ECLISSI TOTALE DI SOLE
Intorno a mezzogiorno il sole provinciale di San Isidro s'era esibito nello spettacolo fantascientifico di una eclissi totale che aveva, per tutto il tempo della sua durata, sconvolto gli umori del cielo e della terra e quelli degli uomini e degli animali che davanti a quel sovvertimento, sia pure temporale, si ritrovarono ad incolpare chi Dio e chi Satana, secondo il proprio convincimento ed il proprio opportunismo, ma alla fine accettando tutti la metamorfosi astrologica in atto con la stessa solerzia con cui il sole s'era convertito ad esser luna, e senza menarla troppo per le lunghe.Si è quello che il momento esige si debba essere, senza troppe astruserie mentali e con la concezione pragmatica che certe follie vanno accettate senza porsi inutili interrogativi filosofici che non cambierebbero comunque di una virgola il corso degli eventi.
Altrettanto repentine di come s'erano avventate le ombre notturne diradarono di nuovo in chiarore e tutto continuò come se nulla fosse accaduto dal momento che quello sconvolgimento spettacolare somigliava più ad un allucinazione collettiva che ad un rarissimo fenomeno astronomico destinato, nel racconto di chi vi aveva assistito, ad arricchirsi nel corso del tempo di particolari inediti assolutamente fantasiosi, privi di qualsiasi fondamento scientifico, per divenir leggenda.
Così come di leggenda si sarebbero ammantati tutti gli avvenimenti che nell'immediato corso di quelle ore sarebbero accaduti.
LA FOLLIA DI GUAPO
I più fantasiosi avrebbero raccontato che Guapo, il toro campione da monta dell'allevamento Belgrano doveva essere stato preda di un raptus onirico, forse generato dalle infauste radiazioni dell'eclissi del mezzogiorno che lo avevano indotto a sfondare a cornate, e con incontrastabile irruenza, le barriere del suo recinto e ad irrompere, in balia di un incontenibile follia ormonale, nelle stalle confinanti della fattoria Delgado, dove aveva montato tutte le giovenche che gli si erano parate a tiro e cercato, in ultimo, d'irretire anche Lady Godiva, la morella andalusa di Milagros Delgado.Il mugghiare furibondo di Guapo, amatore mercenario incapace di accettare un rifiuto, ed i nitriti isterici di Lady Godiva terrorizzata dalla minaccia di quello stupro contro natura, dilagarono nella notte surreale di San Isidro destando l'intero borgo.
La prima ad accorrere fu Milagros Delgado, sommariamente vestita ed armata di fucile, giusto in tempo per veder stramazzare al suolo, colpita da infarto, la sua cavallina.
Milagros, furente di rabbia, mirò alla grossa testa di Guapo uccidendolo sul colpo.
LA COLONNELLA
L'attimo successivo, però, si ritrovò a terra, colpita alle spalle dal bastone da passeggio di Caterina Belgrano, la Colonnella, proprietaria di Guapo e dell'allevamento esclusivo di tori da riproduzione.Tra l'italiana Belgrano e la spagnola Delgado c'era stato un lungo e difficile contenzioso mai risolto, nonostante una sentenza di tribunale, riguardo l'appartenenza di un cortiletto che originava dall'area di proprietà della Colonnella e terminava in quella di Milagros.
Contenzioso che aveva generato rancori e vendette che, nel corso dei decenni, avevano alimentato le cronache giornalistiche, e quelle salottiere, di San Isidro e dintorni.
La decisione salomonica del giudice di dividere esattamente a metà il cortile e chiuderne gli accessi confinanti nelle proprietà in causa, non aveva soddisfatto nessuna delle due, convinte com'erano che una delibera giusta avrebbe, invece, stabilito il pagamento di un pedaggio per la concessione di passaggio.
Ovviamente, entrambe, si decretavano legittime affittuarie.
La Colonnella l'aveva colpita pesantemente col suo bastone da passeggio, una vera arma d'offesa che l'italiana impunemente sfoggiava dopo che una caduta da cavallo, in età adolescenziale, l'aveva resa leggermente claudicante.
Caterina Belgrano, donna di gran temperamento, si era meritata l'appellativo di Colonnella per via della sua spiccata tendenza al comando, e al piglio soldatesco col quale gestiva la sua famiglia e la sua azienda.
