Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 14 gennaio 2010

Una formica consapevole

Quando ho iniziato a scrivere questo blog non potevo certo prevedere come si sarebbe, nel tempo, evoluto.
Non è stato sempre facile, per me, continuare a scriverci.
Tante volte ho pensato di chiuderlo.
Quando ho iniziato a postarci, in un periodo davvero orrendo della mia vita, c'era l'esigenza di far capire a chi mi stava vicino quanto stessi male.
Quanto fosse difficile, per me, andare avanti.
Una richiesta d'aiuto.
Di comprensione.
Che non sempre ho avuto.
Spesso, anzi, sono stata fraintesa.
Osteggiata. Per amore.
Per protezione. Per paura.
A volte mi sono incasinata da sola.
Sovente, hanno provveduto gli altri.
Volevo solo raccontare. E raccontarmi.
Con le mie parole. Il mio sentire.
Chi ha la presunzione di scrivere, anche se solo in un blog, deve godere comunque della piena libertà di espressione.
E della fiducia di chi gli sta vicino.
Deve poter attingere a parole e concetti, senza crearsi il problema del conseguente impatto.
Censura, ed autocensura, non dovrebbero esistere. Asssoluta libertà di espressione.
E di movimento.
Perchè fare esperienze significa anche entrare in contatto con altre realtà.
Il rischio di sbagliare un giudizio.
Accordare fiducia a chi non la merita.
O credere sinceramente in un'amicizia che ti si rivolterà contro.
Ma è anche scoprire persone fantastiche.
Storie. Contrapposizioni. Confronto.
Condivisione. Solidarietà.
Blogosphere è anche questo.
Ma devi starci in piena autonomia se vuoi avere questa libertà di azione e di pensiero.
Devi essere sgravata dal peso del giudizio di chi ti conosce. Che assolutamente condiziona.
Creando sensi di colpa, anche laddove non dovrebbero essercene.
Ed il timore che le critiche sulla tua persona possano rischiare di coinvolgere anche chi, a te, si rapporta.
Scrivere, significa non avere argomenti tabù.
Parlare di tutto.
Raccontare. Stravolgere.
Inventare. Studiare.
Ma è difficile farlo con l'assillo di un giudizio o di un'apprensione emotiva, sempre vigile.
Frustrante il doversi continuamente giustificare.
Combattere per ogni parola scritta.
E, talvolta, trovare solo l'umiliazione del silenzio.
Ricominciare, in anonimato, da un'altre parte...ma è questo il mio blog.
Qui ci sono due anni di vita.
Ogni pagina del mio diario è un momento vissuto.
Le mie battaglie vinte. E quelle perse.
Analisi. Intuizioni.
E, per tutto questo, nella mia vita reale, ho pagato un prezzo altissimo.
Un prezzo spropositato se si ridurrebbe, il tutto, alla gestione di un blog come semplice passatempo.
Ma, per me, è stato qualcosa di più grande. Più personale.
La riscoperta entusiasmante della mia antica passione per la scrittura.
Una cosa bella, ed assolutamente mia, costruita giorno per giorno, con l'impegno instancabile di una formica che, avendo scovato un'enorme pezzo di pane, sproporzionato per le sue dimensioni ma, avendo lei deciso che quello è il suo cibo migliore, se ne carica una briciola a viaggio, ben decisa a trasportare, a pezzettini, tutta l' intera forma.
Non importa quanti viaggi sarà costretta a fare per raggiungere il suo scopo.
Quante volte dovrà fermarsi. E poi ripartire.
Se la pioggia rischia d'inzuppare quella sua mollica, si fermerà sotto un sasso aspettando, pazientemente, che spiova.
E se il sole, invece, minaccia di asciugarne la morbidezza, la trasporterà in un viaggio notturno.
E' il cibo più buono quello che faticosamente va trascinando.
E vale la pena dello strazio di tutte quelle manovre.
E' questo, per me, il mio blog.
Molliche di pane.
Il cibo migliore.
Per questo ho lottato.
In questo ho creduto.
Oggi sono ad un bivio.
E devo consapevolmente decidere la direzione da prendere.
Cosa fare di questa esperienza.
Tornare in un cassetto, con i miei fogli ed i miei scritti, al sicuro degli stravolgimenti e dalle intemperanze del mondo, oppure continuare, per non vanificare il lavoro di ricerca e di analisi che, ostinatamente e a dispetto di tutto, ho compiuto in questi due anni, su me stessa e sulla mia scrittura.
Quei miei racconti che non cambieranno la storia della letteratura, ma hanno cambiato me. Mi hanno resa migliore.
Una formica consapevole.
Che ha sminuzzato solo una parte di quella forma di pane.
E non ne ha disperso nemmeno una briciola.
Marilena

