Nudo, si era consegnato a me nel momento in cui aveva pronunciato la parola amore.
Prigioniero di emozioni che non sapeva dominare. E che subiva.
Mi porgeva i suoi polsi legati con i nodi indissolubili del suo amore.
Me li porgeva con la grazia con cui si offre un bouquet di fiori.
Mi donava i petali azzurri delle sue dita.
E tutto se stesso.
Accettava la sottomissione, incapace di dominare la violenza del suo amore.
Che mai sarebbe la dolcezza
RispondiEliminase non fosse capace,
tenera e ineffabile,
d’ispirarci paura?
A tal punto sorpassa
la violenza intera
che quando assale
non c’è più difesa.
Ciao Giardigno65, ma è stupenda questa cosa che hai scritto! E, sopratutto, vera.
RispondiEliminaGrazie, di questo bellissimo commento
Marilena
L'amore come resa incondizionata, affidare completamente l'io alla mercè dell'altro, questa forse la paura più grande di questo sentimento così meravigliosamente radicale.
RispondiEliminaUn abbraccio mia fascinosa Marilena
Ciao Lucy-Fel, hai centrato in pieno l'essenza di questo post, estrapolato da un racconto più lungo, il cui titolo originario era : L'assoggettamento all'amore. E alla paura.
RispondiEliminaMitica Lucy-Fel, grazie di questo commento davvero giusto. Wow.
A presto
Marilena