E, soprattutto, in virtù di quel suo bastone dal quale mai si separava ,e che i più maligni insinuavano si portasse finanche a letto: l'unico amante che riuscisse davvero a soddisfarla.
L'ARENA
Milagros, nella polvere, riuscì a stento a mettere a fuoco la figura dell'italiana appoggiata al bastone che la guardava dall'alto verso il basso, in attesa che lei si riprendesse per assestarle il colpo decisivo.
Acquattata immobile nella polvere, stoicamente ricacciando in gola i lamenti del dolore, Milagros sferrò un calcio improvviso alla gamba zoppa della Colonnella, facendola rovinare a terra.
La meraviglia per quel tranello ebbe solo la durata di un attimo e già l'italiana era pronta a reagire.
Milagros fu lesta a scalciare lontano il suo bastone da passeggio: la resa dei conti sarebbe avvenuta ad armi pari.
Le due rivali s'avvoltolarono nella veemenza cieca di un arruffamento di vestiti e di capelli.
E d'insulti.
Difficile distinguerle.
Impossibile decretare chi delle due avesse il sopravvento.
Gli abitanti di San Isidro, che di svaghi ne avevano davvero pochi, si erano entusiasticamente radunati per assistere a quell'inusuale combattimento notturno, di gonne e di chiome.
Due spettacoli nell'arco di poche ore, ed entrambi di una certa levatura, non capitavano così di sovente e, se l'eclissi di sole aveva sollevato interrogativi spirituali, quella lotta nella polvere, con il denudamento involontario di gambe e di seni andava, invece, colmando festosamente i sensi da quelle anatomie privatissime, accidentalmente in mostra, ignare di provocare così tanta eccitazione.
Questo spettacolo, così impudico e così sensuale, al limite di qualsiasi etica, era d'addebitarsi alle radiazioni maligne dell'eclissi solare, di sicuro le stesse che avevano provocato lo sconvolgimento ormonale di Guapo.
EL PICADOR
Aluino Gutierrez non credeva assolutamente alla teoria delle radiazioni malefiche, scettico di pensiero e goliardo di vocazione, di tutto quel trambusto si stava oltremodo deliziando e cercando un pretesto per inserirsi in quella sensualissima corrida dove, a turno, l'italiana e la spagnola, andavano ricoprendo il ruolo del toro e quello del matador.
Decise, quindi, che in tale contesto lui si sarebbe assunto il compito di supporto del picador, esaltandole e sfiancandole, così come accade in una corrida, per indurre il toro ad una resa incondizionata.
Il pretesto glielo avrebbero fornito proprio "le imponderabili conseguenze delle nefaste radiazioni dell'eclissi".
Quelle stesse che avevano causato lo sconvolgimento ormonale di Guapo.
Aluino Gutierrez si scaraventò, con lo spirito partecipativo di uno scolaretto, tra quelle due formidabili donne che se le suonavano di santa ragione e senza esclusione di colpi e, con entusiasmo gagliardo, cominciò a palpare le anatomie più a portata di mano, frugare sotto le gonne e distribuire, in modo assolutamente imparziale, carezze ardite e pizzicotti insolenti.
La performance di Aluino Gutierrez scatenò nel pubblico un entusiasmo incontenibile con applausi fragorosi, richieste di replica e lancio di rose.
E fu il bagliore fosforescente di un petalo rosso l'ultima cosa che el picador vide prima che la Colonnella lo tramortisse col suo pesante bastone da passeggio.
Il rosso è sempre letale (quando vuole)
RispondiEliminaIn quel tempo di invenzioni, l’occhio
aprì in due le tue labbra di assoluto colore rosso
ma prima che ciò accadesse disegnò
sulla lavagna del mattino i tratti del tuo volto , luce
mia
Homero Aridjis
E' un racconto godibilissimo Marilena, una vera chicca da tenere sempre a mente e rileggerlo ogni tanto, proprio come si fa con i libri più belli.
RispondiEliminaE' gioioso, divertente, scritto magistralmente bene e si arriva alla fine con un bricciolo di rammarico perchè il racconto, purtroppo, è finito, un po' come quando si chiude l'ultima pagina di un libro con il sorriso di essere contenti di averlo letto.
