A mia sorella Tiziana
In ricordo di Federica
Quella figlia a cui mai hai potuto sacrificare nessuna notte nella veglia, seduta su una sedia con lei attaccata al seno, indissolubilmente unite, indispensabili l'una all'altra, complici.
Quella figlia al cui capezzale mai hai potuto vegliare durante le malattie dell'infanzia e da cui sarebbe emersa più alta e robusta, che le febbri, è noto, fortificano i bimbi seppur distruggono le madri.
Quella figlia che mai hai sentito piangere per un ginocchio sbucciato e che tu, sollecita, avresti medicato con un cerotto e mille baci, che così passa la bua.
Quella figlia a cui mai hai raccontato una fiaba, cantato una ninna nanna, preparato una torta di compleanno, organizzato una caccia al tesoro, inventato giochi e costruito una casa in miniatura per servire con lei un invisibile thé, in minuscole tazzine, alle sue bambole e ai suoi animali di peluche,
Quella figlia che non ce l'ha fatta a nascere nonostante tutto il tuo amore e le preghiere e le speranze e le lacrime e la tenacia con cui hai combattuto per lei, e di cui ancora oggi conti gli anni ricordandola nel giorno del suo compleanno, così come da sempre ogni mattina ed ogni sera, presenza viva e non fantasma, perché parte indissolubile di te: cuore, pelle, capelli, unghie e viscere.
Quella figlia che non ce l'ha fatta a nascere ma che tu, miracolosamente, ogni giorno le fai dono della vita
Marilena