Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 13 novembre 2009

L'abito rosso


                                                 
E così ho deciso di venire alla festa, per vedere quella che mi ha rubato l'amore.
Quella per cui la notte smani, e nel sonno ne mormori il nome.
Sfoggio il vestito più bello.
Quello riposto in fondo all'armadio.
Quello che mai più ho indossato.
E' rosso e di finissima seta.
E' un guanto che mi fascia e mi stringe.
E' un abbraccio, quell'abito rosso.
L'incanto, che ti ha irretito.
Quando mi hai detto, con voce tremante, la mia voglia ha il colore del tuo vestito.
Altra festa.
Altra donna.
Altro uomo.
Ma l'abito, quello, è sempre lo stesso.
Nemmeno di una taglia tradito.
Come mai ho tradito l'amore.
Mentre tu, nelle tue notti inquiete, agitandoti invochi un nome.
Sognando l'incanto di un vestito che non mi appartiene.
E così, sono qui alla festa.
I capelli splendenti di nuovi riflessi.
Ed il trucco pesante. Trucco da sera.
E sotto l'abito, niente.
Abito ardente. Punto di luce.
Prorompente, tra il nero e l'oro, di quelli delle altre signore.
Ma tu nemmeno mi vedi.
I tuoi occhi cercano altri colori.
E sento freddo, attraverso la seta.
Perché il rosso, alla fine, è solo un colore.
E non scalda il gelo che si allarga nel cuore.
Non vedi la festa. Non senti il rumore.
Attendi impaziente.
Ed il calice in mano è solo un pretesto.
Per colmare l'attesa. E darti un contegno.
Per fingere calma. Ma nel cuore è tempesta.
Non vedi la folla. Né la donna vestita di rosso.
Fissi la porta. In silenzio. In attesa.
Ed io, infondo alla sala, ho la testa in tumulto.
Ma tu non lo sai.
Non mi hai vista nemmeno quando, passandoti accanto, ti ho urtato il bicchiere.
Chiedendoti scusa.
Un sorriso accennato. Un inchino leggero.
Niente altro.
Se non quello sguardo, ostinato, alla porta.
Così vorrei urlare e strapparti via il cuore.
E rendere fiamma questo vestito.
E bruciare la sala.
La festa. Il rumore.
Sbarrare la porta.
Gridare il mio male di donna ferita.
E guardami. E dimmi chi sono.
Pronuncia il mio nome.
Riconosci il vestito.
Se non il mio odore.


20 commenti:

  1. Bellissimo scritto,colmo di sensualità e dolore
    Un gioco di attese,vedo tutta la scena,ho ricevuto una bella emozione in questa lettura,è sempre bello e piacevole entrare nel tuo mondo reale e incantato.
    Buon fine settimana Marilena.
    Un bacio.

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  2. E' sempre bellissimo, anche per me, ricevere i tuoi commenti, Massimo.
    Buon fine settimana anche per te.
    Rutilante di rosse emozioni.
    Un bacio
    Marilena

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  3. Tutto giusto. L'abito, il colore, il dolore.
    La festa, quella festa....è l'unica nota sbagliata!
    Non ti faccio i complimenti perchè tanto dici che sono di parte ma ti chiedo in prestito quell'abito rosso! Vorrei indossarlo ad una festa per "rubare" un amore!
    Eva Kant, ossia tua sorella Elisena.

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  4. La bellissima ed algida Eva Kant, una delle mie eroine preferite.
    Inguainata di nero, per esigenze di fumetto ma, di sciuro, bellissima anche in rosso.
    La leggerezza della festa rende tutto più drammatico.
    E tu lo sai, che io adoro i melò.
    Un bacio, sorella
    Marilena
    P.S. - Eh si, lo confermo, sei spudoratamente di parte :)))

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  5. Dolore rosso urlante in silenzio. Bellissimo racconto, scena da film, sofferenza molto reale. Un abbraccio grande Marilena, grande come l'arte del tuo scrivere. Miaoooooo
    ps. amo pazzamente anch'io La Kant e il suo nero complice .........

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  6. Lucy- Fel, questo tuo commento mi lusinga a dismisura.
    Il mio ego enormemente si espande.
    Acquista taglie.
    Così, anche la mia eroina, corre seriamente il rischio di non entrare più in quell'abito rosso
    Grazie davvero, Lucy
    Un bacio
    Ed un fine settimana splendido
    Marilena
    P.S. - Diabolik, occhi di ghiaccio dietro la mascherina nera.
    E l'agilità di uno splendido felino.

