Amaranta è partita di nuovo trascinandosi dietro una valigia malamente chiusa ed un Iggy, recalcitrante e furioso, che strenuamente ha cercato fino all'ultimo di lottare contro la prepotenza di quell'esilio.
Nemmeno stavolta sono riuscita a farla ragionare.
Se ne è andata infuriata, sbattendo la porta.
L'ho vista sparire in un turbinio di gonne e di vento, nel pomeriggio esterno sempre più cupo. Diretta nel cuore nero del temporale.
E poi la deflagrazione annunciata del tuono ha snidato Lizard dal suo buio rifugio e richiamato la curiosità di BLOG, che è arrivato gattonando.
A livello del suolo i loro sguardi si sono incrociati.
La lucertolina bionda è sgusciata via, agilissima ed aggraziata, sotto lo sguardo ammirato di BLOG, un momento prima del suo goffo, ma non riuscito, tentativo di toccarla.
E poi Kilroy ha invaso lo spazio disabitato di Iggy.
Il suo blitz ha prodotto, lungo il perimetro delle pareti, una incredibile fioritura naif di petali rossi e gialli. Di verdi intensi e di luminosi turchesi. Un fiabesco giardino di Babilonia destinato ad espandersi in verticale, in un groviglio inestricabile di foresta tropicale, sotto l'entusiastico scroscio dei temporali di primavera.
L'arte metropolitana di Kilroy ha sanato la lebbra dei muri.
E ristabilito un nuovo equilibrio nel fragile ecosistema dell'antro.
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