Dopo aver ceduto alla violenza meterologica del vento e della pioggia, il mio fragile ombrello galleggia sotto il bordo del marciapiede come un grosso anemone rosso a cui è stato reciso il gambo.
Unica macchia di colore nel grigio sferzante del nubifragio.
Mi riparo come posso sotto il cappuccio della giacca, ma l'acqua cola a rivoli e mi penetra i vestiti in un abbraccio liquido e freddo.
Una tazza di latte caldo, e abiti asciutti, è tutto quello che desidero.
OGGI
Non piove, anche se un vento refrattario s'ostina a soffiare, più lento ma costante, oltre la barriera dei tetti e degli alberi.
Una città in ostaggio.
O forse solo io, che dopo una notte insonne scivolo fuori dalle coperte alla ricerca del calore fittizio della stufetta e di una tazza di caffè.
Calore che ovviamente non trovo.
DANZO GUARDANDO IL SOLE
Quella di un calore, che non sia soltanto alogeno o derivato da una sostanza stimolante, diventa col passar delle ore un'esigenza primaria.
Mi guardo allo specchio: la notte insonne ha lasciato tracce sul mio viso.
Una sciagura per una donna della mia età.
Devo reagire.
Non lasciarmi sopraffare dallo spleen.
Una doccia calda e capelli che profumano di miele.
La seconda tazza di caffè è una sferzata più decisa verso l'accettazione di questa giornata, che decreto debba essere, a dispetto del tempo, all'insegna del sole.
E se il sole non c'è, poco importa, lo invento.
Tondo e giallo, su un foglio azzurro, con i raggi che filtrano attraverso i fiori, bianchi e delicati, di un melo.
E' il disegno sulla ceramica della mia tazzina da caffè, quel tenue bordo merlettato, col quale configuro i contorni di questo giorno metafisico.
Mi vestirò col suo ricamo dalla trama leggera affinché il sole possa penetrare, coi suoi raggi benefici, la scorza superficiale dell'epidermide e irradiare, diritto al cuore, il suo calore vitale.
...che la magia non è nel vedere, ma nel sentire.
Marilena
Barchette da rigagnolo e un alzare di vele
RispondiElimina......e salpare verso il sole, Andres :)
EliminaApollo ha bucato la ruota del carro ed è fermo a fare l'autostop.
RispondiEliminaSe avessi la macchina lo prenderei a bordo.
EliminaMagari lo seduco col mio occhio da corsaro :)
Sono felice che tu sia tornata con le parole che riflettono alla perfezione il tuo stato d'animo.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Cri
Dopo il diluvio c'è sempre un arcobaleno.
EliminaReale o virtuale, non importa, la cosa che conta è sentirlo dentro.
D'altronde ho deciso di accettarlo, anzichè combatterlo questo mio meteropatismo.
Un abbraccio, Cri.
Grazie :)
ti ci vedrei nei panni del corsaro, con benda e bandana che beve rum su un trono di teschi e una sensuale cicatrice sulla guancia, ricordo di qualche rissa.
RispondiEliminaIl corsaro che scruta l'orizzonte con un cannocchiale di avorio, sul proprio galeone ad impartire ordine alla ciurma costituita dai freaks dell'antro.
Kilroy (non ricordo se l'ho scritto corretto) sulla spalla e un oceano fatto di universo.
Però non so se Apollo si farebbe sedurre tanto facile da un corsaro così. O forse si. In fondo quanti cuori ha infranto una bella cicatrice?
Ma è un'immagine assolutamente splendida: Kilroy (lo hai scritto giusto) sulla mia spalla a mò di pappagallo, e la cicatrice......l'adoro.
EliminaUna donna con una cicatrice su una guancia e una benda sull'occhio ha inusitate armi di seduzione, e Apollo, di certo, cadrebbe nella rete.
In fin dei conti anche un Dio altri non è che un maschio :)
Ed in punta di piedi, per rispettare galatei d'eleganza, ma anche per non disturbare il sentire solare... :-)
RispondiEliminaAdoro questo tuo piccolo inciso, Giò.
RispondiEliminaE' bellissimo, leggero ed arioso, così come deve essere" uno stato di grazia".
Mai parole furono più armoniose, gentili ed eleganti.
Grazie :)