Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 17 ottobre 2010

Storie scritte nel silenzio

L'analisi mi ha dato una più giusta consapevolezza di me.
Blogosphere me ne ha dato il riscontro.
E questo è un dono incommensurabile.
Oggi mi sento forte e sicura ed indipendente come mai lo sono stata prima d'intraprendere quest'avventura.
Ho dovuto toccare il fondo per emergere di nuovo.
Ma ne è valsa la pena.
Seppur me ne fosse data la possibilità non  tornerei alla mia remota vita, fatta di agi e di certezze e, neppure, alla vecchia me stessa, così insicura, inaccettata, opaca, al riparo da quelle fittizie protezioni che io chiamavo sicurezze, cosciente  però che, senza quel lungo, devastante periodo di transito, forse non sarei quella che nel presente sono.
E' in questi ultimi tre anni che ho realizzato appieno la cognizione delle mie potenzialità e quella dei miei limiti, che mi porta, oggi, a poter dire di essere una donna soddisfatta di ciò che da sola sono riuscita a costruire: me stessa.
Qualcuno sorriderà a questa mia affermazione trovandola magari eccessiva, pensando che mi stia eccessivamente esaltando e che, forse, una virgola di modestia non guasterebbe perché il parlare di se stessi nei termini di una imponente creazione non induce né alla solidarietà, né alla simpatia.
Eppure è proprio questo che ho fatto: un'angosciosa opera di distruzione per intraprendere, poi, quella difficilissima ed incerta, della ricostruzione.
Non considero, però, sprecato quel tempo passato quando mi proponevo in assurde simbiosi esistenziali, una mosca volontariamente impantanata in una visibilissima ragnatela ed impegnata in una sussidiaria coesistenza col ragno che neppure l'aveva reclamata come preda, solo che lei volontariamente gli si era offerta come riserva a cui attingere, un pezzetto per volta, in tempo di carestia, nutrendo la segreta speranza che lui, alla fine, abituandosi alla sua presenza mai più avrebbe reclamato l'adempimento alle clausole di quel masochistico accordo.
Per tanti anni sono rimasta attaccata in quell'angolo di ragnatela, sospesa tra il cielo e la terra.
Perfino il ragno, per lunghi periodi, si dimenticava della mia presenza, ignorandomi.
Solo quando mi fissava cattivo provavo una vitale scossa di sopravvivenza però mai così forte da indurmi ad abbandonare quella sua tela, che la paura di trovarmi da sola, e fuori delle sue solide maglie, era ancora più grande di quella di esser divorata.
Sono rimasta così in disparte, per un tempo infinito, a guardare scorrere la vita, timorosa di farne parte metttendomi in gioco.
La mia insicurezza, la poca stima verso me stessa, il mio non piacermi, il mio non volermi bene, sono stati un impedimento alla mia realizzazione come persona.
Quelli come me vivono in un tombino sotterraneo agognando l'invisibilità, trovando detestabile non solo il loro modo di essere ma anche la loro voce ed il loro odore.
Forse è per questo che il mio olfatto non ha mai acquisito una vera sensibilità perchè rigidamente allenato ad ignorare il mio stesso odore, per potermi più facilmente dimenticare di me stessa.
La superficie, all'apparenza, sembra normale perchè il caos è tutto nascosto all'interno del tombino dove ci ho vissuto fino a tre anni fa quando il ragno, annoiato della mia inutile presenza, con uno scatto fulmineo mi ha scaraventato nel vuoto.
Ho dovuto rimparare a volare, a fronteggiare le correnti d'aria e i vortici del vento, a dipanarmi nelle nebbie e a non restar travolta dalle tormente di acqua e di neve.
Eppoi, in un freddo Gennaio, sono approdata in Blogosphere, con tutta la rabbia e la disperazione necessari, accumulati nell'angoscia dell'abbandono, per urlare, stravolgere, scarnificare e, alla fine, ricostruire, cercando nel profondo di me stessa la motivazione vera a giustificare quel  terremoto in atto.
E  la scrittura è stata lo strumento che mi ha salvato dall'autodistruzione.
Nel tombino sotterraneo ho imparato a scrivere nella memoria.
Storie scritte nel silenzio.
Quel silenzio che qui, in Blogosphere, è diventato la voce del mio io narrante.
Marilena

