"Principessa Splendente", è questo il significato di Marilena, il mio nome.
La "Principessa Splendente" appartiene invece alla working class, quella che ramazza i pavimenti e lucida le scrivanie, quindi qualcosa di vero nell'etimologia del mio nome c'è, anche se, alla fine, non sono io a splendere.
Ramazzo ed osservo. E scrivo. Scrivo nella mia testa, mentalmente prendo nota, sottolineo passaggi che ritengo importanti ripetendomeli come una filastrocca, per paura di dimenticarli perchè la mia memoria è diventata molto labile e spesso mi tradisce. Quando posso scarabocchio un appunto su un foglietto, salvo poi scordare il medesimo nella tasca della mia divisa da lavoro.
La fantasia è un'antidoto meraviglioso alla pesantezza e alla noia delle mie giornate.
Non amo il mio lavoro, ma non posso disconoscerlo come fattore fondamentale nella mia tardiva crescita, perché la "Principessa Splendente" è passata da una vita fatta di sicurezze solide ad una molto, ma molto più precaria, anche se, alla luce dei fatti, la strega dell'antro è molto più vera della signora incolore che abitava l'attico.
Ma, come dicevo, principessa non lo sono mai stata e, splendente, non mi ci sono mai vista, preferisco le streghe, più vere, più passionali, meno assoggettabili.
Infatti come una strega uso molto la scopa, che però è anche una bacchetta magica, (dove passo brilla sempre un puntino di luce) e, all'occorrenza, diventa anche una penna, (avete mai provato a scrivere nella polvere?). Io ci ho scritto paragrafi consolatori quando mi sembrava di non potercela fare, invettive contro una vita che mi pareva ingiusta, formule maledicenti e poesie d'amore, ma mai favole.
Quelle non me le sono mai raccontate.
Eppoi arriva sempre la fine della giornata, quando ripongo la scopa che, a quell'ora, ridiventa inconfutabilmente una normalissima scopa, mi netto dall'odore del sudiciume, sciolgo i capelli ed indosso di nuovo i miei abiti (fili di perle inclusi), e spero tanto di trovare un posto a sedere sul tram, perché molte volte la stanchezza è davvero grande, il tragitto lungo e monotono ma, soprattutto, posso così finalmente trascrivere sul quadernino degli appunti tutto quello che ho già scritto nella testa.
Marilena (Principessa Splendente)
"Principessa Splendente", è questo il significato di Marilena, il mio nome.
La "Principessa Splendente" appartiene invece alla working class, quella che ramazza i pavimenti e lucida le scrivanie, quindi qualcosa di vero nell'etimologia del mio nome c'è, anche se, alla fine, non sono io a splendere.
Ramazzo ed osservo. E scrivo. Scrivo nella mia testa, mentalmente prendo nota, sottolineo passaggi che ritengo importanti ripetendomeli come una filastrocca, per paura di dimenticarli perchè la mia memoria è diventata molto labile e spesso mi tradisce. Quando posso scarabocchio un appunto su un foglietto, salvo poi scordare il medesimo nella tasca della mia divisa da lavoro.
La fantasia è un'antidoto meraviglioso alla pesantezza e alla noia delle mie giornate.
Non amo il mio lavoro, ma non posso disconoscerlo come fattore fondamentale nella mia tardiva crescita, perché la "Principessa Splendente" è passata da una vita fatta di sicurezze solide ad una molto, ma molto più precaria, anche se, alla luce dei fatti, la strega dell'antro è molto più vera della signora incolore che abitava l'attico.
Ma, come dicevo, principessa non lo sono mai stata e, splendente, non mi ci sono mai vista, preferisco le streghe, più vere, più passionali, meno assoggettabili.
Infatti come una strega uso molto la scopa, che però è anche una bacchetta magica, (dove passo brilla sempre un puntino di luce) e, all'occorrenza, diventa anche una penna, (avete mai provato a scrivere nella polvere?). Io ci ho scritto paragrafi consolatori quando mi sembrava di non potercela fare, invettive contro una vita che mi pareva ingiusta, formule maledicenti e poesie d'amore, ma mai favole.
Quelle non me le sono mai raccontate.
Eppoi arriva sempre la fine della giornata, quando ripongo la scopa che, a quell'ora, ridiventa inconfutabilmente una normalissima scopa, mi netto dall'odore del sudiciume, sciolgo i capelli ed indosso di nuovo i miei abiti (fili di perle inclusi), e spero tanto di trovare un posto a sedere sul tram, perché molte volte la stanchezza è davvero grande, il tragitto lungo e monotono ma, soprattutto, posso così finalmente trascrivere sul quadernino degli appunti tutto quello che ho già scritto nella testa.
Marilena "principessa splendente"
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