venerdì 10 gennaio 2014
Signora di un dominio
BLOG, il mio figlio obeso e nichilista, ha compiuto ieri sei anni: un compleanno non festeggiato perchè qui nell'antro ormai si respira aria di smobilitazione e di partenze. Immagino perfino che ognuno di noi abbia già la sua valigia nascosta sotto il letto, pronti per un'uscita di scena senza lacrime nè convenevoli: rimarranno solo i Freaks, abbarbicati alle travi della soffitta in attesa di un inquilino nuovo al quale invelenire i sonni.
Io andrò via per ultima, spetta a me il solitario compito di sprangare porte e finestre, radunare gli oggetti volontariamente dimenticati, in realtà regali, testimonianze e ricordi, di questo lungo periodo vissuto assieme.
Sono arrivata con una valigia vuota e riparto con un baule pieno.
Ma pieno di cosa?
In realtà non c'è nulla che mi sia materialmente concesso portar fuori dai confini di Blogosphere, questo strano regno dove da sei anni sono padrona di un dominio, "Antro della strega.com", perché mi era piaciuta l'idea di acquisire, sia pur solo virtualmente, una dimora meno precaria di quella esistenziale e, nel frattempo, espandermi.
Espandermi...forse è accaduto, forse no.
Non ho una vera risposta in quanto mi riconosco soggetto umorale, e così se ci fosse stato il sole avrei magari risposto di si, ma oggi, al cospetto di questo cielo incredibilmente incolore, mi viene da dire no.
Incolore, come la mia esistenza, che ho pensato di tinteggiare con le sfumature di un racconto, questo "Antro della strega.com", un gioco, una terapia, una speranza, non sono in grado di definire quali fossero le mie aspettative, o forse si, ma credo non sia il caso di renderle pubbliche.
In qualche modo, però, l'espansione c'è stata e ben oltre il punto/com, attraverso la propagazione della mia materia oscura (le ipotetiche particelle WIMP, entusiasticamente interattive nel Big Bang carnevalesco delle stelle solitoniche, dei bosoni e delle pepite di quark) con la quale ho tentato d'ingravidare, quasi fosse un pene, la verginità uterina di questo universo ancora insoluto.
Delirio di grandezza ed enfasi di soprano, quando io, disarmonica e stonata, mi son trovata a dominare, e poi gestire, tutti gli elementi, i miei interni e quelli esterni, con la sicumera di una primadonna dalla voce melodiosa ed irresistibile, audace strumento di seduzione in abito rosso, al cui volere si sarebbero piegate le fiere più aggressive e i riottosi più tenaci, ampiamente riconoscendomi un ruolo di supremazia in questo mio regno punto/com dove, seppur su uno sfondo da operetta, con quanta grazia avrei provato a muovermi recitando a braccio un copione senza un vero finale, di quelli che piacciono a me.
Finale aperto e con ipotesi di sequel...
Ma non è andata così perché i miei finali aperti sanno molto d'incompiuto, come se non fossi davvero capace di chiudere definitivamente le storie, nella vita privata così come nei miei racconti: virgole affastellate e caotici punti.
Un paradosso, a pensarci bene, questo della punteggiatura, che la virgola, all'interno del discorso è solo un respiro, un prender fiato, mentre il punto ne rappresenta, secondo il caso, la chiusura o la fine.
I punti e le virgole forzatamente costretti a coabitare in uno spazio ristretto, metafisico ed ibrido: una contraddizione che ben mi rappresenta.
Come questo mio dominio, un blasone né ereditato né conquistato, ma comprato.
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Alice—a specchio fondo—appena si rivide tornò via
RispondiEliminaUn incontro ravvicinato con me stessa?
Elimina.....e poi la fuga.
Come ho già scritto in molti post odio gli specchi con l'unica eccezione per quello di Alice: alla fine le cose tornano.
Buon fine settimana, Andres :)
Ci hai raccontato delle tue angosce e dei tuoi tormenti, ci hai allettati con i tuoi racconti, ma mi rendo conto che di te e della tua vita non so niente, tanto sei stata vaga.
RispondiEliminaE mo' ci vuoi lasciare con un palmo di naso?
Cristiana
Ho abbondantemente raccontato della mia vita, Cri, ed ancora lo faccio sia pur in maniera più criptica, perchè quel raccontarmi a chiare lettere mi ha portato anche molte incomprensioni, eppoi non è che nella vita della "gente comune" accadano così tante cose degne di esser sottoposte all'attenzione di un pubblico.