24 commenti:

  1. Il tempo, la tua forza di volontà, la tua voglia segreta di vivere, hanno duramente lavorato, elaborato, distrutto e poi ricostruito, quello che ora sei: TE STESSA, ed io sono veramente fiera di sentire il tuo Io parlante in quest'immenso silenzio di blogosphere!
    TVB
    Elisena

    P.S.: anche per me il tombino (proprio inteso come piccola tomba) è stato il fondo dove un tempo ho raccolto ciò ke ne era rimasto di Elisena, ma poi ho trovato la forza di aprire quel pesante coperchio e di prendermi dalla vita ciò che mi aspettava.

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  2. Io penso che questo post sia una linea di demarcazione della tua vita, un confine ormai oltrepasaro e dove puoi girarti indietro con serenità e coscienza d'animo.
    E' il segno tangibile di una svolta, forse la prova più difficile, quella di guardarsi dentro e saper leggere le proprie esperienze come un continuo della vita. Ciò ti ha permesso e, soprattutto, ti permetterà di proseguire in modo sereno la tua vita davanti a te.
    Qunado uno ha il coraggio di guardare in faccia la bestia è perchè l'ha già sconfitta.
    Sono orgoglioso di te Marilena.
    Lorenzo

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  3. Non rimpiango il passato, Eli, anche se ho avuto molta difficoltà ad appropriarmi del presente che, oggi, credimi, non cambierei per tornare a quella che ero.
    Non baratterei per nulla al mondo la mia piccola indipendenza che mi ha reso consapevole delle mie capcità, e dei miei limiti, trovando in questa il coraggio e la voglia di un'affermazione personale.
    E qui, in Blogosphere, l'ho avuta.
    Ed è molto di più di quanto avessi mai potuto sperare :)
    Marilena
    P.S. - Conosco il tuo tombino e le tue vicissitudini per emergerne.
    Storie diverse le nostre, perchè diverso è stato il nostro modo di agire ma, in entrambe le storie, c'è la stessa inquietudine e la stessa voglia di rinascita.

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  4. E' vero, Lò, questo post è un confine.
    Avrei voluto scriverlo prima ma ho avuto ancora bisogno di tempo per capire davvero la meraviglia di questa mia analisi.
    Sono davvero una scettica ed una pessimista inguaribile, Lò, se ho dovuto vagliare fin nel profondo ciò che dal mio stesso pensiero scaturiva :)
    Ma è una certezza acquisita che sperimento, giorno per giorno, anche nella vita quotidiana.
    Quelle piccole certezze di me stessa, mi hanno reso una donna più sicura, meno vulnerabile, di sicuro più aperta e pronta alle sfide, sono il fulcro su cui oggi poggia il mio ritrovato equilibrio.
    Non ho timore del futuro perchè so di poter contare, prima ancora che sugli altri, su me stessa, e questo mi pone in maniera diversa nei confronti della vita.
    Il blog, di cui tanto ho parlato, è stato lo strumento che mi ha rivelato a me stessa.
    Il mio specchio introspettivo.
    Il diario mi è servito tantissimo: ogni parola scritta pubblicamente richiedeva da me un atto di coerenza, il coraggio di non tirarmi indietro o quello di andare avanti.
    Ogni parola pubblicata è stata uno stimolo, un pungolo, un impegno inderogabilmente preso, un punto d'onore il rispettare i miei proponimenti.
    Senza questo blog sarei scivolata nell'apatia della mosca nella ragnatela.
    L'ho difeso strenuamente, innanzitutto da me stessa, dalla mia vecchia me stessa che, spesso, faceva capolino tendendo tranelli per impedire una qualsiasi mia metamorfosi, ben consica che quello sarebbe stato il punto di non ritorno.
    Come dici tu, Lò, ho trovato il coraggio di guardare in faccia la bestia che aveva poi i miei stessi occhi e le mie stesse paranoie.
    E trovare il coraggio di affrontarla, bè......nemmeno quello è stato facile.
    Non so se ci sono riuscita in maniera definitiva, il mio scetticismo congenito continua, comunque, a coesistere con la nuova me stessa, che tutto non si può cambiare ma, di sicuro, non sarò mai più quella di un tempo, quella che nelle lamette vedeva la sola via per essere davvero libera.
    Un bacio, Lò, con tutto l'ardore di cui sono capace:)
    Marilena

