Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 3 marzo 2012

Le interazioni dell'amore (cap.2)


LE SOTTILI ARTI DEL CONVINCIMENTO
La duchessa Francisca Adriana apparteneva alla categoria di quelle donne all'apparenza remissive ma, di fatto, in grado di piegare il mondo ai propri desideri.
Era lei che dirigeva, con ingannevole dolcezza, la casa ed il casato: l'imponente esercito dei servitori, il numeroso drappello dei figli, e la vita del duca consorte.
Convincere Angelica di avere una vocazione e di aspirare a volerla realizzare attraverso i voti monacali fu per lei davvero facile, avendo avuto l'accortezza di crescere quella figlia, di salute estremamente cagionevole, lontana da quei lussi e da quei fasti che avrebbero potuto irretirla con altre tentazioni ed altri desideri, e mostrarla in società solo quando l'etichetta, necessariamente, lo reclamava.
Di fatto, la duchessina, non avrebbe riscontrato nella sua vita futura una sostanziale differenza tra la cella del convento e la sua camera austera, nella casa paterna.
Con le sottili arti della discrezione, e quelle della manipolazione intellettiva, tanto da fargli credere che l'idea fosse scaturita da lui, convinse il duca, più sensibile al potere temporale che a quello spirituale e propenso ad espanderlo e consolidarlo attraverso le alleanze fornite dai matrimoni della sua numerosa figliolanza, della necessità di esentare Angelica, così delicata e cagionevole di salute, di certo non adatta alla vita matrimoniale, quando quella del convento, invece, ben più le si confaceva.
E che una badessa ha molto più potere della  regina.

IL POTERE DELLE MANI
Cristobal aveva scoperto di avere nelle sue mani il potere del guaritore quando il più piccolo dei suoi fratelli fu colpito da una febbre violenta ed inappellabile, di fronte a cui anche i medici si erano arresi.
Il piccolo languiva in un delirio costante e nessun rimedio era riuscito a contrastare il parossismo di quella febbre vertiginosa e subdola, al cui culmine c'era la morte.
Ed era già entrato in agonia quando Cristobal, in un gesto di estrema disperazione, stese le mani sul corpicino inerte toccandolo dolcemente in quelli che a lui sembravano i punti dove s'annidava il male, persuaso a credere che in quelle sue dita, da cui sentiva irradiare calore, ci fosse la salvezza.
Sta di fatto che la febbre iniziò sensibilmente a diminuire ed il piccolo, dopo notti di delirio, s'acquietò finalmente tranquillo.
A capo di un paio di giorni si ristabilì del tutto, mentre la voce di quella guarigione, di quel miracolo dell'amore fraterno, si espanse in tutta la regione.
La casa di Cristobal divenne la meta del pellegrinaggio di coloro che avevano perso la fede nei dottori e nei santi, di coloro che allo stremo, e senza più speranza, si rivolgevano a lui invocando il miracolo con la stessa fervente fede con cui si erano rivolti prima al cerusico e subito dopo a Dio.
I disperati si accampavano nei pressi della modesta abitazione in attesa di entrare nella stanza dove era avvenuto il prodigio, stendersi sullo stesso pagliericcio che aveva ospitato il bambino agonizzante, assoggettarsi al benefico influsso del taumaturgo.
Non tutti guarivano, che i miracoli si sa neppure il buon Dio ne dispensa a iosa e che un margine di fallimento serve comunque ad attestare la veridicità dei successi ottenuti, perché molti risanavano, moltissimi altri testimoniavano un indiscutibile miglioramento, inclusa la grande folla di disgraziati afflitti dai più disparati sconforti esistenziali che pur pazientavano di quelle lunghe, interminabili attese, per giovarsi della soavità persuasiva del tocco quelle mani.

ORIZZONTI
Ed ecco l'imponente porta del convento di clausura si spalanca, come il suggello di una bara, a seppellire, ancora viva, Angelica, seppur lei che non ha mai davvero vissuto s'avvia verso la sua cella monacale con la remissività innocente di un agnello, inconsapevole, con quest'ingresso, di attuare la rinuncia definitiva a quella vita che non ha mai vissuto, a quei sogni che non ha mai sognato, a quei desideri che non ha mai desiderato.
Sbarrata la porta della clausura il sole è già un ricordo lontano.

Mentre Cristobal, preceduto dalla sua leggenda, varca per la prima volta nella sua vita i confini della regione.
E scopre la vastità dell'oceano.

6 commenti:

  1. Scenografie e intreccio degne di David Lynch, con all'interno i misteri della mente tipiche del romanzo Dune. La foto poi ricorda una Bene Gesserit :)
    Bel racconto

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  2. Ma grazie di questo paragone, che molto mi lusinga......anche a dismisura :))))))))
    Perchè adoro Lynch ed ho amato DUNE meraviglioso film che, a aprer mio, non ha avuto il sucesso che meritava, ed ho anche letto il libro di Herbert (a dire la verità l'intera serie)ed è vero, ora che mi viene fatto notare, l'immagine ricorda una Bene Gesserit.
    Quando ho digitato, alla ricerca di un imagine, per questo capitolo, Gothic Nuns, è apparsa lei, Angelica, in queste fattezze.
    Era lei, indiscutibilmente, l'Angelica del mio racconto.
    Ancora grazie per questo commento
    Marilena

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  3. Amo Cristobal. Mi piaccioni i maschi con le mani calde e magiche!
    E provo pena per Angelica che è...così bianca, ma così bianca che nemmeno la neve riuscirebbe a farla risplendere!
    Un bacio
    Elisena

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    1. ......ma è risaputo che le donne pallide attraggono maschi ardenti :))))))

      Ma l'immagine davvero configura il personaggio, almeno in questa parte del racconto: un fantasma, un'ombra.

      Un bacio
      Buona domenica

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  4. Il gelo di una vita/stanza vuota e chiusa.
    Il calore di una vita dedita ad aiutare il prossimo e che corre verso il destino.
    Come al solito irretiscono i personaggi dei tuoi racconti, sei una strega-ragno e io adoro farmi catturare nelal tua tela di parole.

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  5. Ehilà, Lucy, una monaca ed un guaritore......li adoro entrambi.
    Sono arrivati insieme su un carretto scalcinato, gli abiti sbruciacchiati e le teste rapate, non erano più una monaca ed un guaritore ma Angelica e Cristobal, scampati al destino degli eretici.
    Grazie, Lucy, del tuo entusiasmo :)
    Un bacio

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