Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 27 gennaio 2008

Tu non sei così

Mia sorella, a cui sono molto legata, ha letto questo blog e al telefono mi ha chiesto: ma le hai scritte tu tutte quelle cose? Non puoi essere tu, io so che tu non sei così!
Chiaramente è stata una conversazione molto più articolata da cui io ho estrapolato solo queste due frasi, che sono quelle che mi hanno più colpito, inducendomi a delle considerazioni.
Ci si conosce davvero poco o ci si mostra davvero poco?
Tutte e due le ipotesi hanno una loro veridicità: se non vuoi farti conoscere davvero nessuno riuscirà a violarti, solo che, al momento in cui tu decidi di mostrarti quale veramente sei, gli altri non l'accetteranno. Io mi sono adeguata ad un'identità predefinita dai codici etici e sociali, mi sono adattata a quello che gli altri pensavano dovessi essere e, alla fine, ho rivestito quel ruolo, sono diventata quella persona rimuovendo la mia vera essenza: ho cancellato me stessa. Sono stata sempre una brava ragazza prima, una donna "piacevole" poi, una moglie fedele, una madre attenta, una donna predisposta verso gli altri: una figura dignitosa. I miei amici mi vogliono bene, i miei colleghi mi stimano, la mia famiglia....bè quello che resta della mia famiglia d'origine ora si trova a dover fare i conti con questa mia identità, sconosciuta ed anarchica, che non vuole più essere predefinita. Ma in realtà non importa più che capiscano davvero....tutti hanno i loro inferni personali, antri da cui emergere per non rimanere intrappolati.
Quello che si è veramente, però, è scritto in tanti piccoli dettagli, episodi minimi, tracce di noi stessi lasciate inconsciamente, e sempre sfuggite alla distratta decodificazione di chi è troppo abituato a viverci come entità predefinita.
Solo due persone hanno visto la vera faccia della strega, rabbiosa, cattiva e terribilmente stanca, uscire fuori urlante dalla mia decorosissima persona, e ne sono rimaste spaventate: mio figlio ed il mio ex marito. Si è palesata a loro la strega con la bocca schiumante, gli occhi dilatati, la furia cattiva e maledicente delle parole e la minaccia costante del rasoio sulle vene.
Quanto male ho fatto nel mio star male
Quanto male ho subito nel non essere volutamente vista.
Nel deserto che mi si è aperto davanti ho avuto solo mio figlio, inesperto, tenace, paziente, e forte, incredibilmente forte, per una persona così giovane. Devo aver succhiato come un vampiro un bel pò della sua linfa vitale!!!! Non ha avuto nessuno vicino a dargli conforto e consiglio nei momenti davvero tremendi delle mie crisi, ma lui non è un pigmeo......lui non è scappato.
Questo stralcio di diario è un momento vivo della mia memoria, appunti e testimonianze per impedire a me stessa di "cancellarmi" di nuovo.
Questo stralcio di diario non è un j'accuse nei confronti di nessuno
Marilena

13 commenti:

  1. " Tutto quello che non mi fa morire mi rende più forte" scriveva un saggio.
    Penso che il dolore appartenga alla vita stessa, occupa gli stessi spazi della felicità, non il dolore per una redenzione, ma il dolore come "inevitabile contrappunto della vita", come fatica quotidiana e che purtroppo oscura lo sguardo che non vede via di uscita.
    Eppure.........eppure la via d'uscita si continua a cercare, è un bisogno, è la vita stessa, è l'esorcismo del male di vivere perchè tu sai, noi sappiamo, le persone sanno che il BUIO DELLA NOTTE non è l'unico colore del cielo. Tua sorella ? è stato solo lo sguardo della mamma( e non è poco credimi) quello sguardo caldo, rassicurante che tante persone non hanno mai potuto avere,che quando ci colpisce vogliamo sfuggirne, ma ,dio mio, quando manca ti senti perso.
    La storia non racconta più la vita dei padri, e la parola che i padri rivolgono ai figli è insicura e incerta, i loro sguardi si incontrano, ma spesso solo per evitarsi. Sii contenta, guardati allo specchio e ridi, hai un figlio che sa accogliere le ombre della vita ,hai un figlio a cui tu hai sempre posato il tuo caldo, rassicurante,benevolo sguardo di madre.
    ( l'anonima di prima)

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  2. E' un piacere leggere i tuoi commenti, sanno di vita vera. Sai sono contenta di aver avuto il "coraggio" di aprire questo blog, di averci messo anche la mia faccia, di espormi davvero. Io che mi sono sempre controllata, sempre guardata con occhi severi, mai posta al centro dell'attenzione per carattere e per educazione, ed ora sono qui a parlare di me e del mio "malessere per la vita" e della mia voglia di farcela, e questo mio "coraggio" è ripagato dall'attenzione e dalla cortesia di chi, come te, dedica un pò del suo tempo a legggere le mie
    "lamentazioni", e a solidarizzare ed incoraggiare.
    E' vero: il buio della notte non è l'unico colore del cielo.

