Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 11 settembre 2013

La camera oscura

Ha promesso che, nonostante tutto, ne ricaverà una bella immagine.
Ma io dubito fortemente che possa riuscirvi.
Chiudo i tendaggi per impedire alla luce di filtrare e mi raggomitolo ostinandomi nel mio buio, schermandomi con i capelli e respingendo ogni ipotesi collaborativa, o di sola apertura, verso l'esterno.
Rimani così, sei perfetta.
M'impone la voce al di là dell'uscio.
Ma io, anche se volessi trasgredire, non potrei fare neppure un movimento: il disappunto me lo covo dentro, nelle viscere immobili e nel respiro trattenuto.
Rimani così, sei bellissima.
Sussurra, ancora, la voce.
Non sono bella, sono morta, non lo vedi?
E' questo che vorrei obiettare se solo ancora avessi una voce o la capacità di un gesto.
Non sono più niente e tutta questa scenografia è solo un inganno, un pretesto.
Un alibi per l'esterno.
La luce mi proietta capovolta, nitida come non lo sono mai davvero stata, e così  è pur vero che sono gli inganni a passare alla storia, fissati in dagherrotipi muti, senza veri colori, come nebbia sbiadita dalla quale emerge, con un qualche nitore, un solo particolare, o degli insiemi secondari, e da quelli si ricava la traccia della storia.
E la mia immobilità è, al contempo, acquiescenza e rifiuto: l'involucro, che l'occhio spia, dal foro stenopeico della camera oscura.

Foto di Carlo Mollino

15 commenti:

  1. Pubblicato il 11/01/12, nell'etichetta FRAMMENTI

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  2. fantastica descrizione di un momento che può essere tra i più sensuali, ma anche tra i più snervanti perché penso a quando sono in posa e Kevin ci mette 10 minuti a scattare... io preferisco gli scatti al volo ;-)

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    1. Ehilà Pupy, tu almeno ti lasci fotografare, io, invece, chein quanto a fotogenia sono meno di zero, sfuggo l'obiettivo e mica solo quello della macchina fotografica.
      In certi giorni evito anche gli specchi: mi piacerebbe non avere un corpo, proprio come gli angeli e i vampiri.
      ......ma assolutamente concordo sugli scatti al volo: quasi sempre sono i migliori.

      Un bacio, Pupy

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  3. Il mio sangue una tenebra immobile ed ecco.
    Tu la succosa primavera.
    Io mento tremolante
    di fame nera.
    E i sogni miei proruppero – cani e pirati.
    E il mio corpo – la polvere.

    Takis Sinòpulos

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    1. Antoine, sono versi assolutamente splendidi: la dannazione del corpo in contrapposizione ai desideri ardenti della mente.
      Cosa di più infernale?
      Cosa di più celeste?

      Enchantée, Antoine.
      Merci, je l'adore

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  4. delle popolazioni pensano che uno scatto fotografico rubi l'anima, io penso che le foto spesso non rivelano mai chi sei realmente.
    click.

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    1. Sai endi, entrambe le supposizioni hanno un fascino ed una loro verità.

      Lo scatto immortalata il corpo, nella posa e nel momento in cui si effettua il click.
      E' un corpo metaforicamente congelato quello che la foto preserva, un involucro, una forma che non ha movimento, che non ha pensiero, senza anima, appunto.
      Rubata nell'attimo in cui lo scatto registra l'immagine.

      Vero anche che una foto non rivela mai chi siamo realmente.
      Tutto è mistificato nel momento in cui si è sotto i riflettori, soggetto principale di una inquadratura o semplice comparsa.
      Si entra nel ruolo dell'attore e, l'uomo, ne è estromesso, così la disperazione diventa "recita di una disperazione" o "recita di una esaltazione" o "recita di una seduzione", anche nei soggetti più sobri, quelli meno inclini alla faziosità, scattano meccanismi che in qualche modo condizionano e modificano.
      Così i non fotogenici assumono quasi sempre atteggiamenti, spavaldi o dimessi, ma sempre da antieroe.
      E le donne meno carine cercano nella penombra un fascino da diva ambigua!

      CLICK :))))))))

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  5. Encantada. Perchè io non riuscirei mai a creare una tale atmosfera, scrivendo?
    Cristiana

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    1. Tu, Cri, crei altro genere di atmosfere, che solo un'anima ardente, e svisceratamente refrattaria alle ingiustizie, è in grado di creare.

      Mi piaci perchè sei una combattiva, ma anche una donna colta e molto sensibile: una spada nella mano e nell'altra una rosa.
      Una bella foto :))))
      Un bacio

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  6. Uno scatto fotografico è davvero la narrazione permanente d'un istante, serve ad “immortalare” nature definitive, a raccontare ed a raccontarsi... Io che clicco d'istinto da trent'anni sono rimasto estasiato nel leggere di questa costruzione d'uno scatto probabile, persino necessario, l'ambiente per una foto di Erwitt, ma mi ricorda anche certe atmosfere di una pittrice francese molto brava che si chiama Sonia Alvarez, che vive dalle mie parti laggiù al sud. :-)

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    1. La sua immagine esterna e come lei, invece, si sente dentro: una discrepanza.
      Eppure tutto appare, all'occhio dell'obiettivo, concordante e armonioso.
      Ma la camera oscura è invece una bara e morta la donna impressa sulla pellicola, fissata per sempre in quella sua immobilità perfetta, di una posa riuscita e veritiera.

      E' che il mondo ama gli inganni, si nutre di questi, a lui non importa davvero capire dove termina la realtà ed inizia la finzione, se il risultato finale è quello di un convincente realismo, che anche la morte ha una sua plastica posa, e bravo il fotografo che, seppure inconsapevole, ne coglie il momento.

      Oltremodo mi piace, e trovo straordinariamente significativo l'incipit del tuo commento:
      "Uno scatto fotografico è davvero la narrazione permanente d'un istante......"
      Un'appropriata definizione dell'arte della fotografia

      Grazie, Giò
      A presto :)

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  7. http://youtu.be/APZbvV0JYY4

    La risposta di Elio.

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    1. "gradirei che la mia pulchra imago rimanesse solo mia"

      Grande Elio!

      Non conoscevo questo brano
      Grazie, Suara :))))))
      A presto

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  8. uno specchio simulacro o la verità profonda di ciò che malgrado tutto non possiamo controllare. una foto ci parlerà comunque, anche se la raffigurata si sente morire è l'immagine la congela in una morte perenne. Baci raggelati.

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  9. Ho sempre avuto l'idea che una fotografia, in qualunque momento della nostra vita la scattiamo, è già, l'attimo dopo, una rappresentazione del passato.
    Quanto volte sentiamo dire: in tempo reale, nel senso accaduto nel momento preciso ma quel momento preciso non esiste perchè è già passato nell'attimo stesso in cui abbiamo formulato il pensiero.
    In tempo reale: è il momento del click, e così l'immagine appena impressa fa già parte del passato.

    Cheese :)
    (si pronuncia cheese davanti all'obiettivo per avere l'effetto sorriso)
    Baciotto

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