Nonostante il cielo grigio e la pioggia incessante, e quel dolorante desiderio inappagato, accucciato in fondo al mio ventre, come un cucciolo uggiolante.
Relego il mio sogno insalubre in un cantuccio buio della memoria, con la tentazione di affogare quel cucciolo per preservarlo dal suo crudele destino di solitudine.
Un omicidio umanitario.
La mia immagine, con i capelli grondanti pioggia e la gonna gonfia di vento, che stringe al seno una creatura fiduciosa ed ignara del suo destino di morte, mi fa sorridere.
Invece lo cullo ancora un pò dentro di me, avvolgendolo nel mio utero/coperta, ed abbassando il volume troppo forte dei battiti del mio cuore per non farlo svegliare.
Il suo respiro tranquillo sarà il mio respiro.
Caffè e sigarette.
Eppoi la metodica, già abbondantemente sperimentata, per sfuggire all'oppressione interna che mi farebbe implodere.
Il primo atto è chiudere le tende sulla malinconia metereologica in agguato dietro i vetri, nei rami spogli e diradati che s'allungano stentati verso la mia finestra, dalla quale intravedo la ringhiera corrosa dalla ruggine del balcone di fronte, dove una misera piantina cresciuta a dismisura in un vaso troppo piccolo, ciondola sul suo esile stelo un germoglio macrocefalo, piegato dalla pioggia sferzante.
Il secondo atto è quello di vestirmi con l'abito giusto.
E con l'animo giusto.
Frugo nell'armadio per scoprire solo la noia dei vestiti di sempre.
Ho bisogno di un abito che mi vesta fuori per coprirmi dentro.
Un abito per il corpo e per l'anima.
Il cucciolo, dentro di me, guaisce nel sonno.
Lo cullo con una muta ninna nanna.
Non svegliarti, piccolino, prima che io abbia trovato il mio animo giusto.
Non svegliarti, piccolino, prima che io abbia trovato il mio abito giusto.
Nero, rosso, verde e viola.
L'arcobaleno nel mio armadio non contempla il bianco.
Ma è solo di quel colore che ho bisogno, stamani, per il mio abito liturgico.
Perché così era nel mio sogno notturno.
Un sogno avvolgente di mani e di labbra che profanavano il candore della mia veste di sacerdotessa peccaminosa, nell'umidore urgente di dita e di saliva.
Cedeva il mio abito bianco.
Inconsistente come un ostia.
Come una nuvola, debole e transitoria, che sfilaccia ad un effimero soffio di vento.
Cedeva il mio abito.
Alle voglie dei sensi.
Ai desideri compressi.
Alle dita e alla lingua.
Al richiamo uggiolante infondo al mio ventre.
Così stamani non ci sarà nessun incantesimo.
Stamani sono solo una sacerdotessa priva del suo abito liturgico che si apre, nuda, alle sue stesse dita.
Marilena
Solitudine fisica e affettiva ci leggo in questo tuo bellissimo post. I ricordi di un amore passato e tutta la fisicità che c'era prima. Capisco il tuo malessere, io vivo sola ormai da quattro anni e spesso anche io ho cercato una abito bianco da indossare nuovamente finendo però per sdraiarmi in una poltrona, comoda ma solitaria.
RispondiEliminaCarla
-Ho bisogno di un abito che mi vesta fuori per coprirmi dentro.
RispondiEliminaUn abito per il corpo e per l'anima-
bellissima frase , ma tu sei sacerdotessa dentro un velo bianco che ti veste di luce già ti avvolge. Un abbraccio gattesco. Miaoooooo
Ciao Carla e benvenuta nel mio blog.
RispondiEliminaIl tuo commento mi dà spunto per un post che titolerei LA SOLITUDINE DELLE DONNE.
Perchè quando le donne si sentono sole patiscono, forse tutte, lo stesso tipo di malessere.
Allo stesso identico modo in cui accogliamo l'amore.
Abbiamo la capacità universale di vivere, attraverso l'epidermide e attraverso l'anima, tutto il male e tutto il bene dell'esistenza.
Il nostro amore è sempre grande.
Così come sempre grande è il nostro dolore.
Anima e corpo, inscindibili.
Ti svegli da un bel sogno e ti ritrovi in una realtà che non ti riesce di cambiare.
Nemmeno con speriementate arti stregonesche.
Un abbraccio, Carla
E grazie della tua visita e del tuo commento
A presto
Marilena
Eccola la mia deliziosa amica Lucy, saggia sacerdotessa felina, preveggente e lungimirante che ha sempre per me, tra i suoi unghioli laccati di rosso, un talismano magico che accende di luce la mia immagine opaca.
RispondiEliminaUn abbraccio Lucy, in cui lo scricchiolio d'ossa è dovuto solo alla mia travolgente irruenza.
Marilena
Tranquilla streghessa bella, sotto la pelliccia morbidosa sono resistente agli abbracci travolgenti d'affetto. Un bacio miao
RispondiEliminaDella tua resistenza fisica, Lucy, non dubito.
RispondiEliminaCosì come della tua amicizia.