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  3. Le persone vere non hanno bisogno di mettersi al centro dell'attenzione, io penso.
    Avete avuto un capo del governo a cui non piace apparire, ne avrete uno che è su tutti i quotidiani, e non solo italiani credimi.
    Chi dei due vede più lontano?
    Ma anche questa è un'altra storia........
    Seguo il tuo blog, mi piace, è vivo, non fa appelli, non giudica, è misurato, parla della vita tramite i tuoi occhi.
    Io vivo in Svizzera,sono sposata, ho un figlio grande, sposato anche lui, ma mi manca la comunicazione,avevo sempre davanti a me molte persone, molti giovani e non immagini che forza hanno,ma il mondo non è più il loro.
    Sono ritirata dal lavoro, Insegnavo storia contemporanea all'università di Stockolm, ma sono di lingua italiana. Non dico altro, e non ho il coraggio di mettere la mia foto, come vedi............abbiamo tutti un angolo buio .
    ( l'anonima mangia gruviere)

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  4. Si nasce nel dolore di una madre e si muore nel proprio dolore.
    Il dolore questo spazio infinito senza nessun confine

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  5. .....mettere la faccia non è così importante come metterci il cuore, ed il tuo cuore,cara amica dalla Svizzera, deve essere davvero molto grande.
    Ti manca la comunicazione, che non è il blaterare o il muovere a caso la bocca, è mancata anche a me per un tempo lunghissimo, sto cercando di "recuprare" ora con questo blog: a modo mio, parole e pensieri in libertà, paracadutati nel web e che qualcuno magari raccoglie
    Una pagina del mio diario è planata sul davanzale della tua finestra e tu l'hai raccolta, non l'hai accartocciata senza leggerla come di solito si fa con gli ossessivi depliant pubblicitari.
    Mi hai risposto,invece,aiutandomi a scavare un pezzettino di tunnel: un piccolo passo verso l'esterno.
    Parlare con te, per me, sarà sempre un'onore e un piacere.

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  6. Il dolore è uno spazio infinito senza nessun confine eppure bisogna trovare la forza per delimitarlo in qualche modo per non farsi sopraffare.
    Spesso si smette di lottare e ci si consegna volontariamente prigionieri: una resa troppo facile, quasi una liberazione.
    Liberi nella propria prigione.
    Ho iniziato a scavare il mio tunnel quando, con i residui barlumi d'intelligenza attiva, mi sono resa conto del rumore sinistro che fa una porta davvero massiccia che sta per chiudersi definitivamente.
    E' allora che ho iniziato a porre confini, laddove potevo, allo spazio del dolore

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  7. Gli altri spesso vogliono vedere quello che è più comodo..anche se l'anima è più profonda e sconosciuta agli occhi di chi ha paura forse di entrarci dentro...

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  8. Verissimo, gli altri vedono ciò che vogliono vedere ma soprattutto NON SENTONO ciò che è penoso sentire.
    Sai, altraepoca, il dolore, la sofferenza, la malattia, per ESISTERE davvero devono essere rappresentate, devono avere occhi che assistono allo spettacolo dello "sfacelo".
    Il malessere vissuto nella solitudine e senza un pubblico è solo l'esagerazione di chi cerca un compatimento.

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  9. Cara amaranta, sono bellissime le tue parole ed i tuoi sentimenti, davvero..trasmettono una profondità non indifferente..ti ho inserito tra i miei blog e siti epocali

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  10. Grazie,Amaranta, per i tuoi complimenti,li giro volentieri a te,per la passione e la profondità dei tuoi pensieri.
    Hai parlato di "RAPPRESENTAZIONE DEL DOLORE", interessante, il fenomeno, qualsiasi possa essere deve"apparire per essere".
    Ma se non appare e soprattutto non diviene, è? Esiste? deve per forza manifestarsi agli occhi dei più?
    L'essere è il non essere non è, è proprio cosi?

    (L'anonima si sempre)

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  11. Grazie altraepoca per avermi inserito nel tuo "circuito personale", questo significa per me instaurare un vincolo non solo di solidarietà e di comprensione, ma anche di vicinanaza umana
    Grazie ancora

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  12. La mia amica dalla Svizzera scrive:

    Hai parlato di "RAPPRESENTAZIONE DEL DOLORE", interessante, il fenomeno, qualsiasi possa essere deve"apparire per essere".
    Ma se non appare e soprattutto non diviene, è? Esiste? deve per forza manifestarsi agli occhi dei più?
    L'essere è il non essere non è, è proprio cosi?

    Poni interrogativi importanti.
    Il dolore indubbiamente esiste anche se non è rappresentato, quindi è.
    Esiste.
    Sono gli altri che hanno bisogno di una sua messa in scena, a volte anche plateale, per poterci credere davvero: visualizzare.
    Hai notato come le immagini shock colpiscano molto di più delle parole anche se molto forti e urlate,strappate fuori dalle nostre viscere senza anestesia?
    I lunghi momenti di "paranoia" e "istinti suicidi" che ho vissuto in solitudine per gli altri non sono mai esistiti, anche se io ho cercato di parlarne. Li ho urlati, chiedendo aiuto, ma invano.
    Sono stata presa in considerazione solo quando ho iniziato a dar fuori di testa, e alla fine ho trovato il coraggio di intaccare con 4 segni netti le mie vene
    Allora.......anche per gli altri c'era un problema.
    Problema.....è il termine giusto, perchè è così comunque che alla fine il tuo malessere è vissuto.

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