Non c’è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull’orlo di un precipizio, medita di gettarvisi.
(Edgar Allan Poe)
Dalle paludi dello Stige alle sponde del Mississippi, un viaggio senza mappe, iniziato con delirante incoscienza, assecondando le necessità di una emotività esaltata che abbisognava di uno sfogo per non implodere, e proseguito poi con giocosa consapevolezza, via via che acquisivo maggior dimestichezza nel mio guscio galleggiante, imparando a padroneggiare gli elementi, temporali e marini, all'inizio adottando ingenue ma poi sempre più elaborate astuzie, giungendo perfino a farmi gioco della mia tremebonda ombra in balia delle burrasche, esortandola ed irridendola, quasi non fossi io a dondolare follemente sulla schiuma nera di quelle onde trasbordanti ira violenta.
Se guarderai a lungo nell'abisso anche l'abisso vorrà guardare in te.
Questa l'esortazione che Allan Poe, psicopompo incaricato di traghettarmi oltre la palude Stigia, mi andava instancabile ripetendo, quando, lungo la costa atlantica norvegese avemmo la sventura d'imbatterci nei gorghi apocalittici del maelstrom.
E, seguendo il consiglio del mio mentore, guardai dentro l'abisso, penetrandolo e facendomi penetrare.
Ho guardato così a lungo nei vortici del suo buio tempestoso cuore, fino a condividere tutti i suoi mortali segreti, e non averne più paura.
E' così che sopravvissi al Maelstrom, non come sua schiava ma come sua partner, consenziente ed appassionata.
Sua pari.
Questo mi ha permesso di proseguire il mio viaggio, nonostante la stanchezza e la solitudine e la tentazione di approdare da qualche parte, gettarvi le ancore, scavarmi un rifugio ed attendere
Come tante donne ho consumato gran parte della mia vita nell'attesa di un uomo, di un evento, di una possibilità o di un colpo di fortuna.
Perché attendere ancora?
Sarei stata Ulisse e non Penelope.
Sono approdata sulle sponde del Mississippi, in piena epopea western tra pendagli da forca, prodi sceriffi e maitresse mercenarie, sullo sfondo di un paesaggio ancora rurale dove però i saloon, i bordelli e le banche, già ne preannunciavano la gloria di grande metropoli.
Ma presto mi metterò di nuovo in viaggio, nonostante la mia lunga sosta in Blogosphere, in questa landa desertica ubicata in un punto cardinale ignoto ai moderni planisferi, disconosciuto tra quegli ortogonali e quelli intermedi, già da secoli noti ai geografi.
Da qui a qualche tempo, avvolta nei miei crespi neri, trascinandomi dietro il voluminoso baule pesante del carico di tutti i miei racconti, riprenderò di nuovo il mare.
Atlantide, sarà la mia prossima meta.
a Poe
mio mentore e mio salvatore
mio mentore e mio salvatore
Se guarderai a lungo nell'abisso anche l'abisso vorrà guardare in te.
Questa l'esortazione che Allan Poe, psicopompo incaricato di traghettarmi oltre la palude Stigia, mi andava instancabile ripetendo, quando, lungo la costa atlantica norvegese avemmo la sventura d'imbatterci nei gorghi apocalittici del maelstrom.
E, seguendo il consiglio del mio mentore, guardai dentro l'abisso, penetrandolo e facendomi penetrare.
Ho guardato così a lungo nei vortici del suo buio tempestoso cuore, fino a condividere tutti i suoi mortali segreti, e non averne più paura.
E' così che sopravvissi al Maelstrom, non come sua schiava ma come sua partner, consenziente ed appassionata.
Sua pari.
Questo mi ha permesso di proseguire il mio viaggio, nonostante la stanchezza e la solitudine e la tentazione di approdare da qualche parte, gettarvi le ancore, scavarmi un rifugio ed attendere
Come tante donne ho consumato gran parte della mia vita nell'attesa di un uomo, di un evento, di una possibilità o di un colpo di fortuna.
Perché attendere ancora?
Sarei stata Ulisse e non Penelope.
Sono approdata sulle sponde del Mississippi, in piena epopea western tra pendagli da forca, prodi sceriffi e maitresse mercenarie, sullo sfondo di un paesaggio ancora rurale dove però i saloon, i bordelli e le banche, già ne preannunciavano la gloria di grande metropoli.
Ma presto mi metterò di nuovo in viaggio, nonostante la mia lunga sosta in Blogosphere, in questa landa desertica ubicata in un punto cardinale ignoto ai moderni planisferi, disconosciuto tra quegli ortogonali e quelli intermedi, già da secoli noti ai geografi.
Da qui a qualche tempo, avvolta nei miei crespi neri, trascinandomi dietro il voluminoso baule pesante del carico di tutti i miei racconti, riprenderò di nuovo il mare.
Atlantide, sarà la mia prossima meta.
geniale! ognuno scelga il suo traghettatore, io vorrei uno spirito sardonico e satirico.baci
RispondiEliminaSardonico e satirico......che renda piacevole il tragitto oltre il fiume Stige, per arrivare di buon umore, alla nostra ultima destinazione.
RispondiEliminaConcordo
Approvo
e sottoscrivo :)))))
Trovo geniale intraprendere un viaggio a rebours dallo Stige mortale ad una qualsiasi terra dei viventi, senza essere un vampiro o uno zombie potendo spaziare verso luoghi del mito. E con che traghettatore ......
RispondiEliminaFantastico inizio per un lungo peregrinare tra parole e sensazioni come solo la mia Escura sa proporci e incantarci. Enchanté Madame Escura.
Un traghettatore d'eccezione, Lucy, perchè chi meglio di Poe ha sondato gli abissi bui della paura e dell'angoscia?
EliminaProfondo conoscitore delle inquietudini, delle intemperanze, delle ossessioni e dei sensi di colpa dell'animo umano, chi
meglio di lui avrebbe saputo capire le ragioni di un viaggio ai confini dell'inferno, la ncessità di sperimentare l'abisso e sopravvivere contando solo sulle proprie forze, sulla propria capacità di reazione?
Nessun'altro, Lucy, avrebbe saputo così saggiamente traghettarmi in un simile viaggio.
Merci, Madame Luce
À bientôt
Je t'embrasse.