EliminaAngosce, e tormenti esistenziali, sono stati il leit motiv soprattutto nei primi anni della mia permanenza in Blogosphere: scrittura terapeutica e liberatoria, che seppur non risolve i problemi di certo aiuta a metterli a fuoco.
Momenti di entusiasmo.....ci sono stati anche quelli, tanti ed intensi.
Ho coltivato amicizie che di certo continuerebbero ad esistere anche se decidessi di fare quella valigia e traslocare definitivamente nel mondo reale.
In questi sei ani ho affinato la mia scrittura, almeno credo; mi sono confrontata con persone con le quali mai avrei avuto occasione d'interagire; ho avuto anche qualche delusione ma le cose positive sono sicuramente molte di più delle negative; gratificazioni e successi personali.....ci sono stati anche quelli e credimi sono stimoli potenti, soprattutto nei momenti critici; e poi perfino qualche dichiarazione d'amore e qualche "proposta indecente": incredibile, ma vero.
Sono accadute molte più cose qui che nella mia vita quotidiana.
Il mio baule in realtà è colmo di cose straordinarie collezionate qui in Blogosphere nel corso di questi sei anni.
Cose a cui dò un valore davvero grande.
Un bacio, Cri, e buon fine settimana
Il mio blog è nato per motivi politici, per sfogarmi con le critiche a Berlusconi.
RispondiEliminaPoi è diventato luogo d'incontro con gente simpatica, ognuna con il suo stile di blog, ma con una cosa in comune con me : il disprezzo per quel delinquente.
Non stento a credere che tu abbia avuto e abbia molti ammiratori e di tutti i generi bella come sei, e penso di conoscerne uno.
Vuol dire che, per conoscerti meglio, andrò a leggere i tuoi post a ritroso.
Ciao e buona serata.
Cristiana
Iltuo blog, Cri, è nato con quell'intento ma poi è diventato qualcos'altro, più completo, una vetrina dell'attualità politica, news e curiosità, tutto però sempre correlato alla situazione politica italiana.
EliminaIronia e disincanto: questo il tuo stile che lo personalizza e lo differenzia cosicchè è piacevole leggerlo, che si sà che la materia politica non è poi così duttile da trattare, e così si rischia d'annoiare il lettore cosa che nel tuo blog non accade, che c'è sempre quella sferzata, vitale ed accattivante, mai accomandante, però, riguardo alle tue idee e ai tuoi principi: un pregio.
Ma sai, Cri, credo che molte donne ricevano attenzioni, in quanto tali, anche tramite un blog. Credo che questo capiti facilmente e a molte di noi, la bellezza, per quel che mi riguarda non c'entra ma credo, c'entrino di più i miei scritti e quello che i lettori ne ricavano perchè, come sempre accade, ognuno si fa delle idee personali, a volte anche sbagliate (ma questo è un rischio contemplato)così è capitato anche che qualcuno ci abbia visto dei messaggi o delle richieste o delle allusioni.
Ma è comunque vero che anche oggi determinati argomenti trattati da una donna possono esser facilmente equivocati :)))
......e la solidarietà e l'empatia, come quando, dopo aver pubblicato la trilogia "Le ragioni della strega" un lettore, credendo che tutto stesse accadendo in tempo reale, s'è preoccupato e ha cercato di contattare qualcuno a me vicino..
Sei anni sono un periodo piuttosto lungo ma, a è valsa la pena stare qui e conoscere tutti voi,.
Soprattutto ho conosciuto meglio me stessa.
Un bacio, compañera, e grazie :)))
Non andartene. Non andatevene.
RispondiEliminaEhilà Matteo, è sempre bello ritrovarti:))))
EliminaUn bacio al mio apprendista stregone :)))))
Inutile dirti che l'invito semidisperato di squilibrato è anche il mio, ma tu dvi fare sempre e solo quello che senti. Tanto io non ti perdo ...... e anzi non vedo l'ora di rivedere la mia stregotta verdeviola al più presto. Ti ripeto solo quello che già ti ho scritto e detto, lascia aperto l'uscio dell'antro che qualche viandante di passaggio possa riscaldarsi nel buio affettuoso delle tue parole incise su quei muri, come un giorno successe anche me. Ti abbraccio con affetto infinito.