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  5. Ciao Marilena,questo post non è uno dei tuoi meravigliosi racconti,è la tua vita,una analisi del tuo periodo particolare,un post scritto con molta forza e coraggio,non vedo presunzione ma un gesto che può servire a molti che leggono il post,capisco la metafora del tombino e del ragno,alle volte il buio ci divora talmente bene da amarlo,solo col tempo si capisce che è giusto risalire,quello che ho letto è un atto di coraggio,sono contento di te.
    Buona serata cara.

    Un bacio.

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  6. Tante pagine di diario, Massimo, dedicate proprio al mio blog, all'importanza che ha rivestito, in questi ultimi tre anni, nella mia vita, come fase terapeutica per la mia depressione e come strumento per la mia emancipazione.
    Ho scritto, a volte, in maniera romanzata perchè non sempre è facile parlare di se stessi ma la cosa importante, per me, era raccontarmi quasi che, attraverso le immagini di una me stessa passata al vaglio dal mio sguaerdo introspettivo raccontato, in tempo reale, nelle pagine di questo diario, potesse compiersi il miracolo di una rinascita o, quanto meno di un'affermazione identificativa in cui riconoscermi.
    Ne ho fatta di strada, Massimo, da quella fredda mattina di Gennaio quando, per la prima volta, aprivo il mio antro :)
    Grazie davvero, Massimo, della tua amcizia, della tua stima e del tuo sostegno, doni preziosi che hanno alleviato i mometi più cupi.
    Un bacio, fuori da quel buio che io, però, ancora follemente amo :)
    Marilena
    P.S. - E' un buio, ora, pieno di vita :)))

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  7. Scrivere pubblicamente è stata per te una terapia davvero riuscita. E' una dimostrazione, Marilè, che avere un blog e scrivere pubblicamente si butta fuori tutto quello che si ha dentro.
    Sono contenta che a questa riuscita i tuoi amici blogger abbiano avuto un ruolo molto importante e primario che con il loro sostegno e la loro amicizia hanno alleviato i tuoi momenti più cupi-
    Chiara

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  8. Marilena che scritto toccante, leggere queste parole riempe di gioia il cuore e come dice Massimo altri possono leggere da una vove vera, che anche dal male più oscuro si può uscire vincenti. Ci vuole coraggio a guardarsi dentro, anche per chi crede di star bene , solo perchè accetta le cose come sono per false comodità crede di essere salvo. Non sai come mi fa bene al cuore sentirti così forte e viva. Sei una persona speciale a cui voglio un bene profondo per istinto. Ti abbraccio Escura

