresti benissimo essere una di loro: commesso il crimine saresti capace di dar la cera al pavimento, non per far sparire le tracce del delitto, ma perchè lo sporco ti disturba.

L'Imperatrice, invece, mai potrebbe essere un killer seriale, è troppo scenicamente visiva, straripa di particolari identificativi: le sue mani troppo grandi, il suo passo da soldato, l'abbondanza dei capelli, le lentiggini che, al primo pallido sole, le indorano il viso e le spalle.
Camilla è l'unica tra le mie creature che non ho fagocitato.
Una scelta opportunistica, poichè l'ho dotata di una natura superiore e schietta, incorruttibile, tanto da farmi sperare nel miracolo di una inversione di ruoli: lei, la scrittrice, io, il personaggio.
Camilla è l'Imperatrice dei miracoli, una madonna ibrida che ha partorito figlie non al suo livello, pallide ed implumi, prive della sua meravigliosa perfezione, e questo al fine di proteggerle, che la bellezza accessiva  può indurre in tentazioni terribili.
Sono certa che se fosse stata lei a concepirmi mi avrebbe fornita d'istinti più sani e di  una diversa visione del mondo: mai avrei saziato la mia fame divorando le mie creature, mai della mia disperazione ne avrei fatto un vanto.

12 commenti:

  1. Ganz normal, direbbe un mangiacrauti, pensando che s'è quello che si mangia

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    1. In fondo è vero: in alcuni contesti non c'è possibilità di misificazione.

      Buon week end, Andres :)

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  2. ...ciao Marilena, perdonami se non ho letto tutto ciò che hai scritto in cinque anni di 'Antro della strega', mentirei se affermassi il contrario, ma per quel poco che ho percepito fra le righe, ho subito avuto la sensazione di un'anima, che per attutire l'incomprensione del mondo verso la sua straripante sensibilità, doveva in qualche maniera avere degli interlocutori degni della stessa, cui vestirli di volta in volta, coi tanti abiti che ti rivestono oggi e ti hanno vestita ieri; un monologo a più voci dove ogni personaggio è sempre protagonista e primo attore, e respira la stessa aria per far vivere lo stesso cuore: il tuo Marilena. Penso che tu sia regista, attrice, scenografa, narratrice, che agita e ravviva il palcoscenico del proprio teatro, non per gli applausi di un pubblico colto, raffinato o altro, ma semplicemente per donare un sorriso di benessere a quel dilemma che è l'impossibile decifrazione esistenziale dell'uomo, e la tua fragile sensibilità, diventa la forza per trasmetterci quei benevoli sorrisi....perdona questa audace invasione, non sarei uno squinternato senza rimedio..ps. colgo l'occasione per inchinarmi riverente al tuo ultimo commento, che assieme a quello della tua sorellina, dipingono di autentico prestigio, il mio umile post....sincero abbraccio...

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    1. Leggere 5 anni (ora sono 6) di Antro sarebbe una fatica improba, eppoi dal 2008 anch'io un pò son cambiata e fa testo quello che scrivo oggi, quindi, Sergio, si può benissimo iniziare dal punto da dove ci si è incontrati :)))
      Il mio blog consta soprattutto di racconti e riflessioni, un pout pourri di realtà e fantasia, un divertissement ed un'esigenza.

      Qui esplico il gioco della scrittrice, che tanto m'appassiona, confabulo con me stessa, spesso sragiono, senza ritegno mostro tutte le mie contraddizioni con le quali c'imbastisco, poi, i miei racconti.
      Mi relaziono con le persone vere, lettori e blogger, e con i miei personaggi di carta: questo è il miracolo di Blogosphere.
      Blogosphere, situato in un punto non individuabile dalle mappe stellari e da quelle sinottiche, è un luogo che esiste dentro ognuno di noi, è Il Campo dei Miracoli di Pinocchio; è il Pequod, la baleniera del capitano Achab, di Moby Dick; è il Paese delle Meraviglie, di Alice, e tutti i luoghi incantati, quelli già raccontati e quelli ancora da raccontare.

      ......ed esser squinternati, per giunta senza rimedio, Sergio, è un pregio non un difetto: è quel più che ci salva dalla noia mortale della normalità.

      Ti auguro un bel week end
      A presto
      E grazie per questo tuo bellissimo commento :))))
      (mia sorella, la stregaccia rossa...... è di nuovo in campo :)))


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    1. ......per questo stanno alla larga da me :)))))))))

      Un bacio, socio

      Mes meilleurs voeux pour un merveilleux week-end :)))))))))

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  4. Vale sempre il detto "in Paradiso c'è un bel clima, ma all'Inferno c'è una bella compagnia".

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    1. Credo che sia assolutamente vero.

      Di certo i percorsi accidentati forniscono molta più materia di scrittura dei percorsi piani e sicuri.
      Ed è una impervia carretera, la via che lì conduce.

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  5. ma poi è Grimilde che ci affascina non Biancaneve .......

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    1. Grimilde è la donna che dà l'avvio alla storia: senza di lei non ci sarebbe stata trama, ed anche Biancaneve non sarebbe mai esistita.
      Possiamo, quindi, affermare che talvolta dal male nasce il bene e non tutti i mali vengono per nuocere.
      In definitiva non esisterebbe il Paradiso se non ci fosse l'Inferno , ed in ultimo credo che Mae West avesse ragione ad affermare che le brave ragazze vanno in Paradiso ma le cattive dapertutto: inferno compreso.
      Laddove, come sottlinea Giò nel commento precedente, a parte il clima la compagnia è migliore.
      Bacio e Auguri di Buon Compleanno!!!!!

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  6. cosa ti separa da Camilla?
    Ciao Marilena.

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    1. La perfezione, endi, è la cosa che ci separa.
      La sua capacità di costruirsi, giorno dopo giorno, senza cercare scorciatoie, ma con pazienza ed abnegazione: Camilla è, nella sua interezza, opera di se stessa.
      In tutta la sua magnificenza che pur ha dovuto, quella sua meravigliosa bellezza, ridimensionare, rendere meno appariscente per rendersi meno visibile, per somigliare più ad una donna che ad una dea.
      Camilla è opera di Camilla, e non vorrebbe somigliare a nesun'altra che a lei stessa.
      Io, invece, vorrei essere tutte le altre ma non me stessa; non sono paziente, non nel modo giusto; inseguo la perfezione, ma senza costanza ed avvalendomi delle scorciatoie.

      A volte mi chiedo se non sono io la sua invenzione, se in un altro parallelo esiste una donna che è lei, così come io l'ho raccontata, e ha dato vita ad una donna di carta con le mie stesse caratteristiche, poichè io sono così imperfetta e così, anche lei, ha bisogno di me, come modello alternativo.

      Sono certa che L'Imperatice Camilla esiste davvero in un mondo parallelo ed in questo preciso momento sta battendo sulla tastiera del pc, esattamente come sto facendo io, sforzandosi di rispondere esaurientemente a questa domanda: cosa ti separa da Marilena? posta da un altro endi, creatura di quel mondo parallelo.

      Ho molto apprezzato questo commento :))))



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