I personaggi sono bene in evidenza, beh caratterizzati tenendo conto che un libro non è, quindi doppiamente brava.
Su questo racconto, Marilena, mettici un post-it, è una cartina tornasole di quanto sei cresciuta come scrittrice non come blogger.
Lorenzo
LE IMPONDERABILI CONSEGUENZE DELLE NEFASTE RADIAZIONI DI QUESTA ECLISSI HANNO PRODOTTO SU DI TE DEI DANNI NOTEVOLI, NOTEVOLISSIMO RACCONTO MIA CARA, SAI STATA ISPIRATA DI CERTO DALLA LUNA.
RispondiEliminaUn racconto che mi ha divertito molto e, soprattutto, ben scritto. Sei brava
RispondiEliminaFrancesco
Ciao Marilena,veramente bello il racconto,complimenti,molto giusto il commento di Lorenzo.
RispondiEliminaCredo che certi elementi possano trasformare la mente umana per certi periodi.
Buona serata.
Un abbraccio.
Amaranta in un racconto così tra ancestarli istintii e magie di racconto, saresti stata perfetto ulteriore personaggio, la narratrice encantadora che silenziosamente appoggiata ad un albero con una lunga sigartetta e un cappello nero da cavalerizza, con una strana luce negli occhi nascosti dall'ombra del cappello , in quela strana luce d'eclisse eccheggiava di un misterioso compiaciuto sorriso accennato. Un baciamano felino alla mia Escura.
RispondiEliminaUn ombrellino, un ventaglio, la punta di uno stivaletto, il bordo di un unghia, la trappola di una bocca.
RispondiEliminaIl rosso è sempre letale (quando vuole)
Incantevole apologia del rosso.
Incantevole ritratto di una donna.
Antò, commento i tuoi commenti.
Un bacio
Marilena
Il tuo commento, Lò, soprattutto nell'ultima parte, m'imbaldanzisce ed enormemente gonfia il mio ego :)))))
RispondiEliminaGrazie davvero delle bellissime parole su di me e degli apprezzamenti sul mio racconto.
Scriverlo mi ha fatto star bene perchè mi sono equamente impersonata in tutti i personaggi, toro e puledra compresi :)
Quelli che più mi piace è Aluino Gutierrez, un carattere irruento ed entusiasta, sfacciato ma onestissimo nel suo intento :)
E' uno dei miei racconti più lunghi e scritto, rispetto ad altri, solo in un paio di giorni, perchè le idee, durante la stesura, fomentavano senza alcuno sforzo sulle ali dell'entusiasmo.
Un bacio, Lò, e grazie sempre del tuo sostegno
Marilena
La luna, Ady, è il simbolo del mio segno astrologico: il cancro.
RispondiEliminaE' la mia musa ispiratrice.
La luna ed un ritrovato entusiasmo per la vita in generale.
Un buon periodo non deve essere mai sprecato.
E questo lo è.
Un bacio, Ady, e grazie infinite per l'entusiasmo del tuo commento
A presto
Marilena
Ciao Francesco, grazie davvero di questo commento e del tuo passaggio.
RispondiEliminaUn'occhiata veloce al tuo blog, sul quale mi riservo di passare con più calma, mi ha rivelato che sei anche un tu un cancretto e che siamo nati nello stesso anno e nello steso mese
Ispirato, quindi, anche tu dalla luna :)
L'augurio di un buon mercoledì
A presto
Marilena
Sai Massimo, rimanendo in tema di astrologia, ed essendo io del cancro, il segno metereopatico per eccellenza, sono convinta anch'io del condizionamento degli elementi sulla psiche, e di conseguenza, sull'umore.
RispondiEliminaLa verità è che siamo molto più strettamente legati agli elementi della natura, di quello che vogliamo credere.
Un bacio, Massimo, e grazie infinite per i tuoi commenti sempre così positivi.
Marilena
P.S. - Che fine ha fatto lo spirito guida di achab? Mi sa che prima o poi lo infilo in qualche racconto :)
Wow Luce, tracci di me una immagine così seducente che davvero vorrei fosse reale ma sai, di reale c'è il fatto che tu riesci sempre a fornirmi spunti per i racconti e, leggendo questo tuo commento......