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  9. E' vero, Chiara, una buona terapia quella della scrittura che a me davvero mi è stata di grandfe aiuto.
    E' che, alla fine, per quel che mi riguarda scrivere non è stato difficile ma il raccontarmi bè, quello si, lo è stato davver anche perchè il mio diario è pubblico e la sua lettura è aperta anche ai famigliari ed agli amici.
    E' stata questa sai, la vera sfida?
    Che non è mettersi in piazza o lavare pubblicamente i propri panni sporchi (in definitiva non ho mai tirato in causa nessun'altro che me me stesa)ma è trovare il coraggio di proporsi, di sentire la propria voce fra le tante anche se qui, nel mio blog, è quella che fa da solista.
    Ma chi ha commentato mi ha dato davvero un valido aiuto, non solo sulle pagine del mio diario ma anche su tutti gli altri scritti perchè dentro, sempre, alla fine c'ero sempre io.
    Le persone che mi conoscono, che mi vogliono bene, copme accade in questi casi e, questo sono convinta valga un pò per tutti, non sempre sanno da che parte iniziare (ovviamente c'è anche chi fa finta di niente, ti volta le spalle, non vuole sapere, da qui l'esigenza di rendere pubblico il mio blog)e, l'affetto, talvolta, crea intralci e complica, così come l'approssimazione, i metodi sbrigativi di chi ti tratta come una che non ha un cazzo da fare o vuole essere al centro dell'attenzione.
    Sono stati momenti durissimi in cui ho avuto la riprova di chi c'era e di se ne è lavato le mani. Oggi so che niente mi ha lasciato indifferente, Chiara, anche se, sul momento, si fa di un erba un fascio.
    Non stendo una classifica dei buoni e dei cattivi, ma non perdono.
    Il buonismo non gira dalle mie parti.
    Devo tutto a me stessa, e non è presunzione, perchè da queste situazioni se ne esce da soli, con la propria volontà e le proprie forze.
    Il blog mi ha portato tanto, e non esagero, a livello personale e, al di fuori dell'argomento depressione, molto di più di quello che mi aspettassi: la realizzazione di un sogno.
    Grazie, Chiara, della tua presenza in questo post per me davvero così importante.
    Un bacio
    A presto
    Marilena
    P.S. - Tra le persone che mi hanno dato molto ci metto anche te, Chiara.
    Un ultima cosa: torna a scrivere perchè eri davvero brava ;)

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  10. Lucy, l'affetto profondo e la stima sincera sono ampiamente contraccambiate.
    Sei tra le persone belle che qui ho conosciuto e che, regalandomi pezzettini di tempo e di pensieri, mi hanno alleggerito certe giornate davvero dure dove c'era solo il rifugio del mio antro.
    Troppe frasi, che forse suonerebbero melense e che tra due noi suonerebbero inutili perchè nulla aggiungerebbero a quello che di bello e di reale abbiamo: l'amicizia.
    I tuoi commenti, ironici e profondi, sono tra le righe che più amo rileggere.
    Un bacio, Lucy, senza retorica e dal profondo del mio cuore
    Marilena

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  11. Parlare di sè è molto difficile, in special modo quando dietro e dentro c'è sofferenza, dolore, rabbia. E' un pò come trovarsi davanti ad un muro alto: scalarlo o fuggire via. La fuga sembra la via più semplice ma...per vivere ci vuole coraggio. Me lo ripeto in quelle mattine in cui alzare la coperta e mettere i piedi a terra e aprire le imposte è una fatica tanto grande da farmi pensare seriamente di girarmi dall'altra parte e restare ad occhi chiusi. E poi? il muro diventerebbe solo più ripido e la coperta più pesante. E allora corro, corro anche se in quel momento il senso non riesco proprio a trovarlo, corro anche se la forza non c'è e anche se le lacrime mi bagnano l'anima. La tua storia dimostra che dalla ragnatela si può uscire e si può tornare a volare. Vola, Marilena, non sei una mosca ma una bellissima farfalla. Le mie ali non sono ancora pronte ma ce la sto mettendo tutta e, ne sono certa, volerò anch'io. Un bacio. Miryam

