Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

lunedì 4 novembre 2013

Mr Nativity (settima parte)

La mia consapevolezza in cambio del successo: la cancellazione del mio mondo a favore di un fuorviante fondale scenico che, seppur temporaneo, stà già sbiadendo la realtà del mio antro.
Questo il diabolico baratto che io dovrei accettare.
Ora, alla luce della verità appena emersa, la scoperta dell'amore folle di Mr Nativity per la mia biografa, la sublime Camilla, sono costretta a rivedere, e in fretta, la mia posizione e la mia disponibilità al riguardo di quest'affare.
 Sulle mie spalle grava la responsabilità delle creature dell'antro da cui, esclusivamente da me, dipende la loro sorte, come ora anche quella della mia biografa che non ha visto, o sconsideratamente sottovalutato, ciò a cui mira Mr Nativity: l'accesso alla sua anima.
E' quello il rifugio ultimo a cui lui aspira.
Null'altro gl'interessa.
Null'altro vale la pena.

Da quando è arrivato non s'è mai tolto il cappotto nè quel suo ridicolo cappello.
Non credo che sia solo per via del freddo patologico di cui soffre ma, piuttosto, per acquisire accanto alla statuaria Camilla, volume, peso ed altezza, cosicché gli strati di pesante panno servono a nascondere un corpo inconsistente e l'anacronistica tuba a ripristinare un'equità d'altezza, che l'essenza di Mr Nativity è volatile, simile a quella di un gas la cui temperatura d'ebollizione è molto al di sotto della temperatura ambiente, e che se non fosse per l'odore acre, neppure ci si accorgerebbe della sua presenza.

Dalla mia postazione strategica, al centro della stanza, osservo Leonard e Camilla chini sul portatile di lei, le lunghe, pallide dita dell'Imperatrice e quelle inanellate d'argento di Leonard, sfiorarsi come per caso, ritrarsi e poi cercarsi di nuovo, complici sulla tastiera condivisa del computer.
E' iniziata la caccia.

Dal dipinto del Caravaggio il colore sta diluendo in rigagnoli filamentosi e sottili che traboccano, dalla sontuosa cornice barocca, come acqua di piena da un dirupo, dove galleggiano, trasportati dai marosi, i corpi senza vita di Amaranta, la mia alter ego, e di BLOG, il mio figlio obeso e nichilista.
Di Kilroy, il freak graffiti writer, è sparita ogni traccia, inghiottito dal muro.
Lizard, la lucertolina bionda, intontita dal calore cerca ristoro nelle fiamme del camino, come fossero onde di un mare in tempesta, mentre dal sottosuolo non giunge più l'eco minacciosa dei passi di Iggy, il killer salamandra.

Come in un racconto dell'orrore, quando non c'è più scampo ed il destino è ormai segnato, la verità, nella sua interezza, s'affaccia limpida alla mia mente.
L'ultima verità del condannato a morte, quella che si vorrebbe gridare se la voce non fosse stata inghiottita della paura, e allora non rimane altro che rimettersi nelle mani del boia, sperando che concluda in fretta il suo triste lavoro così da evitarci un supplemento d'agonia, e l'umiliazione di pisciarci addosso.

...Dunque tu chi sei?
Una parte di quella forza che vuole sempre il male e crea sempre il bene...Io sono una parte della Tenebra che generò la luce.
(Citazione dal "Faust" di Goethe  
Incipit de "il Maestro e Margherita" di Bulgakov)

Però io ho pena per quest'uomo solitario, preda del delirio dell'amore, una febbre di cui non sa nulla ma che pur vorrebbe sperimentare nella sua interezza, lacrime comprese, seppur egli non ha pianto mai in vita sua ma piuttosto ha fatto piangere, spesso senza neppure averne consapevolezza, con la cattiveria innocente di un bambino.
Ma nonostante tutto il male che egli possa aver prodotto sarà sempre il mondo ad essere in debito con lui, il costruttore di sogni,  quella parte di tenebra che genera la luce, anche se questa verità non verrà mai riconosciuta perché l'arroganza impenitente degli uomini è pari, se non superiore, a quella di quel Dio che, dopo avergli concesso il dono di una mente prodigiosa, gli ha inflitto lo sberleffo di un corpo inadeguato, condannandolo per sempre alla solitudine.
Il martirio della croce è durato una sola notte, il suo, invece, tutta la vita.
Ne avrebbe, dunque, di motivi validi per odiare Dio e la razza degli uomini, ma non odia nessuno e lo dimostra svolgendo in maniera impeccabile il suo lavoro (a differenza di Dio che troppo spesso si diletta dell'incompiuto) sfruttando al meglio il suo genio per materializzare sogni per conto terzi, un proficuo divertissement in attesa di vivere il suo proprio sogno che mai, però, vorrebbe illusorio, costruito ad arte: il prodotto di una combine.
Rifiuterebbe tutte le scorciatoie, ben disposto a pagare il suo tributo in patimenti, sconfitte e delusioni, pur di svegliarsi un mattino e non essere più lui.
Felicemente anonimo.
Felicemente non più Leonard.

- Who are you?-


6 commenti:

  1. Risposte
    1. Conosco tanti Nessuno che si portano dentro mondi meravigliosi e così mi viene di scrivere storie e raccontar di loro.
      Persone meravigliose :))))))))

      Un bacio Claudiotta

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  2. molto interessante il personaggio di Leonard con con più risvolti del suo cappotto eterno. miaoooùùùùùùùùù

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    1. Creatura compless e straordinaria (almeno nel mio immaginario), un uomo capace di organizzare sogni conto terzi ma di non riuscire a farlo per se stesso, perchè lui, maestro della finzione, aspira a relizzare un sogno vero.
      ......come voler vivere al di fuori di questo racconto.
      Bacio :)

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  3. i personaggi non sono affatto banali...
    molto brava nel tuo descriverli così accuratamente

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    1. Grazie Patalice, benvenuta nel mio blog :)
      Le parole d'incoraggiamento fanno sempre bene, te ne sono grata.

      Buona serata
      A presto :)
      Marilena

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