20 commenti:

  1. Bene, allora sai già cosa devi fare, non hai bisogno che nessuno Ti dica nulla, forse la formichina smette di trasportare quel pane in mille viaggi perchè a qualcuno il suo lavoro non piace?
    I pareri contrari non devono metterTi in crisi, c'è solo qualcuno che la pensa diversamente da Te, ma non per questo non Ti stima, è vero il contrario rispetto a chi, per non urtare la Tua suscettibilità, si complimenta sempre con Te.
    Non ha ragione chi Ti contraddice, espone solo la sua idea, ma hai ragione Tu nel prendere la Tua decisione per Te, non devi giustificarTi ma difendere la Tua libertà di scelta sempre e comunque.
    A qualcuno non piace? Il problema è suo non Tuo. Amare, stimare, provare amicizia, non significa dover dare per non far soffrire quando nel dare soffri Tu, non ha senso.
    Chiedi a Marilena quanto bene Le vuoi, perchè solo amando Lei saprai amare dicendo anche no!
    Esci da quell'inferno ma fallo sulle Tue gambe, altri non potranno mai aiutarTi, con il loro amore potrebbero trattenertici più a lungo.
    In bocca al lupo :)
    Francesca

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  2. Qualunque sia la tua decisione ricorda che chi ti apprezza continuerà ad amarti, ma ricorda anche che quelle briciole hanno sfamato anche noi. Un bacio mia carissima amica.

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  3. "E' questo, per me, il mio blog.
    Molliche di pane.
    Il cibo migliore."

    Ognuno di noi, aprendo un blog, inizia un percorso di analisi importante, e chissà perchè tutti siamo accomunati dal fatto ke lo facciamo perchè abbiamo bisogno di confrontarci con gli altri, sfogarci, superare un ostacolo...tornare ai fogli chiusi in un cassetto significherebbe arrendersi, rendere la paura più forte della nostra volontà. E questo non può succedere, perchè è scrivendo che si è diventati migliori, delle "formiche consapevoli". Mi permetto di darti del tu...hai scritto che per te questo blog è stato importante, ti ha cambiata...non cambiare rotta ora. Fallo per te, e per chi attraverso le tue parole riflette. Un bacio

    Francesca

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  4. Grazie Francesca, per questo tuo commento.
    Ma non sono i pareri contrari a mettermi in crisi.O le critiche.
    Nel confronto democratico ci sta anche questo.
    Evidenziavo la difficoltà di riuscire a farmi capire, invece, da chi mi è vicino.
    E quell'esigenza di piena autonomia che sempre subentra quando si gestisce qualcosa che sentiamo indissolubilmente nostro.
    Il timore di scrivere cose sgradevoli, o male recepite, o fraintendibili: un condizionamento, quindi.
    Spesso mi sono autocensurata.
    Certo posso spiegare il mio punto di vista, ciò che intendo ma, non sempre le spiegaizoni servono o sono recepite nella maniera giusta.
    Per amore di pace, modifichi. Adatti.
    Quello che scrivi non è davvero il tuo pensiero, nella forma originale nella quale lo hai concepito.
    E' una conformazione.
    Un adattamento.
    Io, questo lo vivo come un condizionamento davvero pesante.
    Per affetto, per amore, per amicizia, si può fare tutto.
    Ma perchè l'amore, l'affetto o l'amicizia dovrebbero esigere questo?
    Partendo da tale presupposto, quante frasi non sarebbero state dette, quanti libri non sarebbero stati scritti?
    Io non ho la presunzione di nulla solo che, faccio mio, rivendincando nel mio piccolo, la concretezza di questo assunto.
    E' una esigenza vera quella di sentirmi libera, nell'esprimermi con parole e pensieri miei in questo qualcosa, come la scrittura che, intimamente mi riguarda.
    E non accetta mediazioni. Nè accomodamenti.
    E' davvero difficile farlo, credimi, quando sei sottoposta a vagliare sotto la lente d'ingrandimento ogni parola. Ogni frase.
    Per paura di dispiacere.
    O di non essere capita.
    Anche se io sono convinta che se c'è fiducia, gli affetti e le passioni, possono pacificamente coesistere.
    Salvando il diritto sacrosanto di libertà d'espressione.
    Un bacio
    Marilena

