Finalmente il racconto è terminato: personalmente ne sono molto soddisfatta, è tra quelli che mi piacciono di più.
Sono ben conscia (come mi ha fatto notare l'Imperatrice Camilla) che non è di quei racconti che destano emozioni, ma nessuno dei miei racconti ne suscita. Non è questo il loro scopo primario, ma l'indagine, il parallelo psicologico, il recondito "io" dei protagonisti che si racconta tramite me.
E' come guardare un abito dal suo interno: vagliare la robustezza della fodera, constatare la solidità delle cuciture, rammendare eventuali strappi. La manifattura esterna dell'abito posso immaginarla secondo il mio gusto o quello imposto dal racconto, ma è l'interno che metto in evidenza: il colore stridente della fodera, i rattoppi grossolani, il disegno della trama non sempre combaciante e gli sfilacciamenti che, seppur tagliati, ritornano a fiorire, copiosi, come piante endemiche.
Ho portato il paragone dell'abito ma, altresì, potrei fare la stessa comparazione col corpo umano, il suo esterno ed il suo interno: la levigatezza dell'epidermide e l'invisibile escrescenza cancerosa germogliata nello stomaco.
E' la psicologia che a me interessa, quella che nei miei racconti anima la storia.
E cos'altro sono le emozioni se non terminazioni neurologiche organizzate dal nostro cervello?
I concetti che noi definiamo astratti forse, e secondo il mio personale parere, lo sono molto meno di quello che ci piace credere.
Così il turbamento amoroso è solo una palpitazione cardiaca accelerata (o rallentata), proporzionata all'intensità della nostra attesa, dal presupposto del piacere che ne ricaveremo e dalla certezza, probabile, del nostro appagamento.
Presupposto e probabile, come ho scritto dianzi, perchè basta un nulla, nelle faccende emozionali, a stravolgere il tutto, trasformare il paradiso in inferno e, l'angelo che prima governava il nostro destino, assumere le sembianze di un mostro.
Le nostre azioni sono prima ancora che emozionali psicologiche.
Per questo ho chiamato al banco degli imputati l'amore, vestito col suo abito girato al contrario, a testimoniare d'inganni e disinganni, illusioni e delusioni, certezze ed incertezze.
Insomma è sempre l'amore, infine, la materia di cui abbondantemente si nutrono gli scrittori, i cantautori ed i poeti.
E gli uomini comuni.
L'Imperatrice Cmilla mi sta antipatica, ma stavolta io son daccordo con lei. In genre i tuoi racconti mi suscitano vari tipi d'emozione, ma questo non più di tanto. Anche se pur sempre scritto egrgiamnte, sia nella decrizione teatrale che personale d'ogni "attore", ma la trama non m'ha presa come altre volte. E credo che anche questo sia normale.....ci sono racconti che coinvolgono il lettore ed in questo io, parlo per me, ovviamente, non mi sono sentita trascinare all'interno della storia!
RispondiEliminaRipeto, questo è solo il mio di parere e ciò non toglie nulla al tuo racconto che interpretato da altri lettori avrà seminato sicuramente emozioni molteplici e diverse!
Un bacio all'Imperatrice Camilla, antipatica come sempre!
Elisena
l coinvolgimento emotivo è soggettivo, ci sono storie che ci prendono altre, invece, che ci lasciano indifferenti o freddi.
RispondiEliminaMa è normale.
Sono io stessa, in primis, consapevole della psicologia delle mie storie, dei finali volutamente inconclusi, della scarsa "simaptia ed empatia" che i miei personaggi suscitano e della lunghezza, frammentata in capitoli, che non facilitano la lettura.
Ho capito perfettamente, Eli, che il tuo commento è diretto a questo racconto in particolare (a tal proposito già me lo avevi accennato fra un capitolo e l'altro :)ma, con questo post, ho voluto ribadire, la mia perfetta consapevolezza della mia scrittura che, prima di ogni altra cosa, deve soddisfare me, nel bene o nel male.
Insomma, è il piacere del raccontare anche se, forse, scritto con un altro stile o raccontato da un'altra persona, avrebbe avuto impatti diversi.
In questo caso, in quello che tu scrivi e mi hai esplicitato a voce, ho capito che si tratta del contenuto, della storia, piuttosto che del mio modo di raccontarla.
Raccolgo positivamente la tua critica (e ben vengano le critiche), apprezzo la tua sincerità, perchè come capita nel mondo dei libri ci sono storie che ci appassionano ed altre meno.
Un bacio, stregasorellaminoredistoriediversamenteemotive
Baciotto
P.S. - L'imperatrice Camilla, invece, ti trova di suo gradimento: très charmant:)
...non sai quanti cappotti ho acquistato rapita dalla fantasia della fodera, leggerò il racconto tutto insieme, sarà una soddisfazione ancora maggiore. baci ady
RispondiEliminaLa fodera......quel piacere segreto, intercapedine volluttuosa, tra le pelle ed il vestito.
RispondiEliminaTanti abiti magnifici nascondono brutte fodere mentre, una bella fodera, rivaluta, in qualche modo, anche un abito non troppo riuscito.
Sottili soddisfazioni segrete!
Un bacio, Ady
Grazie
A presto
Marilena
La mia stregotta indagatrice di storie e psicologie . La magia di un racconto è anche le diverse impressioni che ci suscitano e che magari saranno ancora diverse rilette fra qualche tempo . Per questo amo rileggere un libro che mi ha appassionato e rivedere un film che ho amato.
RispondiEliminaUn bacio a te uno all'insodisfatta EliJoe e uno alla semprestilè Imperatrice Camilla.
Quello psicologico è il lato che più mi affascina......la madre di tutte le storie.
RispondiEliminaI libri andrebbero sempre riletti perchè offrono sempre spunti nuovi, mostrano tesori che subito non abbiamo visto e, spesso, c'indugono a rivedere sotto luice nuova, quell'espisodio o quel carattere.
EliJoe è insoddisfatta del contenuto della storia; l'imperatrice Camilla, invece,della mancanza di emozioni nel mio racconto; io, da ultimo, invece, soddisfattisssima del tutto!
Un bacio, Lucy
(Ho appena terminato "Le Memorie D'Adriano" che ora sta leggendo Tony: il libro è avvincente, meravigliosamente scritto e.......quasi tutto di fantasia, tranne le poche tracce storiche a cui la scrittrice ha potuto fare rieferimento. E per questo che l'ho trovato meraviglioso, superlativo: un libro assolutamente da leggere.
Mi ha appassionato molto, soprattutto direi, la parte dei TACCUINI D'APPUNTI, in particolare ho trovato giusta la sua puntigliosità nel pretendere che queste note finali facessero parte del libro, per erudire il lettore e non trarlo in inganno, laddovè non c'erà una verità storica conclamata.
Le note finali sono appassionanti quanto il libro stesso, che dire di più?
Sta donna è un genio!
Un bacio
Marilena