RispondiEliminaGrazie, Lucy, meravigliosa amica, di queste parole......non so che dirti, è un periodo di stanca e sarebbe normale dopo 6 anni, e tutti piuttosto intensi.
RispondiEliminaMa questa stanchezza su Blogosphere è strettamente correlata a quella mia esistenziale, e questo un pò mi spaventa: rallentare, certo, è leggittimo, quando si è stanchi, ma è l'entusiasmo che è scemato, e in grande misura.
Non vedo più il senso, semmai c'è stato, o quello che io gli ho attribuito, a questo mio instancabile lavorio, il cui fine è sempre e solo stato l'appagamento personale.
E' proprio questo che non sento più: l'appagamento.
Il blog è ancora un magnifico strumento d'ffermazione e di sopravvivenza, ma qualcosa s'è andato ulteriormente dentro di me deteriorando, nonostante gli sforzi fin qui messi in atto: è la vita che manca.
E questo è ora anche nel mio blog.
Vecchie paure che si riaffacciano.
E le nuove che fanno capolino.
E quel doversi difendere sempre a mani nude.
Mi sarebbe piaciuto dismettere il blog per altri motivi non per questa subentrata impotenza e questo nuovo senso di estraneità.
Ti abbraccio forte anch'io
TVB
Il comandante è sempre l'ultimo ad abbandonare la nave ma ne conosco alcuni che preferirebbero verificare le profondità abissali piuttosto di sapersi lontani dalla stiva che hanno contribuito a riempire. :-)
RispondiEliminaHai fatto centro, Giò: in effetti io non riesco a distaccarmi da quello che amo, così il mio destino sarebbe quello di verificare le profondità abissali all'interno di questa stiva che ho entusiasticamente (o forse sarebbe più giusto dire, sconsideratamente) contribuito a riempire.
EliminaMi piace l'immagine del comandante.
Grazie :)
...questa lettera aperta è una miniatura letteraria, no, che dico, è una miniera di ricchezze interiori!....di più non oso, poiché non conosco a fondo l'anima di chi, con l'umiltà della forza che sorregge lo spirito della dignità, ha scritto per il mondo... se la vita è una porta che si apre in un determinato istante dello spazio-tempo, i suoi attimi sono sorprese che sempre ci sorprendono...cara Marilena, le tue parole erano già scritte nei Quanti di ieri, e traslati oggi nella riflessione di uno squinternato...grazie e notte...
RispondiEliminaPiù che altro riflessioni, Sergio, così che ogni tanto faccio il punto della situazione della mia vita in Blogosphere che va di pari passo con quella reale e di superficie.
EliminaPunti e bilanci, ma ogni anno c'è una sempre un pò più di stanchezza e di disincanto.
Ma le cose belle ci sono state e ci sono, ed è giusto ricordarsene, e se possibile acquisire, ancora, attraverso di esse, motivazioni e nuovi entusiasmi per continuare.
Alla fine, una verifica personale.
Grazie, Sergio.
Buon inizio settimana
A presto :))))
Io dico che bisogna essere veggenti, farsi veggente.
RispondiEliminaIl Poeta si fa vegente mediante una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia; egli cerca sé stesso, esaurisce in lui tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza.
Ineffabile tortura dove egli ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovraumana, dove egli diventa fra tutti il grande malato, il grande criminale, il grande maledetto, – e il supremo Sapiente! – Poiché è arrivato all'ignoto! Dopo avere coltivato la sua anima, già ricca, più di chiunque altro! Egli arriva all'ignoto, e quando, impazzito, finirà per perdere l'intelligenza delle sue visioni, le ha pur viste! Che crepi nel suo salto verso le cose inaudite e innominabili: verranno altri orribili lavoratori; cominceranno dagli orizzonti dove l'altro si è accasciato!
arthur rimbaud
Dalla veggenza all'oblio, e nel mezzo la vita, intesa come nutrimento esistenziale, quel cibarsi di tutto per acquisir cognizione, diventare ed essere, sperimentando in prima persona.
EliminaBisognerebbe avere il coraggio di vivere davvero la vita per poterla poi raccontare.
......e non è questo il mio caso, endi.
Questo scritto di Rimbaud è meraviglioso, soprattutto coerente col suo vissuto, quindi vero.
Per tanti anni ho consapevolmente vissuto nell'oblio, in questi ultimi 6 anni mi sono data molto da fare per recuperare: un inutile affanno.
Grazie, endi, per questo brano splendido che ho assolutamente apprezzato.