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  5. Sono rimasto colpito dall'ultimo commento, quello di DeepEyes, specialmente in queste parole " fFallo per te e per chi attraverso le tue parole riflette".
    Quel "riflette", a mio giudizio, è il miglior complimento per uno che scrive. Non ci sono giudizi di sorta, non un accenno al perchè uno scriva e che cosa scriva. Ma le sue parole fanno riflettere, pensare a sè o agli altri, immettono nel lettore " pillole di saggezza" o "spunti per una analisi". Quale migliore complimento per uno scrittore?
    Sono convinto che le parole di questa commentatrice abbiano fatto riflettere anche te, intenerendo e addolcendo quelle briciole di pane che ogni giorno porti nel tuo blog e che spesso, magnanimamente, ne elargisci anche per gli altri.
    Brava come sempre.
    Lorenzo

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  6. Lucy, infinitametne ti ringrazio per queste parole e per la stima che racchiudono.
    Blog si aprono e si chiudono in continuazione, alla fine tracce indelebili del nostro passaggio non restano ma, nel cuore di un'amica, sono convinta di si.
    Grazie, Lucy
    Un bacio
    Marilena

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  7. Nella vita tutto ha un prezzo, specialmente le idee e la libertà di esprimerle.
    Ma qui, nei blog, nessuno è "costretto" a leggere se non è daccordo e ognuno è libero di ribattere, se non è daccordo.
    Credo, però, che non si tratti di questo!
    Tu stessa dici che scrivere t'aiuta e allora continua!
    Tu stessa dici che il "tutto" è nato anche per avanzare una richiesta d'aiuto e, se hai continuato, vuol dire che hai avuto un riscontro positivo.
    Non si può dipendere principalmente da un blog per "sanare" le proprie ferite, è un'arma a doppio rischio!
    Sei tu che ti poni ad un bivio, allora c'è una scelta da compiere? C'è un'alternativa?
    Tutti sbagliamo nel valutare, lo fai anche tu!
    Perchè ti giustifichi se scrivi in un blog?
    Perchè gli altri non lo fanno?
    Perchè cerchi sempre di essere solo tu nel giusto....guarda che quella libertà di esprimersi nello scrivere, rientra anche in quella del pensare, come in quella del fraintendere!
    E ricordati che le formiche non mangiano solo pane, combattono molto di più davanti ad un granello di zucchero!
    Ti voglio un gran bene. Elisena

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  8. ...tornare ai fogli chiusi in un cassetto significherebbe arrendersi, rendere la paura più forte della nostra volontà. E questo non può succedere, perchè è scrivendo che si è diventati migliori, delle "formiche consapevoli"

    Francesca, questo tuo commento mi ha emozionato.
    Commosso, queste tue parole.
    Mi piacciono le tue riflessioni.
    Ti abbraccio forte
    Un bacio
    Marilena
    P.S. - In Blogsphere il tu è sacro.

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  9. Ciao Marilena,bello il tuo post,devo dirti che io sono un tipo che vive nel buio e che non scappa quando si tratta di una sfida anche se il prezzo da pagare è alto,il mio ovviamente e un invito a non mollare,e a donarci ancora la tua arte,si chi scrive così come sai fare tu è un artista totale e senza fronzoli.
    Capisco come ti senti e ti sono vicino,ti ho donato il mio arpione per un motivo,e non è cosa da poco,fanne buon uso questo è il momento.
    Buona serata.
    Un bacio.