Buona domenica, ed un bacio davvero mattiniero
Marilena
Ciao Marilena,buona domenica,molto intimo questo tuo racconto,e scritto veramente bene,ci sono delle frasi da manuale,complimenti.
RispondiEliminaIl tuo scritto descrive la voglia di rivincita,
è anche sensuale nei vari passaggi,il finale è notevole,un invito a giocare da soli.
Buona giornata Amica dell'antro.
Un bacio.
Ciao principe achab, eh si uno stato d'animo molto intimo da cui è scaturito l'imput per questa pagina di diario.
RispondiEliminaTutto per me diventa materia di scrittura......
Grazie, Massimo, per i tuoi complimenti
Un bacio e l'augurio di una bellissima domenica
Marilena
Vorrei regalarti quell'abito bianco, leggerissimo, riflettente di raggi di sole, che non ingiallisce mai, ma so che anche quella leggerezza non basterebbe a coprire la solitudine nè del corpo nè dell'anima.
RispondiEliminaTVB, sarcedotessa del tempo nei tempi.
Sono d'accordo con il Capitano, il tuo scritto è veramente bello e profondo al punto che fa provare la solitudine anche in chi non ce l'ha!
Buona Domenica sorella, sperando che un pò del mio affetto ti giunga via etere, sempre che lasci aperto l'uscio dell'antro!
La porta del mio antro è sempre aperta, in particolare per te, ma anche per tutti quelli che vogliono avventurarsi tra le ombre del mio parallelo che oggi, ho trovato coincidenti, grazie al post di Lucy, con quelle di Bocklin.
RispondiEliminaNel mio limitato arcobaleno di colori (nero, rosso, verde e viola) ora inizio ad amare anche il bianco, un colore che poco di addice alla mia carnagione.
Strabacio, sorrela streghessa
E buona domenica, a te e a Toni
Marilena
P.S. - Spero che il mio post non sia così triste da causare contagio :(
Lo è! Lo appena scritto anche da LucY che tra te e lei "na botta de vita" per iniziare bene una domenica tra l'altro anche piovosa!
RispondiEliminaMa...dico....vi eravate messe d'accordo?
Aribacio!
Ma dai, Eli, non la vedo così nera.
RispondiEliminaComunque, visto che ormai da un pò sei in rete, dovresti saperlo che qui, in Blogosphere, meridiani e paralleli spesso s'intersecano, ed è così che Bocklin, l'onirico, si è imbattuto nella sacerdotessa nuda.
Ma da questo non scaturisce tristezza, anzi, non lo vedi anche fluttuare tra le cupe ombre notturne de L'ISOLA DEI MORTI, come una cometa, la garza bianca dell'abito di una VESTALE?
Bacio :))))
Marilena
..."Ho bisogno di un abito che mi vesta fuori per coprirmi dentro...un abito per il corpo e per l'anima..."
RispondiEliminaCara Marilena, queste sono le parole che hanno "vestito" anche me...con tutte le loro sfaccettature!! Oh, parole di verità, che scuotono e fanno riflettere, perchè noi siamo così.
Un bacio, dolcissima strega!
Boudicca '67
E' vero Boudicca, noi donne siamo così.
RispondiEliminaL'ho ribadito anche nel commento a Carla che questo post avrei anche potuto titolarlo LA SOLITUDINE DELLE DONNE.
Capita così che donne diverse e all'apparenza incompatibili spessimo, invece, trovino riscontri nelle emozioni delle altre.
Ci si ritrovano.
Le sentono come proprie.
Questo sta a denotare una matrice originale e comune che nasce dai primordi e si straduce in quel SENTIRE femminile che ci lega, rendendoci sorelle.
Grazie Boudicca di questo bel commento e, soprattuto, della tua presenza.
Un bacio
Marilena
Una pagina di diario molto bella, intima, molto femminile. Mi piace quandi dici che esiste una legame fra donne che ci fa sentire unite.
RispondiEliminaUnite anche nelle forme di desiderio.
Mi incuriosisce quando dici che nonostante sperimentate arti stregonesce non riesci a cambiare la realtà, potresti dirmi a che ti riferisci, se puoi.
Grazie e complimenti per il blog, lo seguirò
Arianna
Ciao Arianna, benvenuta nel mio blog e grazie di averci postato questo tuo gradito commento.
RispondiEliminaSono fermamente convinta che noi donne siamo unite da vincoli societari e culturali, in un percorso storico che parte dalla notte dei tempi e arriva fino al presente.
Sono anche convinta che se le redini del mondo fossero un pò più nelle mani delle donne, di sicuro, si farebbero meno porcate :)
Le arti stregonesche, Arianna, a cui mi riferisco sono la "dimensione favolistica" un gioco psicologico attraverso il quale cerco di rendere vivibile una realtà che non sempre riesco a tollerare.
Ovviamente la realtà rimane sempre quella che è, non ho il potere di mutarla, ma quello di rendermela meno amara o più congeniale e, credimi, è un buon metodo, seppur ci sono giorni, o momenti, in cui la magia non riesce.
Grazie davvero per la tua visita, che contraccambierò con piacere.
Un bacio, Arianna
A presto
Marilena