Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 10 marzo 2015

Niente è reale

I primi a far ritorno sono stati loro, i Freaks, con un loro trasformismo più soft: niente horror ma molta angoscia. Uno stato continuo di tensione che trova il suo apice nei brevi sonni notturni, cosicchè al mattino mi sveglio frastornata e consapevolmente conscia del mio sogno disturbato da flash back alienanti, discontinui ed angosciosi.
Piccoli promemoria che mi ritorneranno in mente nei momenti più silenziosi.
Per questo odio stare da sola.

Uno di loro pendeva, attaccato a testa in giù, da una travicella della soffitta: un piccolo kamikaze dormiente, armato d'esplosivo e pronto, al minimo contatto, a farsi saltare in aria trascinandomi con sè.
Ecco perchè loro arrivano a notte perfettamente riposati, mentre io combatto le insidie del giorno nella consapevolezza di quelle notturne.




 Ma insieme ai Freaks è tornata anche Lizard/Monna Lisa, la lucertolina bionda dal musetto di sfinge che sibila, da sotto un tronco, il suo linguaggio arcaico e rassicurante.
Lizard è il mio angelo custode, non ha ali ma un'agile coda serpentina ed irrequieta, una piccola treccia chiara che frusta l'aria a cacciar via i demoni o i cattivi pensieri.




Dunque la trasformazione del mio antro, da landa desolata ed irrangiungibile in uno squarcio smeraldino di Eden, non ha cambiato di un punto l'essenza delle cose.
Eppure io ci ho creduto a questa trasformazione.
Se m'affaccio alla finestra vedo ora una distesa di cespugli e fronde e fiori macrospici dalle tinte lussuriose, che si stende sotto un cielo indaco, ed è tutto un cinguettio, un mormorio, uno svolazzare d'ali di farfalle bianche ed insetti dorati.
Ma è ugualmente irragiungibile, al pari della landa desertica che fin'ora ho abitato.

Mi sorprendo in attesa: quando arriveranno tutti gli altri?
Tutti gli altri chi? controbatto a me stessa.
 E' tutto finto, mi rispondo.
Niente è reale.
Neppure io.



4 commenti:

  1. Se m'affaccio alla finestra vedo ora una distesa di cemento e automobili e alberi spelacchiati dalle tinte tristemente paradossali , che si stendono sotto uno spleen indaco, ed è tutto un rumore, un mormorio, uno svolazzare di gonne dell'800.
    Ma è ugualmente irragiungibile, fortunatamente, al pari della landa desertica che fin'ora ho abitato.

    Mi sorprendo in attesa: quando arriveranno tutti gli altri?
    Tutti gli altri chi? controbatto a me stessa.
    E' tutto finto, mi rispondo.
    Niente è reale.
    Solo io.

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  2. Un finale azzeccato, endi, solo se fosse possibile.
    Però è bello.

    Fortuna o sfortuna...secondo il momento.

    In realtà ti confesso che sono stufa di sentirmi così.

    Grazie, però, per quel finale di commento.
    A presto :)

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  3. E perché mai il reale dovrebbe essere migliore di quello che abbiamo in testa? :-)

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    1. Ma sai, Giò, in testa possiamo costruire magnifiche architetture, dar vita all'inverosimile, narrare/narrarci storie immaginifiche: è che tutta questa magnificenza è assemblata solo per sfuggire al freddo mondo reale. Ma è qui che si vive......

      Grazie, Giò
      Un saluto :)

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