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  10. Sempre io….., ma ti sei mai chiesta se la stessa cosa non sia capitata anche a Sartre? E a qualsiasi altra persona, madre, figlia, moglie o amante di un’ artista, qualsiasi campo questi abbia scelto? Ci vuole ostinazione a non lasciarsi condizionare! Pensa a quanti libri non sono rimasti chiusi in un cassetto, per debolezza dell’autore e a quanti, invece, hanno fatto “storia”, con ostinata determinazione. La strada può avere soltanto “passaggi a livello”, non bivi!
    La tua non sarebbe una scelta, MA UNA IMPOSIZIONE.
    Elisena

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  11. Credo che tu debba continuare questa esperienza, anche perchè a quanto pare non è pienamente esaurita...ancora dici di farti scrupoli, di dover vagliare ogni volta quello che scrivi per paura di questo o di quello...è da un po che seguo il tuo blog (anche se non ricambiato..;-D..)e vedo che se tu fossi veramente libera non avresti più questo problema, quest'ansia..chiudere adesso vorrebbe dire buttare nel cesso 2 anni di faticose lotte...continua e vedrai che un giorno sarai libera...e libertà vuol dire felicità...un abbraccio..aspetto una tua visita sui miei blog..

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  12. Il commento che ti ha colpito, Lorenzo, è quello di Deep Eyes, Francesca, una giovanissima blogger, 17 anni e mezzo.
    Ha colpito molto anche me, per la profondità e l'estrema semplicità con cui lo ha esposto.
    I giovani sono migliori di noi, in tante cose.
    Spesso, anche più lungimiranti.
    Ti ringrazio di cuore, Lorenzo, per questo tuo incoraggiamento e per gli apprezzamenti nei miei riguardi
    Un bacio
    Marilena

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  13. Mi spiace, Eli, probabilmente sono io che non mi spiego. Io non metto in discussione il diritto di non approvare ciò che scrivo, di criticare, di non essere d'accordo.
    E non mi giustifico di scrivere in un blog.
    Perchè dovrei farlo, se per due anni mi sono ostinata a mantenerlo, nonostante tutto?
    Il riscontro positivo, Eli, l'ho avuto dalla mia tenacia, nel non mollare.
    Di aiuti esterni, non ne ho visti.

    E non sono così stupida d'affidare ad un blog la guarigione di qualsiasi cosa.
    Forse non hai letto bene il mio post.
    Io non mi sento nè nel giusto, nè nell'ingiusto. Io dico che tutto è sopportabile di critica e di giudizio ma, comunque, non vanno bene le pressioni psicologiche, gl'incasinamenti mentali.
    E' sano e giusto poter pensare con la propria testa e non doversi calare in quella di qualcun'altro, per non dispiacere.

    TU SCRIVI
    Perchè cerchi sempre di essere solo tu nel giusto....guarda che quella libertà di esprimersi nello scrivere, rientra anche in quella del pensare, come in quella del fraintendere!

    Ripeto ancora una volta che, questa del mio essere nel "giusto" è una cosa che solo tu hai letto.
    Per il resto concordo nella piena libertà di esprimersi nello scrivere e nel pensare.
    Ma non in quella del fraintendere, che può trovare una giustificazione solo se nessuno spiega e motiva.
    Non è più giustificabile se dopo le dovute spiegazioni, continua ad esistere come verità capziosa e gratuita.

    TU SCRIVI
    Perchè ti giustifichi se scrivi in un blog?
    Perchè gli altri non lo fanno?

    Forse non hai capito il senso del mio post.
    Io non mi sto giustificando di scrivere in un blog. Io rivendico il mio diritto di scrivere in un blog, standoci in piena autonomia.
    E quello che fanno gli altri non m'interessa.
    Perchè, secondo te, mi dovrei conformare?
    Chi vuole interrogarsi lo fa.
    Chi non ne ha l'esigenza, non lo farà.
    Entrambe le scelte sono lecite.
    E rispettabili.