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  7. E' solo la verità, scrivi in modo eccellente, coinvolgente, e descrivi scene che sembra di vedere e vivere.
    ri-p.s.
    E' si il Diabolik è panteroso ...... sai che le sorelle Giussani s'ispirarono agli occhi dell'attore Robert Taylor per il disegno ? Miao

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  8. Ehi! giù le zampe da Dibolik!
    E' il mio uomo.
    Eva Kant

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  9. Diabolik non poteva essere che concepito da donne. E' un riuscitissimo assemblaggio di fascino e tenebra maschile.
    Perfino romantico, senza darlo troppo a vedere.
    Non sdilinquisce in sdolcinatezze :)
    Ma è uno di quegli uomini su cui puoi contare.
    Un complice nato.
    Non sapevo che il personaggio fosse ispirato a Robert Taylor al quale, le autrici, non hanno rubato solo gli occhi ma anche l'attaccatura dei capelli.
    E, durante le sue eterne fughe, le sorelle Giussani lo hanno anche un pò redento.
    Meno duro.
    Più morale.
    Assolutamente leale.
    Un uomo con cui scappare!
    E poi perchè non parlare della sua agilità, energia, intelligenza, strategia, astuzia, lungimiranza, forza, prestanza.............
    E' un mito.
    I love you Diabolik.
    Forever.
    Marilena

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  10. Carissima Eva, Diabolik è patrimonio indiscusso di tutto il genere umano femminile.
    Attraverso i travestimenti a cui ti obbliga, per necessità di lavoro ma, come maliziosamente sospetto, anche per puro piacere personale, riesce ad amare tutte le donne.
    Un mito non appartiene mai ad una sola
    Marilena

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  11. Patrimonio ed interesse x oggi appartengono solo a me. Alla larga, prego!
    Oggi mi sono immedesimata in Eva Kant!
    Elisena

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  12. In mezzo a tutto questo fumettame lasciatemi dire che io invece mi sento come Alan Ford

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  13. Alan Ford: il mitico gruppo TNT.
    Quanti ne ho letti di quei fumetti!
    Una presa in giro, seppur molto bonaria, alla società italiana.
    Alan Ford, il bello (Peter O'Toole)
    Ma anche il Conte Oliver aveva un certo suo fascino......
    Rimembranze di un tempo che fu!
    Grazie, Lorenzo, di questo commento.
    Un bacio
    Marilena

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  14. Ovviamente non perchè è il più bello, ma per il fatto che è imbranato, arrossisce sempre e spesso viene raggirato. Finisce sempre in storie più grandi di lui dove a volte riesce a risolvere ma molto gli sfugge. E che dire del suo amico Bob Rock sempre vestito con una mantella nera? hehhehehe

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  15. Bè, il gruppo TNT era composto da personaggi strampalati, parodie di eroi e di storie di spionaggio. Umorismo nero e satira.
    I difetti dell'umanità tutti simpaticamente portati alla ribalta da questo gruppo di eroi, scalcinati e "difettosi".
    Sarà che io amo l'imperfezione!
    Grazie ancora, Lorenzo
    Marilena

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  16. L'imperfezione di un angelo, con le sue scarpe pesanti che non riusciva a volare:)))
    Immagina il mio, che esce da un calderone di polenta bollente perchè caduto dentro mentre l'assaggiava, come del resto chi deve proteggere che si macchia sempredi sugo. Interveniva sempre un altro angelo a mettergli sempre il grembiule.
    Poi il mio angelo, spilungone, un po dinoccolato, scarpe sempre pesanti per via del tempo inclemente, che tenta di aiutare il prossimo, ma si inciampa sempre prima di arrivare alla meta, per via del suo piede che guarda da un'altra parte, attirandosi le ire del suo Dio.
    Questo angelo si ferma sempre nelle vetrine dei negozi di commestibili, indeciso quando deve comprarsi delle scarpe nuove,sogna di comprare vestiti nuovi per una donna,ma non si è mai fermato davanti ad una vetrina con dei vestiti rossi. Un vero peccato. Se lo avesse fatto non sarebbe il mio angelo.
    incomincia quindi

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  17. Ah, il mio angelo non rilegge mai quello che scrive ed è possibile che il moderacommenti lo freghi..................:))))

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  18. Ciao Lorenzo, è un commento molto bello, un pò triste e molto ironico. Ci sei tu dentro.
    L'imperfezione rende umani, perfino gli angeli.
    Soprattutto quelli che sbucano fuori dai calderoni di polenta :)
    Un commento molto bello davvero.
    Un bacio
    Marilena
    P.S. - Lo so, lo so, che quell'angelo lì non rilegge mai......

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  19. E'una struggenge poesia, i dolorosi attimi di chi, nell'illusione, ricerca il perduto attraverso un simbolo.
    Straziante il dolore nel prendere atto che i simboli perdono significato davanti ad uno sguardo che non può più riconoscerli, perchè li vedeva solo attraverso gli occhi dell'amore.
    Complimenti, davvero bella.
    Buona Serata
    Francesca

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  20. Francy, è assolutamente vero ciò che scrivi.
    Hai penetrato, in profondità, l'essenza di questo racconto.
    Nessun seducente abito rosso ha il potere di ridestare un amore ormai morto.
    Grazie Francesca, per questo commento davvero così esplicativo.
    Un bacio
    Marilena

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