RispondiEliminaDirei allora di avere due muse ispiratrici: Luna e Luce :)
Un bacio, Lucy, per te di fulgido rosso.
Marilena
P.S. - Come perle raccolgo le tue parole e le infilo in quelle lunghe collane che sono i miei racconti :)
........ Allora aspetto la prossima perla ....
RispondiElimina@Lucy
RispondiElimina......intanto ti auguro una buona giornata......
Baciotto
Marilena
Mi piace quella Colonnella, ha il fascino della Matrona di Efeso ma senza il pietismo che la contraddistingue. Una che sa il fatto suo insomma.
RispondiEliminaQuesto racconto starebbe benissimo nel Satyricon di Petronio, uno spaccato di vita condito sapientemente con il mistero delle forze al di là della comprensione umana e raccontato con ironia e allegoria.
Ti faccio i miei complimenti cantrice vagante dei vizi e delle virtù che con talento e ingegno ci delizi di queste perle.
Doriana
Eh si, Doriana, la Colonnella è un bel tipino, irrascibile ma, a suo modo, affascinante, tant'è che penso di utilizzarla ancora per un Ritratto.
RispondiEliminaDonna formidabile quest'italiana in terra spagnola, penso che meriti un approfondimento ulteriore.
Grazie del tuo commento, Doriana, che io, sempre apprezzo e tengo in gran conto.
Un bacio e buon week end
Marilena
P.S. - Io e la strega rossa ci stavamo interrogando proprio ieri sulla tua assenza da Blogosphere e sull'opportunità di farci sentire tramite e-mail :)
C'ero ank'io quel giorno a San Isidro, tant'è vero che in seguito ho fatto da madrina alla strana bestiolina partorita da Lady Godiva e concepita con violenza da Guapo: un torcavallo zoppo! Chiaramente la Colonella e Milagros, entrambe ne rivendicavo la proprietà, viste le caratteristiche somatiche dell'animale nonchè la sua stranezza nell'incornare nitrendo!
RispondiEliminaFinalmente sono riuscita a leggere questo tuo racconto!
E per te ho fatto alzare il pubblico in piedi in quell'arena spagnola dove l'applauso attende ancora di finire!
Un bacios sorellas!
Elisena, madrina di un Torcavallo!
Eli, aggiungeremo il torcavallo nel bestiario fantastico di Blogosphere. Lo immagino un animale solido, snello come un cavallo ma con le zampe quadrate di un toro, la coda lunga ed il muso largo, e, tra le orecchie nobili, due piccole corna micidiali.
RispondiEliminaUn ibrido esteticamente non bello, ne convengo, ma con un gran temperamento, destinato a rimanere unico, ed irripetibile, nel suo genere.
Un bacio, Eli, strega vagabonda e grazie per l'entusiasmo del tuo commento
Marilena
Ce ne hai d'immaginazione, stregaccia!
RispondiEliminaPerò, gli attributi sono parte di Toro (i gioielli) e parte di stallone (lo scettro)!
Un miliardone di bacini!
Elisena
L'immaginazione, a quanto pare, è una nota di famiglia ;)
RispondiEliminaCiao, Eli, a presto ;)
Marilena
Mi piace. Soprattutto come gestisci i personaggi.
RispondiEliminaVerrebbe da chiedersi in quale t'identifichi, se nella Colonnella o in Milagros. O, perché no, nel picador.
Direi nella prima.
Se potessi scegliere sarei...... Aluino Gutierrez.
RispondiEliminaCi vuole grande carattere, una bella faccia tosta, una notevole dose di humor e sprezzo del pericolo, per catapultarsi in una situazione del genere.
Aluino Gutierez è uno scettico ed un goliardo, è un entusiasta, uno che, immagino, si butti a capofitto nelle situazioni più rocambolesche che della vita riesce a vedere il lato più divertente per trasformare il dramma in farsa anche se, nell'epilogo, ci rimedia, dal bastone della Colonnella, una randellata in testa che io mi auguro gli abbia provocato solo una noiosa emicrania e nulla di più grave.
Grazie davvero di questo commento e del tuo passaggio, Silas Flannery, che quanto prima ricambierò:)
A presto
Marilena