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  12. Miryam, tu sei una donna che non molla e lo dimostra il fatto che sei qui con noi e non in qualche angolo appartato a compiangerti, anche se, a volte, anche di quello si ha bisogno.
    Sei una tosta, hai una grande forza dentro, non sei una che scappa o si gira dall'altra parte e stai lottando per qualcosa di veramente prezioso, bellissimo, ed irrinunciabile.
    Tu sei la sua forza, la mano che lo guida e, credimi, nessuno saprebbe farlo meglio di te, nè tu vorresti, ne sono sicura, che qualcun'altro lo facesse al tuo posto, per quanto possa essere doloroso, devastante, ingiusto, tu ti alzerai tutte le mattine ad assolvere al tuo piccolo dovere quotidiano e ripeterai all'infinito quel giro faticoso di cui ti sembra d'ignorare il senso ma ogni giro, Miryam, ti porterà fuori dal tunnel e quando ne sarai uscita ti volterai indietro ed allora capirai che tutto quel dolore, quell'abnegazione, era la caparbietà di non rassegnarsi, di lottare per chi ancora non può farlo da solo e, per questo, sono sicura, che tutte le mattine tu assolverai al tuo piccolo dovere quotidiano e sarai perfino capace di un sorriso.

    Il tuo commento è molto bello, Miryam, e gli elogi fatti da una persona come te valgono il doppio.
    Uscirai da quel buio, ne sono sicura.
    Un abbraccio grande, Miryam, grande quanto il cuore di tutte le donne che hanno dentro un grande dolore.
    Marilena

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  13. Non è tempo di scrivere e io non ho
    che il solco della penna e sotto il foglio.
    Un inchiostro facile, un dire fragile
    tra voci che confondono, che vanno.
    E questo è un anno che trattiene i giorni
    li lega al calendario. I volti stanno
    lì, per caso. Ci chiedono un appiglio,
    lo scompiglio di un’altra primavera.
    Quasi non ci fossero, come se
    svanissero. Sistemali per poco
    qui, con le parole. In qualche stanza
    chiusa, in una nuova sera. Una nicchia,
    e poi fermarli, e poi imparare a dirli,
    a riconoscerli dagli occhi almeno.
    Tu, punto a capo senza corpo. Tu
    rimedio dell’assenza, poesia.
    Ivan Fedeli

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  15. E' solo scavando che si riesce a scrivere storie. Ma solo chi ha occhi per vedere può regalare immagini così vivide. Non è facile, mai.

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  16. Un silenzio rotto da questi bellissimi commenti Marilena e dalle tue risposte ovviamente.
    Sentire l'orgoglio degli amici verso se stessi penso sia la migliore delle medicine.

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  17. Fin da bambina ho imparato a scrivere storie nella mia testa.
    Quando ero triste o mi sentivo sola (quanto ci si può sentire soli in una famiglia numerosa!) allora sfogliavo quelle pagine segrete alla ricerca della storia più bella, quella che mi avrebbe fatto un pò di compagnia.
    E poi dopo, d'adulta, spesso ci ho fatto ricorso per rendere più accettabile una realtà che, iol più delle volte, mi opprimeva.
    Non vivevo nel mondo dei sogni, nè cedevo alla mistificazione, quelle storie erano un sistema di sopravvivenza.

    I poeti riescono a dire con estema semplicità e chiarezza ciò che noi, troppo spesso, trasformiamo in un garbuglio emozionale.
    Grazie, Antonio, di questi bellissimi versi
    Un bacio
    Marilena

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  18. @Francy
    Un bacio, Francesca
    Grazie di essere passata
    Marilena

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  19. E' davvero un bel commento, Silas Flannery, di cui io sinceramente ti ringrazio.
    Cacciatrice d'immagini per amore, per disperazione, per non dimenticare.
    Cacciatrice d'immagini per sopravvivere, ed in fine, per esistere.
    Le storie scritte nel silenzio si nutrono, soprattutto, d'immagini.
    Un saluto al confine del nuovo giorno, Silas
    A presto
    Marilena

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  20. Grazie, Area56, e quant'è vero quello che tu scrivi: un silenzio rotto da questi bellissimi commenti.
    E gli amici sono importanti qui, come nella vita reale.
    Credo profondamente nell'amicizia, sotto qualsiasi forma possa prospettarsi.
    Anche in quella di un commento.
    Davvero grazie, Francesco
    A presto
    Marilena