    Lo zucchero può risultare appiccicoso e lasciarti con i piedi impastoiati nel terreno.
    Preferisco le molliche.
    Ti voglio bene anch'io
    Marilena
    P.S: - Dei miei errori di valutazione ne ho abbondantemente parlato, anche qui

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  14. Principe achab, ti adoro.
    L'ho già scritto che i tuoi commenti sono la mia medicina preferita, per questo sei anche il mio principe sciamano.
    La buona calibratura del tuo arpione, e la forza del tuo braccio, e la sincerità della tua amicizia, sono doni preziosi.
    Che rendono invincibili.
    Se chiudo l'antro, principe achab, mi trasferisco nella tua Foresta Viola.
    Trasporto con me tutti i miei mostricciatoli: Iggy, il killer-salamandra, Lizard,la lucetolina bionda, Kilroy, il Freak graffity-writer, l'esercito dei fantasmi muti, e quello pestifero dei Freaks.
    Tutti insieme, appassionatamente.
    Ah, mettiamoci anche i gatti, tuoi e di Fel.
    TVB, Massimo
    Un bacio
    Marilena

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  15. Eccola, la mia strega rossa, testarda e generosissima. la mia risposta al tuo primo commento è agro-dolce, mi spiace.
    Mi sono sentita piccata.
    Ho un pò la coda di paglia in questi giorni.
    Scusami.
    Sono ostinata, questo me lo devi riconoscere, altrimenti avrei mollato da un pezzo.
    Ma qui, oggi, ho raccontato di quello che questo blog, partendo dall'esperienza terapeutica con la quale l'ho iniziato, rappresenta per me.
    Un diario è una pagina di scrittura personale.
    Ci s'interroga.
    Ci si analizza.
    A me serve, anche e soprattutto, per fare chiarezza dentro di me.
    Le strade, Eli, secondo il mio punto di vista, hanno molti più bivi che passaggi a livello.
    Ma è straordinariamente bello questo tuo credere nelle mie capacità.
    E questo tuo spronarmi ad agire.
    Ti voglio un bene dell'anima
    Marilena

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  16. Innanzitutto scusami, All Cats Are Gray, per la mia mancanza. Hai ragione. Devo decidermi a mettere ordine nel mio blog. Il tuo mi si visualizza nella bacheca, dove sempre frettolosamente transito, senza soffermarmi.
    Lo metterò tra i favoriti, così avrò in tempo reale e, soprattutto pienamente visibili, gli aggiornamenti.
    Scuse doverose. E ti ringrazio per l'attenzione a questo mio blog.
    E' vero, come tu sottolinei, che infondo non la considero ancora terminata questa esperienza. Amo immensamente Blogosphere.
    La scrittura. La comunicazione.
    Sono stati due anni molto belli, ed anche molto difficili.
    Se fossi più giovane, direi anni formativi.
    Ho saggiato le mie capacità e la mia forza di volontà. Ho lottato per questo anche se, vista da fuori, può sembrare una cosa futile.
    Per me è stata la ricerca di una me stessa inedita, più entusiasta, ricettiva, meno avvoltolata nella sua vecchia identità.
    Un lifting mentale, e non d'immagine.
    Grazie infinite per il tuo passaggio, All Cats Are Grey, che ricambierò molto volentieri.
    A presto
    Marilena

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  17. Carissima Marilena...quanti complimenti!!! Ne sono davvero lusingata e ringrazio anche chi, come Lorenzo, ha apprezzato il mio commento. Ma soprattutto ringrazio te, per le parole stupende che hai speso nei miei confronti, e per aver definito l mio blog addirittura "sacro"!!! Sono io ad essere commossa...
    In ogni caso credo che tu sappia che questo blog è parte di te...prova a non autocensurarti. Hai tanta ammirazione per i giovani, prova a scrivere con lo stesso spirito di quando eri tu ad avere 17 anni e mezzo. In bocca al lupo e a presto, anzi prestissimo!!!
    PS: Grazie per il commento sul mio blog... :D Ripassa quando vuoi, per me sarà un onore!

