E quando, Seraphine, t'addormenti al mio fianco, dopo fatto l'amore, già i miei sensi errano, superficiali ed incoerenti, sulle tracce di altri profumi, di altri corpi di donna, senza ombra di quel rimorso che pure inseguo e che, invano, attendo aggredirmi.
Lo sollecito, lo provoco, lo sfido.
Lo agogno.
Ma nulla.
Ti guardo dormire, Seraphine, così come guarderò dormire, in questo stesso letto, quella che sarà dopo di te. E tutte quelle che ancora dopo saranno.
senza alcun pentimento per le mie promesse vane e le lacrime che verserai.
Rimorso, è la parola inventata dagli uomini per accrescere, col gusto dell'espiazione, il piacere del peccato. E' l'ago conficcato nella memoria che fa dolere l'anima al ricordo dell'oltraggio inflitto, cosicché, Seraphine, dovrei prostrarmi ai tuoi piedi e confessarmi ed invocare perdono. Ed espiare.
Ma nessun rimorso, per quanto cercato nelle profondità della mia consapevolezza, perpetra la mia coscienza, se non la disperazione di non riuscire a provare anch'io il piacere sottile di quel patimento.
E allora maledico il cielo e la vastità del firmamento, e impreco contro quel Dio che tale godimento mi ha negato.
Questa mia anima concava, Seraphine, che non ha accesso al rimorso, è la bizzarria che mi rende il più innocente tra gli uomini.
La mia anima scevra.
Ed il silenzio delle stelle.
Quanto poco mi è dato fondermi
RispondiEliminacon te in incavi, sporgenze e solchi.
Quanto poco : solo gomiti e ginocchia
per puntellarmi. Mai pago appello
nei pori della tua pelle, nel sangue
tuo, come cascata do montagna e confluire
nei meandri del cervello e nelle viscere,
le vertebre intrecciando come radici,
che solo la scure può separare....
Quanto poco mi è dato dalla stolta natura
adattare in un unico incastro
l’elementare armatura maschile.
Vera Pavlova
@ X GIARDY
RispondiEliminaE' incredibile, ma le conosci proprio tutte!!!!
Bellissima
Elisena
@ X AMARANTA
Non tutti gli aghi conficcati nella memoria sono uguali. Quello di Seraphine (tu dovevi nascere in Francia) sarà sicuramente più lungo e doloroso.
Ma...cos'è l'innocenza?
Ed il rimorso?
Quando si è liberi non c'è peccato!
Affascinata veramente da sro racconto.
Elisena
Wow.
RispondiEliminaEncantada.
Un ginepraio di gambebracciaschienamanicapelli il tutto in un incastro, ahimè, solo provvisorio.
Don Giovanni avrebbe amato questi versi e la donna che li ha scritti.
Ed io ringrazio te, Antoine, che li hai proposti
Un bacio
Marlene
C'è chi si dilania nelle spire del rimorso parimenti c'è chi, invece, si dilania nel non provarlo affatto.
RispondiEliminaMa il rimorso è inteso non come virtù morale ma come riscontro del piacere dato dal tradimento.
Il rimorso, quindi, come prova del peccato.
Insomma, del tipo COMPLICHIAMOCI LA VITA, seppur in letteratura è concesso questo ed altro.
Un bacio
Marilena
Ciao Marilena,un testo notevole,che richiama alla mente sensazioni peccaminose,ma molto piacevoli,ci sono un paio di frasi uniche e da manuale,complimenti.
RispondiEliminaBuona serata.
Un abbraccio.
Il peccato ed il rimorso.
RispondiEliminaMa quando quest'ultimo viene a mancare, siamo davvero mondi dal peccato?
Ovviamente peccato è un termine che ho usato letterariamente, immaginifico di apocalittiche dilaniazioni spirituali, per cui meglio di qualunque termine, rende esplicito l'inferno del rimorso.
Potremmo rispondere che il rimorso può ben essere sostituito dalla consapevolezza e, a mio avviso, Don Giovanni, è ben consapevole, ma, d'attore consumato, recita fino in fondo il suo ruolo.
Grazie, Massimo
Un bacio
Marilena
Io credo che il rimorso, nel caso di un Dongiovanni, sia una parola che non esista nel suo vocabolario. Nel tuo racconto egli sembra quasi dispiacersi nel non averlo, ma è dispiacere egoista, quasi un struggersi nel non provarlo solo per poter assaporare meglio la parola tradimento. Una sorta di vittoria dell'anima contro se stesso.
RispondiEliminaCredo che l'apice del suo piacere sia proprio nel vedere il tentativo di Seraphine di conquistarlo e lui sapere che nella mente tanto ci sia già un'altra.
Ma sono persone che sanno vendersi benissimo, e delle stelle proprio non gliene può fregare molto.
Lorenzo
In effetti la disperazione di Don Giovanni è proprio quella: il rimorso inteso come l'eccitante coda del peccato.
RispondiEliminaQuella coda che, però, gli sfugge e che, invece, altresì accrescerebbe ancor di più piacere il gusto del tradimento.
Seraphine appare di sfuggita sullo sfondo, una delle tante.
Prefersico immaginarla addormentata, inconsapevole dei pensieri di Don Giovanni, nel sonno sereno che sempre subentra nell'appagamento pieno dei sensi.
Grazie Lò
Un bacio
Marilena
P.S. - Il silenzio delle stelle......il silenzio della voce di Dio.
Ma Dio, per chi crede, ha pur dato il dono della consapevolezza e questo, a parer mio, dovrebbe essere suffciente a stabilire i nostri giusti comportamenti.
Affascinante l'idea che il rimorso di Don Giovanni è .... non avere rimorso ...... e qunindi perdersi l'eccitante sensazione di peccato che può amplificare il desiderio .....
RispondiEliminaroba forte ..... degna dell'indagatrice dei sensi ....... miaoooooooùùùùùùùù Escura
Provare rimorso, Lucy......non basta, quindi,la consapevolezza a renderci coscienti della colpa?
RispondiEliminaLa mancanza di sentimenti (rimorso, in questo caso)è il fattore che può alleggerire la nostra colpa?
Attendere per questo ad una condanna meno dura?
Don Giovanni, anche senza provare rimorso, è consapevole del suo "peccato morale" eppure, di questa mancanza, ne fa addebbito a Dio!
Dio, quell' umile asinello che carichiamo delle pesanti some che ci gravano sulle spalle.
Considerando, per finire, che le stelle per loro natura sono silenziose.
Un bacio, Luce
Buona giornata
Esscura