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  21. Scusami Marilena,
    ieri rileggendo il mio commento mi sono resa conto che l'avevo impostato male e con annesso qualche strafalcione..
    Stavo per ripostarlo, e a dimostrazione della mia condizione del "toccata e fuga" al pc.,
    di cui facevo cenno nel primo commento, mi sono ritrovata costretta a desistere erimandare :))

    Dicevo:
    Si, hai avuto molto coraggio nel saperTi raccontare apertamente a tutti tramite il blog.
    Ho sempre notato la Tua fragilità, e allo stesso tempo la Tua ferrea volontà di uscirne fuori.Come ho sempre pensato, hai rischiato grosso e alla finne ce l'hai fatta!
    Me ne rallegro per Te.
    Conosco bene la grande soddisfazione che si prova quando, dopo tanto lottare, si esce vittoriose dalla devastazione interiore.
    Non svaniscono i ricordi del prima ricostruzione. Quando si affacciano alla mente rievocano il coraggio e la stima ritrovata in se stesse.
    Ammettere le proprie vittorie è mancanza di modestia? No! E' coraggio nel raccontarlo come si è fatto con le sconfitte.
    Auguri per la nuova visione di Te stessa.
    Un abbraccio.

    PS: vedo che mi hai ringraziato per il mio passaggio.. :DD
    Figurati! E' un piacere.. ora scappo. Il nuovo post lo leggerò più tardi.. spero :(

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  22. mi ero persa questo tuo post, e a quanto pare non mi ero persa solo un post, ma una parte di te. mi lasci senza parole e non perchè mi manchino ma perchè hai già scritto tutto tu, hai calibrato ogni farse per farci intendere che tu hai trovato la forza di voltarti indietro senza timore di salutare un passato ormai andato, e questo mi da coraggio e speranza. baci

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  23. Raccontarsi non è facile anche se, la fluidità delle frasi potrebbe farlo pensare.
    Ma, ammetto che la passione per la scrittura, mi ha aiutata.
    Una specie di sfida per uscire fuori, innanzitutto, dalle mie paranoie esistenziali e dalla mia timidezza espositiva, e trovare il coraggio di esistere per quello che sentivo poter essere.
    Più che raccontarmi al mondo, Francesca, mi sono raccontata a me stessa.
    La scrittura è stata il mio specchio.
    I soli occhi, per quelli come me, non sempre bastano, occorre il concorso di tutti gli altri sensi e di tutta la propria capacità introspettiva ed analica per ritrovarsi.
    E' stato un lungo percorso il mio, dentro e fuori Blogosphere, ma oggi devo dire che finalmente mi riconosco, mi accetto, mi voglio perfino un pò di bene.
    Non lo dico per attirare le simpatie, Francesca, ma perchè la parte più difficile è proprio quella: volersi bene.
    Ho iniziato a volermi bene quando ho cominciato a scrivere.
    Non è stato un crescendo, certi amori sono davvero molto difficili.
    E, non sarà mai neppure un grande amore, ma quel tepore che da me stessa ricavo, oggi, è sufficente.
    Grazie, Francesca, tornerò a trovarti nel tuo blog, oggi è andata di lusso col computer, perchè sono a casa con l'influenza, perchè anche per me il tempo è divetanto davvero tiranno.
    Un bacio, Francesca, e grazie :)
    Marilena

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  24. Coraggio e speranza, Ady, quelli non devono mai mancare.
    Loro ci provano a latitare, sta a noi riacciuffarli ed imporgli di fare il proprio dovere che è quello, poi, di darci almeno un pò di serenità.
    Li ho riacciuffati questi due malandrini, coraggio e speranza, anche se ho dovuto rincorrerli per un bel tratto e le mie scarpe tacco 12 (le stesse del post successivo :)non erano proprio le più adatte alla circostanza.
    Mi volto indietro, Ady, e saluto il mio passato.
    Sono sempre la stessa donna, solo che ora so chi sono davvero.
    Un bacio :)
    Marilena

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