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  18. Francesca, i miei apprezzamenti sono sinceri.
    Fa piacere vedere tanta sensibilità e profondità, in una ragazza così giovane.
    Il tuo blog è fresco e luminoso, proprio come deve essere quello di una ragazza della tua età. Per questo mi piace.
    Niente pose.
    Niente sembrare qualcun'altra.
    Mi piace il tuo blog perchè ha un buon odore di pulito.
    Un bacio
    Marilena

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  19. La scrittura è "libertà", tira fuori di noi tutto quello che non siamo capaci di comunicare a voce diretta.
    Se non siamo liberi di scrivere tutto quello che sentiamo, che percepiamo e che ci invade e se dobbiamo censurarci anche quando scriviamo e pubblichiamo ... allora significa che la vita è sempre in catene ed il mondo, compreso quello virtuale, è la sua "prigione".
    Scrivere significa liberarsi, buttare giù i pezzi che abbiamo dentro. I pezzi che derivano dal nostro mondo trascendente ibrido di empirico.
    E chi scrive e pubblica lo fa con estrema sincerità e con estremo coraggio.
    Per questo si scrive liberamente...senza lacci e autocensure.
    Scegliere di condividere con gli altri è altrettanto una forma di libertà di espressione che va anche oltre il confronto.
    Scegliere di pubblicare le "nostre tracce" diventa anche un atto di generosità.
    Mettendo a nudo la propria anima con le parole e lasciando che gli altri leggano significa convivialità ... come se si invitassero persone ad un "banchetto" e fargli assaggiare la nostra "cucina" e bere e mangiare insieme.
    Attraverso la lettura gli altri , oltre che a riflettere, entrano in un "altro mondo" interiore da cui hanno la possibilità di uscirne con tanta ricchezza in più... come avviene quando si torna da un viaggio.
    Continua a scrivere e a pubblicare Marilena.
    Senza autocensure.
    Dei "rischi"freghiamocene ...ne corriamo già tanti nella vita concreta...qui in blog il "mondo" deve essere diverso.
    E chi giudica positivo o negativo ha cmq la libertà di farlo, sempre a patto di porre in essere la buona educazione.
    Scrivi e rimani come sei ... te stessa.
    Una persona autentica, vera,liberà.
    UN BACIO!

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  20. Attraverso la lettura gli altri , oltre che a riflettere, entrano in un "altro mondo" interiore da cui hanno la possibilità di uscirne con tanta ricchezza in più... come avviene quando si torna da un viaggio.

    Questa tua frase mi ha molto colpito, Miryam.
    La trovo stupenda. E vera.
    La capacità e l'intellienza di leggere pagine di vita autobiografica senza la morbosa curiosità di entrare in un mondo privato che ci ha lasciato aperto un varco, più o meno grande, da cui poter guardare.
    Se si ha la capacità di leggere nel giusto modo è come fare un viaggio nel mondo di chi ti offre la possibilità di condividere momenti, emozioni ed esperienze, che pur esclusivamente appartenendogli, pensa di poter condividere con gli altri.
    Chi scrive un diario si mette in gioco.
    Ma è una scelta precisa.
    Ed i rischi, e tutto quello che può scaturire da questa scelta è calcolato.
    La consapevolezza, è fattore primario. Quello da tenre subito in debita considerazione.
    I giudizi e le critiche, devono esserci.
    Non avrebbe senso, e sarebbe falso, un coro unanime ed osannante.
    Io ho sempre considerato i diari ed i carteggi, come momenti di scrittura intima. Vera. Quella scrittura che non tiene in considerazioni errori di ortografia e di forma. Che non cerca la perfezione.
    Il suo solo intento è quello di fermare l'attimo.
    Fissare la parola.
    Rendere l'emozione.
    La censura non dovrebbe mai esistere, anche se mi rendo che, non è facile l'acccettazione di tutto questo, da chi ci vuol bene.
    Scatta la protezione.
    In alcuni casi la gelosia dell'amore.
    Eppure bisogna anche esser capaci di andare oltre i nostri timori.
    Lasciar liberi.
    Le parole sono strumenti meravigliosi.
    Anche quelle più dure.
    Quelle più scabrose.
    Sono strumenti di libertà
    E di ricerca.
    Hai ragione anche quando dici:

    Dei "rischi"freghiamocene ...ne corriamo già tanti nella vita concreta...qui in blog il "mondo" deve essere diverso.

    Io sono assolutamente d'accordo con te.
    Ti ringrazio immensamente per l'incoraggiamento e per questo commento davvero bello.
    Finchè si potrà condividere con persone come te, vale sempre la pena correre qualche rischio.
    Un bacio
    Marilena

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